• Capitolo 43. •

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Rossa in volto uscii dalla fontana e gocciolante mi diressi verso la mia amica tentando di far apparire tutta quella situazione come la più normale - Il professor Owl hai detto? - chiesi vaga - Ci sono dei vestiti già piegati nella tua camera, il professore e nella sua aula in cima alla torre ed io non ho visto niente. - mimai un grazie con le labbra e corsi via verso degli abiti asciutti.
- Professore, mi cercava? - bussai, la porta già aperta. Il professore era seduto sulla scrivania intento a leggere vecchie scartoffie coi suoi occhiali dalla montatura leggere - Lilith finalmente. Prego accomodati, chiudi pure la porta. - mi sedetti difronte a lui in attesa che terminasse la lettura - Bene. - disse guardandomi da sopra gli occhiali - Fammi qualsiasi domanda, così potremo partire oggi stesso con l'allenamento. -
Quella piccola pausa regalatami da Ellis mi aveva fatto dimenticare della terribile giornata che stavo trascorrendo.
Avevo lasciato il libro che mi aveva donato Hlif per terra.
Avevo lasciato Ellis fradicio nella fontana ad aspettarmi.
Avrei dovuto sistemare tutto una volta uscita dall'aula.
- Allora? - il professore sembrò spazientito - Come avviene il passaggio fra Guardiani? - chiesi la prima cosa che mi passò per la mente, senza notare lo sguardo del professore che vacillò per un istante. - È già avvenuto. - rispose serio - Ma io non ho visto nessun Guardiano trasferirmi i suoi poteri o cose di questo tipo. Mi aspetterei un rituale o quanto meno un patto d'onore. - sperai di non dovermi tagliare il palmo della mano come avevo visto fare in molti film.
- Hai ragione. - ribatté lui - C'è un rito ma non è avvenuto poiché non c'era nessun Guardiano prima di te. - lo guardai interdetta - Il ruolo di Guardiano è rimasto vacante per qualche tempo prima del tuo arrivo. -
- Non capisco. -
- Chi era prima di te ha avuto qualche inconveniente, incomprensioni di poco conto insomma, col Consiglio che ha proposto come alternative la morte del Guardiano stesso e di tutti i suoi cari oppure la perdita dei poteri. La scelta è abbastanza ovvia. - sospirò - Una volta tolti i poteri ad un Guardiano questo non resta che un mago da quattro soldi, capace di compiere solo incantesimi tra i più banali, poiché ci si aspetta che alla fine del proprio compito questo sia piuttosto in là con l'età. Nel caso di chi era prima di te questo non è accaduto, anzi il Guardiano in questione era nel fiore degli anni. - altro sospiro.
- E chi sarebbe questo Guardiano? - chiesi
Il professor Owl si alzò e, poggiando tutto il peso sul solito bastone da passeggio mi fissò con aria colpevole
- Io. -
Sgranai gli occhi incredula.
- Il Consiglio ha da sempre dato la caccia ai Guardiani. - proseguì lui noncurante della mia reazione - E da quando Ekaburat ne tiene le redini la ricerca si è inasprita. -
- Ma perché vi danno la caccia? -
- Ci danno la caccia. - puntualizzò il professore, camminava per tutta la sala picchiettando col bastone qua e là, sembrava tranquillo, ma avvertivo in lui un moto di terrore ed insicurezza - Nel Mondo Magico è stata divulgata la storiella del potere che dà alla testa, della cupidigia e dell'avarizia, ma in realtà il Consiglio aveva bisogno di una scusa per giustificare i loro continui assassinii. Definendo le vittime nemiche del nostro mondo tutti erano d'accordo nell'ucciderli, così avrebbero tutti vissuto in un posto migliore. Avevano bisogno del potere, Ekaburat aveva bisogno del potere per mettere in atto i suoi malsani disegni ed i Guardiani erano nel mezzo, fra la disfatta e la vittoria, pronti a dare del filo da torcere. Così apparvero anonime lettere minatorie sulle scrivanie dei vari Guardiani, anche quelli senza poteri e ormai esautorati, vennero divulgati documenti falsi per incastrare ognuno di noi in maniera impeccabile senza possibilità di alibi e, per chi riusciva a superare questa prima fase, veniva direttamente freddato con una pistola o con un fucile.
Il Consiglio non ha mai saputo del passaggio di Guardiano attraverso Hlif così, credendo in una specie di ereditarietà, ha iniziato a rapire e torturare anche le mogli ed i figli dei Guardiani. Al popolo veniva data la scomparsa e si inscenavano finte ricerche e spedizioni, ma tutto era inutile e nessuno venne ritrovato, o se accadeva o era spezzettato o morto nel peggiore dei modi.-
- E lei come ha fatto a restare vivo? -
- Mi sono venduto. Ho venduto me stesso e là persona che amavo di più al mondo e che amo tuttora, pur di non vederla morire davanti ai miei occhi e tra le mie braccia, era troppo bella per poter morire. - Si strinse al bastone, potevo avvertire la sua sofferenza e non per i miei poteri, ma per gli occhi lucidi, la mascella contratta e la schiena ricurva, come se si stesse liberando per la prima volta di uno di quei pesi che si divertono a schiacciarti.
