• Capitolo 28. •

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Quella situazione aveva creato un circolo vizioso; Aki cercava di evitare tutti tranne Arashi perché era troppo arrabbiata con il resto del Mondo Magico, io cercavo le attenzioni di Aki per chiarire quel brutto malinteso ed evitavo Ellis che cercava a tutti i costi di parlarmi in privato, Marina e Jud invece lo seguivano come ombre cercando di dissuaderlo dalla sua relazione con Olivia, mentre Arashi, dal canto suo, cercava solo un po' di tempo per stare con Marina.
Ma nessuno di noi riuscì nel suo intento in quella mattinata.

" Dovrei chiarire questa situazione con Ellis? In fondo tutto questo è successo principalmente per colpa sua. "

Questo pensiero mi risuonava nella mente costantemente, così durante l'ora di pozione e incantesimi della professoressa Kelder decisi che, se durante il duello a coppie non saremmo stati accoppiati dal caso, avrebbe voluto dire che anche lui era in disaccordo con Ellis e con i miei pensieri.
Poteva sembrare un pensiero insensato ed infantile, ma ero così confusa da non saper più a cosa aggrapparmi.
- Lilith. - chiamò la professoressa estraendo in mio nome dalla grande ampolla - Tu farai coppia con... Jud. - concluse estraendo l'altro nome.
A quanto pare anche il destino era avverso.

Sia io che Jud ci avviammo verso il centro della grande aula, all'interno di un cerchio viola,sulle x che indicavano i posti di combattimento.
- Sarà una bella sfida. - annunciò Jud con uno dei suoi sorrisetti disarmanti - Se cerchi di distrarmi facendomi abbassare la guardia, stai fallendo miseramente. - lo provocai consapevole di aver colpito il suo punto debole, l'ego.
Il duello consisteva nel riuscire a spingere oltre la circonferenza l'avversario, chi per primo ci fosse riuscito sarebbe stato vincitore.
I suoi occhi divennero scuri, i denti affilati e i capelli folti erano ormai ambrati, la trasformazione in demone aveva avuto inizio, dalle sue mani venivano sprigionate piccole scariche elettriche che scintillavano feroci. Sentivo che in lui c'era qualcosa di sporco, di sbagliato, ma ero troppo inesperta per capire di cosa si trattasse. Provai ad usare questo marcio contro di lui, era pur sempre qualcosa di negativo che gli scaraventavo contro, seppur inconsapevole di cosa fosse.
Volarono fulmini e saette, letteralmente. Rumori di tuoni che si sommavano in continuazione creavano boati assordanti, l'aula si era trasformata in una tempesta, una delle peggiori, la carica elettrostatica era stupefacente.
Raccolsi in me tutta la carica, tutto il nero che emanava Jud, tutto lo sporco che gli aleggiava attorno e, con un ultimo gesto della mano, leggero ed elegante, glielo scaraventai contro, facendolo volare fuori dal cerchio.

Quando combattevo mi trasformavo in un'altra Lilith, elegante e maestosa, altera e ferma ma leggera come solo una Regina saprebbe essere.
Mi sentivo sempre a disagio quando tornavo ad essere la Lilith goffa e impacciata di tutti i giorni, quasi scusandomi con l'altra  mia metà per non essere alla sua altezza.

- Vince Lilith Light. - annunciò la professoressa col suo solito tono cantilenante e apatica, come se finora avesse visto un acaro di polvere immobile.
- Stai lavorando davvero bene figliola. - proseguì con lo stesso tono piatto.
- Ottimo combattimento. - ammise Jud ancora stordito mentre si rimetteva in piedi - Mi ha distratto la tua meravigliosa bellezza mentre ti concentravi nel momento esatto dell'attacco, la tua concentrazione è così dannatamente sexy. Il modo in cui arricci le labbra, come i tuoi occhi quasi si incurvano in quel momento è così attraente. - mi sussurrò leccandosi il labbro inferiore - E non guardarmi così, quello sguardo smarrito non fa che aumentare le mie fantasie e peggiorare la tua posizione. - si avvicinò ancora - Ricorda che sono pur sempre un demone, e i desideri carnali mi affascinano. - mi baciò il collo, nell'esatto punto in cui mi aveva baciata Ellis, la classe era nel più completo silenzio e ci fissavano tutti a bocca aperta, Ellis era proprio difronte a noi. Ero pietrificata, ancora una volta. Avrei voluto allontanarlo ma le parole di Jud mi avevano sorpresa a tal punto da farmi diventare di marmo, lasciandomi lì imbambolata.
Ellis digrignò i denti - È il mio turno. - e passò fra noi con tale forza da farci perdere l'equilibrio facendoci cadere - Stai attento El! - sbottò Jud - Anche tu. - sibilò lui senza voltarsi.

A pranzo non vidi Aki e, quando chiesi ad Arashi dove fosse, fece finta di non sentire.
- È in camera sua. - mi sussurrò Marina - è arrabbiatissima, ma sono certa che stia aspettando solo te. - mi sorrise - Dopotutto non vuole che tu soffra, con tutta questa storia del bacio. -
- Ma a me non infastidisce che Ellis abbia baciato Olivia, per niente. - mi affrettai a risponderle - Ellis mi ha detto tutto, non serve mentire. - ribatté lei a voce bassa.
- In che senso? - chiesi allarmata - Nel senso che so chi Ellis ha baciato la scorsa sera sul terrazzo e di certo non è Olivia. - mi strizzò l'occhio - Quando avrai chiarito con Aki va' anche da lui, ne avete entrambi bisogno. Sbrigati, prima che finisca la pausa pranzo. - mi cacciò facendomi alzare con piccoli colpetti sulla schiena ed allora notai che neanche Ellis era in sala mensa.
L'ala dedicata agli unicorni era accessibile solo attraverso un cunicolo sotterraneo, era tremendamente buio e sembrava così stretto da far mancare l'aria, mi chiedevo come potessero passarci loro che erano turbolenti e chiassosi, non volevo nemmeno immaginare la calca che si doveva formare ogni giorno.
Dopo essermi persa svariate volte fra i vari corridoi in cemento tutti uguali, finalmente arrivai davanti alla porta di cemento armato della camera di Aki, su di essa una targhetta in ferro con incisi il nome della famiglia di appartenenza. Tra muri, porte e targhette sembrava di essere stati catapultati in una caserma militare.
Bussai quattro volte come mi era stato consigliato da Arashi e la porta si aprì silenziosamente. Entrai piano e notai subito che all'interno della stanza c'era ben poco che riprendeva i corridoi e l'angusto cunicolo d'accesso, lì dentro tutto era arredato come un caffè letterario ottocentesco.
- Che vuoi? - borbottò Aki, che sedeva su uno dei due alti letti a baldacchino, non appena mi vide - Chiarire, spiegarti. - risposi avvicinandomi lentamente, ma lei mi blocco con un gesto della mano - Be, ho nessuna intenzione di ascoltarti. - Mi sedetti sull'altro letto, difronte al suo - Ascolta, per quanto riguarda il bacio con Ellis... - iniziai - se provi qualcosa, basta dirlo, davvero... -
- Ma tu sei fuori! - disse lei - Non hai capito proprio un bel niente! - il suo tono era duro e aggressivo - E allora spiegami - replicai io decisa - spiegami perché davvero non capisco questa tua rabbia nei miei confronti! - non dovevo perdere la pazienza e l'autocontrollo, non con lei.
- Partiamo dal perché non mi hai detto niente. - disse lei stizzita, non mi guardava nemmeno, rimaneva sul letto anche se ora si era distesa poggiando entrambe le gambe contro il muro.
- Mi vergognano - ammisi - non mi ero difesa, anzi ero rimasta pietrificata come una stupida, imbambolata, come una povera idiota. Non sapevo come avresti reagito e non volevo deluderti, sei la prima persona che mi abbia sorriso qui dentro ed il tuo sorriso è sincero, neanche sulla Terra ne ho mai trovato uno così. - abbassai lo sguardo, sentii il suo su di me - Perché avresti dovuto deludermi? - si avvicinò - Credevo piuttosto che non mi considerassi importante. - sospirò.
- Assolutamente no! - ci guardammo per una frazione di secondo, per poi abbracciarci forte - Scusami. - le sussurrai fra i capelli - Scusami tu, ho esagerato. - rispose.
- Ma dimmi, ti è piaciuto? - proseguì, io avvampai violentemente.
- Cosa? - chiesi.
- Ah ah! Lo sapevo! -
- Cosa?! - chiesi ancora, esasperata e con le guance in fiamme - Niente, solo che se non ti fosse piaciuto non avresti evitato Ellis per tutto il giorno e ora non saresti bordò. - rise indicandomi.
- E tu come lo sai? Sei sparita per tutto il giorno. -
- Io so molte cose Lil, più di quante tu possa immaginare. -
Il suono della campana segnò la fine della pausa pranzo - Devo andare. - dissi alzandomi - Ci vediamo stasera. -
Aki mi abbracciò e, mentre uscivo mi disse sorridendo complice - Ora i corridoi ti sembreranno più larghi e forse anche più luminosi. - e richiuse la porta alle mie spalle.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora