• Capitolo 48. •

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Camminai in silenzio, immersa nei miei pensieri, guardavo il gelo uccidere i rami degli alberi, le nuvole di condensa dalle narici dei cavalli stanchi, i rumori secchi dei rami rotti, gli altri a cavallo cercavano di tenere il mio passo – Se non ci sbrighiamo non riusciremo a mettere in atto il piano.- si lamentava Syver, ottenendo sguardi di disapprovazione dal resto del gruppo.

- Jud.- lo chiamai – Dimmi Lilith.- scese da cavallo raggiungendomi immediatamente – Tu sai molte cose, cosa intendeva quel demone per "Ultimo dei Guardiani" e poi, chi era? – continuavo a rimuginare su quella conversazione, sulla mia mano e su quelle strane scintille che mai, in nessun allenamento, avevo avuto modo di vedere.- E' solo una leggenda. – intervenne Ellis guardando dritto davanti a sé, imperturbabile – Molti lo credono. "L'ultimo dei Guardiani" sarà colui che ucciderà il male nella sua forma unica e Assoluta, conseguentemente uccidendo tutte le sue forme minori, così da portare finalmente l'armonia perpetua nel Mondo Magico. Viene definito Ultimo perché questo segnerà la fine dei Guardiani e l'inizio di una nuova epoca in cui non ci sarà più bisogno di tenere sotto controllo gli abitanti del nostro Mondo, poiché esisterà solo il bene. Questo è quello che si deduce da un'antica pergamena trovata nelle sabbie del deserto dell'Est, dalla parte opposta del Mondo Magico rispetto a dove siamo adesso, insieme a molti dei più antichi arazzi mai trovati. Gli anziani dicono che tutta la storia del nostro mondo è stata già scritta dal Fato, e che questo abbia lasciato degli indizi così da lasciarci credere di tenere le redini del futuro, quando l'uomo in realtà fa solo il suo volere. – annuii lentamente – Il Fato hai detto... - camminai per qualche altro metro assorta nei miei pensieri, pensando al libro che mi aveva donato Hilf, forse anche quello era un indizio per compiere il suo volere  – Mentre quel demone, ha detto di chiamarsi Samael, chi è? – a quelle parole rispose Syver – Lui è ciò che i Cristiani Cattolici definiscono Angelo della morte. E' il giudice delle anime, colui che spedisce i dannati nel posto più adatto a loro, gli Inferi. Lui sa tutto, lo ha sempre saputo, e si presenta solo a coloro i quali hanno grandi compiti da affrontare. -
- Ed il tuo compito è quello di servirgli su di un piatto d'argento la sua vittima preferita. – continuò Arashi.

- Ehi tu, fermati! – sentimmo Syver urlare e strattonare le briglie dell'animale per cambiare direzione – Fermati ho detto! -
Fu in quel momento che gli alberi sparirono, come anche i ragazzi e tutto ciò che mi separava da chi stava scappando. Era un bambino, poco più di sette anni, correva verso casa. Gli ordinai di fermarsi e di venire verso di noi, e così fece. Non capii immediatamente di star dando un ordine tramite i miei poteri, lo capii solo quando questo si fermò e, come ipnotizzato, venne verso di me, col viso terrorizzato di chi non capisce cosa sta succedendo.
- Perché stavi origliando? – chiesi avvicinandomi a lui – Non mi faccia del male, la prego.- si copriva gli occhi con le manine arrossate, il fiato corto dalla paura e dalla corsa formava piccole nuvolette – Non ti farò del male, ma tu mi dirai perché ci stavi ascoltando. Non è buona educazione. – lui mi guardò con due dolci occhi nocciola intrisi di lacrime – Tu somigli tanto alla ragazza nella foto di papà. Volevo sapere chi fossi. – spiegò il piccolo balbettando – Chi è tuo padre? – chiesi ancora, provando ad avvicinarmi a lui per tranquillizzarlo – Si chiama Rudolf. Viviamo in una casa poco lontano da qui, se volete potete stare un po' con noi, di qui non passa mai nessuno. Solo ieri è passato un signore davvero alto e tutto vestito di nero. – Syver si intromise nella conversazione – Ti ha detto il suo nome? – il bambino scosse la testa – No. Ha detto che cercava un gruppetto di mocciosi che avevano deciso di rovinargli i piani, ha detto così.- Syver si guardò attorno, stava diventando troppo buio per continuare a cavalcare – Quanto è distante casa tua?.- - Pochissimo. Ma vi ci porto solo se posso fare un giro sul cavallo. – ed allungò le braccia verso il ragazzone biondo che lo prese e lo fece sedere in groppa davanti a lui, non senza aver prima sbuffato, il bambino pareva non conoscere più la paura, si guardava attorno allegro spiegandoci di come il padre non volesse comprargli un cavallo, o fargli cavalcare il proprio, perché lo definiva troppo piccolo, ma a dir suo lui era già abbastanza grande, ci assicurò di aver superato il mezzo metro da mesi.
Decisi di riprendere la mia seduta dietro Ellis, che sembrava stranamente silenzioso, non volevo perder tempo o rallentare ulteriormente il gruppo, così decisi di rimandare domande e spiegazioni a dopo.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora