Hlif mi regalo il libro che aveva tenuto stretto fra le mani tutto il tempo - Ti servirà. - aveva detto, poi riaprì il portale e mi ci tuffai dentro.
Atterrata in un corridoio dell'Accademia, stavolta con meno tonfi e ammaccature, sentii dei lamenti.
Mi avvicinai silenziosamente, qualcuno stava piangendo.
- Suvvia ragazzo, non fare così. - riconobbi la voce di Quercia - vedrai che starà bene. - l'altro singhiozzava forte e urlava digrignando i denti, sembrava disperato.
- Cosa succede qui? - sentii picchiettare un bastone sul pavimento, doveva esser arrivato il professor Owl.
- Francois, il ragazzo è convinto che la giovane sia morta e si sia smaterializzata nel portale. -
Sentii battere dei pugni sul muro, facendolo vibrare.
- Dov'è la fierezza che contraddistingue voi Darkblue!? - lo ammonì il professor Owl, il mio cuore perse più battiti del dovuto, poi riprese a pulsare fortissimo ed ebbi paura che anche loro nell'altra stanza potessero sentirli, mi appiattii contro il muro - Se anche dovesse essere viva - singhiozzava - di certo mi odierà, l'ho presa in giro troppe volte, ho finto per tutto il tempo, sono un povero idiota! - urlava irato.
Rimasi lì in silenzio, col fiato sospeso, in attesa che qualcuno parlasse, ci furono lunghi secondi di assoluto silenzio.
- È viva. - sentenziò il professore alla fine - È qui in Accademia, posso sentire la sua presenza. Valla a cercare, ma cerca prima di darti un contegno figliolo, poi portala da me ho bisogno di parlarle. - lo sentii avvicinarsi alla porta dietro la quale mi ero nascosta, zoppicava vistosamente. Uscì con lo sguardo basso dandomi la possibilità di sgattaiolare via.
Corsi in giardino e mi sedetti sul bordo della fontana coi delfini, un fiume di ricordi mi travolse facendomi perdere la cognizione del tempo e dello spazio, ogni immagine si concatenava all'altra come se fossi ritornata a quel giorno, ricordavo ogni sguardo, ogni parola, ogni odore.
Maledetto Ellis...
Sfiorai con i polpastrelli la copertina del libro di Hlif che tenevo ancora tra le braccia, tante rune dorate in rilievo si rincorrevano in una danza fitta e spettrale, ebbi quasi l'impressione che si muovessero davvero. Notai un lucchetto a chiudere il libro e ricordai che l'uomo non mi aveva dato nessuna chiave.
Qualcuno mi abbracciò con forza, facendomi sobbalzare e cadere nella fontana.
Quando riemersi Ellis mi guardava dall'alto, asciutto, con gli occhi ancora rossi per il pianto, mentre mi tendeva la mano - Mi-mi dispiace... - balbettò abbassando lo sguardo. Fui sorpresa da quella reazione, dov'era finito l'Ellis che mi chiudeva la mano nei libri per mantenere alte le apparenze?
Sorrisi, gli afferrai entrambi i polsi e lo trascinai in acqua con me, schizzando ovunque.
- Credo di essermelo meritato. - commentò riemergendo e sovrastandomi con la sua altezza.
I capelli bagnati cadevano a ciocche ribelli gocciolando ovunque, alcune sembravano incollate al viso, altre si muovevano libere, alcuni rivoli d'acqua scendevano dalle tempie disegnando la forma allungata e squadrata del volto, alcuni si prendevano negli zigomi, altri fra le pieghe delle labbra.
- La mia vendetta è appena cominciata. - sorrisi maliziosa e lo schizzai in pieno volto. Lui sembrò sorpreso ma non passò molto tempo prima di contraccambiare - E guerra sia. - così finimmo per giocare come farebbero due bambini al mare, schizzando acqua ovunque e bagnandoci completamente, ci spingevamo sott'acqua o improvvisavamo lotte, non avrei mai pensato che una fontana potesse essere così grande e profonda.
Cercando di divincolarmi dalla sua presa, minacciata di essere affogata, finii letteralmente con le spalle al muro, lui sempre più vicino.
- Scusami, per tutto. - mi sussurrò a pochi centimetri dal mio viso, le sue labbra piccole si muovevano lente, ipnotizzandomi, il mio sguardo incollato su di loro, i miei occhi si rilassarono, le mie orecchie si abbandonarono al suono melodioso della sua voce che, quando eravamo soli, si abbassava da due ottave, risultando terribilmente attraente.
- A Lively non piacerà tutto questo. - risposi cercando di non sembrare ubriaca e di scandire ogni parola, continuavo a fissargli le labbra che si incresparono in un sorriso sbieco
- Ti facevo più sveglia, Terrestre. - mi prese per i fianchi, costringendomi a guardarlo negli occhi, ma non seppi decifrare il suo sguardo, troppo persa per potermi concentrare, il rosso e il rosa si affacciavano dai lati del mio campo visivo, facendomi girare la testa, mi avrebbe potuta uccidere e non me ne sarei nemmeno accorta.
- Sono un idiota. - poggiò la sua fronte sulla mia, inspirando forte quasi a prendere coraggio - Non ho fatto altro che mentirti, ho fatto di tutto per mantenere in piedi una stupido personaggio facendoti soffrire e so che l'ho fatto, perché me lo dicevano i tuoi occhi, ma non potevo gettare tutto per aria, ero troppo preso da me stesso per farlo. Sono troppo orgoglioso, sono permaloso e sono tutti quegli aggettivi detestabili che prenderesti volentieri a pugni, ma farei di tutto per proteggerti e per non farti più soffrire. - mi strinse forte i fianchi, premette la fonte contro la mia, digrignò i denti - Scusami Lilith. Non mi sorprenderebbe se non mi volessi più parlare. -
Avrei voluto piangere, perché nessuno mi aveva mai parlato così fino ad allora, generalmente ero io quella che si prendeva le colpe, quella che aggiustava ogni situazione, quella che badava a tutti ed ora, con la storia delle forze oscure e della guerra, non sarebbe stato diverso, ma lui mi aveva chiesto scusa, lui che avrebbe preferito uno scontro diretto col peggiore dei demoni piuttosto che ammettere le proprie colpe mi aveva chiesto scusa.
Aveva gli occhi chiusi, sentivo che aveva paura della mia risposta, le mani ancora strette alla mia maglia, il corpo rigido.
Posai le mani sulle sue spalle - Eri tu il ragazzo del ballo? - avevo bisogno di saperlo.
- Mi dispiace. - ripeté - Non potevo perderti, non volevo, tu... - mi strinse ancora più forte, sentivo la sua confusione interiore, sentivo il suo dolore e la fatica nel dirmi ciò che stava cercando di spiegare.
- Guardami. - dissi, lui obbedì - La prossima volta non tenermi all'oscuro dei tuoi pani, intesi? - lui annuì impercettibile - Io... - balbettò avvicinandosi, era quasi divertente vederlo in quella situazione, aveva perso quasi tutta la sua spavalderia, ma restava comunque dannatamente bello.
Inspirò forte ed il suo sguardo mutò.
Un lampo di fuoco gli attraversò gli occhi chiari, resi quasi vitrei dal riflesso dell'acqua, avvicinò il mio corpo al suo, lasciando che mi inebriassi del suo profumo, le sue mani corsero lungo la mia schiena facendomi rabbrividire, erano leggere e decise, mi abbandonai completamente al suo tocco. Sentivo il cuore pompare sangue sempre più velocemente, il respiro già affannoso, si avvicinò ancora di più, i suoi capelli mi facevano il solletico.
- Siete qui! - Sentimmo Aki urlare in lontananza - Lilith, il professor Owl ti sta cercando! -
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L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)
FantasyLilith ha appena scoperto la sua vera natura, quella di essere una Creatura Magica, ed è stata catapultata in un mondo che non credeva potesse mai appartenerle. "Avete mai pensato a quante persone incontrate ogni giorno? Di quante di loro vi potrest...