Quando aprii gli occhi deboli raggi di luce filtravano dalle leggere tende bianche e sul letto della mia compagna inesistente Benu sfogliava il giornale.
No aspetta.
- Benu? Leggi il giornale? E porti il... È un panciotto quello?! - Mi stropicciai gli occhi sia per svegliarmi che per vederci meglio.
- L'informazione è importante mia cara. - Rispose risoluto spostando il monocolo da un occhio all'altro.
Scalciai via le coperte - Ma hai solo tre giorni! - ribattei incredula - Comune errore - schioccò la lingua - Diventare adulti in tre giorni non significa averne per noi aiutanti. Dirti la mia età sarebbe rozzo, quindi lascerò libera la tua immaginazione. - Sospirò guardando il suo orologio da taschino - Chiacchierare con te è piacevolissimo, Milady, ma dovresti sbrigarti o farai tardi per la colazione. -
Sorseggiò del tè da una tazza apparsa dal nulla. Quando era cresciuto così? Quando aveva avuto il tempo di comprarsi quei vestiti, che tra l'altro sembravano costosissimi? Come aveva fatto a pagare? In un qualsiasi negozio sarebbe parecchio inusuale vedere una fenice in giro per gli spogliatoi con sulle ali dei capi d'abbigliamento da damerino.
- Io non sono così. - Dissi perplessa pensando fra me e me - Il professor Owl aveva detto che gli aiutanti avrebbero dovuto rispecchiarci. -
Mi avviai verso il bagno e, appena chiusi la porta alle mie spalle lo sentii dire - Lo specchio di vetro riflette ciò che gli altri plasmano per te, il tuo specchio riflette te e basta. Non c'è maschera che tenga allo specchio d'ognuno. -
Non sapevo se definirlo più un cappellaio matto o un gentiluomo inglese, optai per entrambi.
Benu insistette per fare colazione con noi, affermando che era ormai pronto per soddisfare i propri bisogni senza balie ronzanti e durante il tragitto fece conoscenza con Tenebra, un grifone femmina elegantissima e parecchio snob seppur affascinante, aiutante di Ellis. Pensai che Benu avesse le sue ragioni nel dire che gli aiutanti somigliano ai padroni.
Aki mi strappò dai pensieri che affollavano come al solito la mia mente bombardandomi di domande e affermando che non poteva non essere successo nulla dopo aver passato un pomeriggio intero con il ragazzo considerato il più figo di tutto l'istituto. Le spiegai che non era effettivamente successo nulla e rimasi sul vago, enorme sforzo considerando che la mattina fino a che non ho fatto colazione parlo per monosillabi.
Riuscii a dissuaderla permettendole di prendere più bustine di zucchero del dovuto così, una volta libera, ne approfittai per fare il bis di muffin e ciambelle.
- Ciao. - Marina mi sorrideva timidamente con un vassoio pieno di cibo in mano. - Credevo mi avessi dato buca - scherzai io strizzandole l'occhio. Il suo sorriso divenne radioso e talmente bello da risultare contagioso - Questo vuol dire che posso sedermi con te e con i tuoi amici? - annuii vigorosamente - Ogni folta che fuoi. - risposi con un biscotto gigante in bocca, cocco, ottimo il mio preferito. Le feci strada fino al tavolo e la presentai agli altri
- Ragazzi, lei è Marina, può sedersi con noi vero? Ah dimenticavo, è una sirena. -
Da quel poco tempo trascorso nel mondo magico avevo capito che durante una presentazione, dopo il nome andava inserita la tipologia di essere magico alla quale si apparteneva, mentre io ero costretta a presentarmi ancora solo con il nome dato questo strano mistero attorno alla mia natura magica.
Lei salutò con la mano e sorrise, Ellis alzò lo sguardo e per poco non soffocò, Arashi rimase a bocca aperta e solo Aki scattò in piedi e l'abbracciò vigorosamente, come suo solito.
- Ciao! Io sono Aki e lui è mio fratello Arashi, siamo unicorni. Lui invece è Ellis Darkblue, mago, ma probabilmente lo precede la sua fama. Adoro i tuoi riccioli, per non parlare della tua pelle! Sono così soffici che sembrano un peluche... - Infilò la mano nel capelli e iniziò a giocarci come fosse una bambina, Marina rise di gusto e ringraziò, poi si sedette accanto a me che ero di fronte ad Ellis.
- Buongiorno El. - esordì lei sorridendo, lui si sforzò di ricambiare e provò a sferrarmi un calcio sullo stinco ma, sbagliando mira, prese il piede di ferro del tavolo.
- Maledizione! - grugnì lui dolorante. - Qualcosa non va? - chiese lei dolce ma lui non rispose limitandosi a fulminarla, Aki osservava perplessa - Sono migliori amici. - spiegai io - A me non sembra. -
Per tutta la durata della colazione Arashi e Marina non fecero altro che fissarsi, e tutta la tavolata rimase in uno strano silenzio, si sentivano solo Benu e Tenebra in disparte che parlavano di qualsiasi cosa venisse loro in mente.
Quando ebbe finito, Ellis si alzò e si avviò verso l'uscita, silenzioso come lo era stato per tutta la colazione.
- Non ci aspetti? - chiesi - No. - rispose lui freddo, storsi il naso infastidita - Dai aspetta, abbiamo quasi finito. - Indicai la tavola per far capire che avevo ragione ma lui non si voltò nemmeno a guardare. Tentai istintivamente di alzarmi e raggiungermi ma lui sibilò - Non hai nessuna confidenza con me, non sprecare energie. Stammi lontana, Terrestre. - e andò via.
Mi risedetti al posto pesante come un sasso, Marina mi accarezzò il braccio - Non intendeva ferirti, lo conosco, è solo un po' lunatico. -
Già, bipolare piuttosto.
Ma perché mi avevano fatto così male le sue parole? "Terrestre" era uscito così tante volte dalla sua bocca che ormai non ci facevo più caso, allora perché mi veniva quasi da piangere? Lui era solo un principino e io lo sapevo, allora perché mi sentivo tradita? Lui mi aveva sempre dimostrato che preferiva i suoi amici a noi, a me. Allora perché sentivo il petto far male?
- Andiamo in camera. - suggerì Aki.
Tenebra zampettò vicino a Benu lamentandosi che il suo padrone non era un gentiluomo come lui, dato che l'aveva piantata in asso come se non esistesse, e Benu non poté che darle ragione, notai che lei aveva una erre moscia alla francese, incredibilmente elegante e melodiosa seppur fosse un difetto.
- La lingua è perfida quanto una penna, dolorosa quanto una lama, Milady. - sussurrò Benu una volta in camera - L'uomo poi, ha la capacità di carpire la verità e riconoscere il falso pur non volendolo accettare e, spesso, riesce a convincersi che la verità non esista, oppure che sia diversa. - proseguì mentre si infilava un cilindro laccato nero - Andiamo, oggi c'è il nostro primo giorno d'allenamento. - mi diede giusto il tempo di mettere tutti i libri in cartella e mi trascinò verso l'aula del professor Owl, in cima alla torre.
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L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)
FantasyLilith ha appena scoperto la sua vera natura, quella di essere una Creatura Magica, ed è stata catapultata in un mondo che non credeva potesse mai appartenerle. "Avete mai pensato a quante persone incontrate ogni giorno? Di quante di loro vi potrest...