- Stavo scappando quella notte. Lei mi aspettava oltre il ponte, già sapevo che avrebbe indossato il suo solito mantello verde inspiegabilmente pesante, col cappuccio alzato ed il naso rosso. Sapevo mi avrebbe ammonito per il mio proverbiale ritardo e che poi mi avrebbe sorriso e che gli inferi si aprano sotto i miei piedi se a quella vista il mio cuore non si fosse fermato. Era inverno e camminavo spedito stringendomi nel cappotto, quella notte l'avrei sorpresa.
Delle mani callose mi gettarono improvvisamente nella boscaglia al lato del sentiero e cominciarono a pestarmi. Non potevo reagire, pensai, o avrebbero capito la mia natura di Guardiano, erano solo delinquenti e cercavano forse dei soldi, forse qualche gioiello. Mi divincolai come meglio potei ma uno dei tre assalitori d'un tratto sguainò la spada e la affondò nella mia coscia sinistra, spinse in profondità e sentii il nervo lacerarsi, non riesco ancora a dimenticare il dolore e le mie urla miste al vento silenzioso di quella notte.
Urlai forte, ma non accorse nessuno.
Mentre l'uomo rigirava la lama nella ferita il secondo mi prese il viso e, costringendomi a guardarlo negli occhi disse - Morirai stanotte. Ma non prima di aver preso la tua amata biondina, di averla portata qui e di esserci divertiti con lei. - rise scoprendo i denti storti - Spero che tu muoia dissanguato prima che arrivi il tuo turno. - mi si gelò il sangue nelle vene, quel poco che era rimasto, l'avrebbero uccisa e non potevo permetterlo - Dipende da quanta resistenza opporrà la bambolina. - disse il terzo e gli altri risero. Con gesti rozzi mi spiegarono le loro già chiare intenzioni.
Lei era troppo anche per me, non potevo permettere che le accadesse qualcosa. -
Ormai era immerso nei suoi ricordi e lo lasciai fare, sperando non vi annegasse.
- Li fermai chiedendo di voler prima parlare col loro capo, dicendo che avrei potuto disintegrarli con uno schiocco di dita. Dovetti sembrare convincente perché si impaurirono e accettarono la mia proposta. Corsero a chiamare Il Corvo Nero, come si faceva chiamare nel fiore dei suoi anni e nel pieno dei suoi poteri.
- Francois, cosa c'è? - chiese sarcastico, compiacendosi del mio dolore, soprattutto quello morale.
- Sorvolando le mie critiche sui vostri metodi poco ortodossi, ho una proposta da farti.- cercavo di sembrare sicuro di me ma stavo morendo e la mia voce si riduceva ad un sussurro. La lama che mi aveva trafitto era carica di magia angelica,letale per noi demoni.
- Tu lasci stare lei, me e tutti gli altri Guardiani e le loro famiglie, io in cambio mi autoprosciugherò  i poteri. -
- E cosa ci dovrei guadagnare? -
- Niente poteri, niente erede a cui passarli. - sussurrai sfinito - Voglio parte dei tuoi poteri. - sentenziò il Corvo e se li prese senza troppe cerimonie, mentre morente giacevo nelle neve imbevuta del mio stesso sangue che si riversava ovunque. Sentivo i miei poteri venire meno e mi sentivo tremendamente impotente davanti a tanta crudeltà, non c'era uno spiraglio di bontà in lui, nemmeno uno. Avrei dovuto scegliere la morte, sarebbe stato più gusto. - stringeva sempre più forte il suo bastone.
- Quando fu sazio andò via.
- Prendete la ragazza - disse - Non erano questi i patti! - mi opposi urlando il più possibile con la voce rotta dal dolore - Lei è ricercata per aver pattuito ed aiutato voi, che siete l'attuale Guardiano, uno dei più ricercati mio caro. - i capelli neri risaltavano sulla pelle bianca come la neve, il viso giovane e severo, gli occhi neri senza fondo pieni di un odio sconsiderato - Dev'essere punita. - sentenziò a voce più alta.
- Ah e per la cronaca. - proseguì andandosene - Farò in modo che nessuno dei due possa avere una progenie, sai, per non avere complicanze. - mi sorrise spietato ed andò via.
- È viva? - chiesi d'impulso, lui mi guardò spaesato, riemergendo a fatica dal suo passato - Sì. - rispose - È viva. Ma non ho mai avuto modo di sorprenderla. Mi ha odiato, considerandomi un traditore per molto tempo, poi un giorno ha deciso di smettere, ma il mio cuore non ha spesso di far capriole ogni qual volta sente avvicinarsi il fruscio del suo mantello. - sorrise amaramente.
- Francois vieni, dobbiamo discutere dei piani d'attacco. - la porta fu spalancata con un tonfo sordo.
- Arrivo. Lilith, ci vedremo domani all'alba per iniziare l'allenamento. -
- Andiamo Francois, o faremo tardi e non ho intenzione di far ritardo perché tu sei solito farlo. -
- Arrivo Elizabeth. -
Rimasi lì seduta, ascoltando il fruscio del suo mantello verde allontanarsi.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora