• Capitolo 24 •

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Ci voltammo tutti e vedemmo il preside, seguito dalla professoressa Pumpkin, raggiungerci a grandi falcate.

- Il mio povero occhio! - si lamentò Olivia recitando la parte della vittima - Quella pazza mi ha colpito senza un motivo, fate qualcosa signor preside! -

Avrei tanto voluto elencare i motivi per cui Aki le aveva sferrato un pugno, ma preferii tacere.
- Come pensi che ti possa proteggere se combini disastri in continuazione? - sussurrò zia Beth rimproverandomi. Avrei voluto spiegarle tutto ma dal suo sguardo capii che l'unica cosa che mi era concesso fare era seguire lei ed il preside nel suo ufficio, avrei anche voluto chiederle da cosa intendeva proteggermi, ma eravamo arrivati a destinazione e dovetti rimandare anche quello a dopo.

L'ufficio era in legno scuro, zeppo di libri e di quadri raffiguranti faccioni burberi ed esseri magici.
- Bene. - iniziò il preside mettendosi un paio di minuscoli occhialetti tondi ed esaminando delle scartoffie sulla scrivania - Abbiamo ricevuto lamentele per schiamazzi, e stranezze come persone che volavano e auree viola. - ci osservò accigliato - Voi due signorine ne sapete qualcosa? -
Prima che potessi aprir bocca Olivia mi additò - È stata lei! Ha fatto una delle sue solite magie strane e ha fatto letteralmente volar via un mio amico! Ho avuto tanta paura signor Preside! -
- Amico che prima mi aveva percosso per chissà quanto tempo, mi sono solo ribellata altrimenti mi avrebbe uccisa! Per legge questa è definita legittima difesa. - non l'avrebbe fatta franca così facilmente - Il ragazzo si chiama Bob, signor Preside, fa il terzo anno. - aggiunsi.
Il preside digitò qualcosa su un piccolo computer sulla sua scrivania - Non abbiamo alunni del terzo anno con quel nome. - sentenziò infine. Zia Beth parve incupirsi.
- Impossibile - lo corresse Olivia risoluta - quando l'ho assoldato per picchiarla mi ha giurato di chiamarsi così. -
- Hai appena confessato, te ne sei resa conto, vero? - la Pumpkin rise soddisfatta.
Olivia si morse il labbro inferiore, non era da lei una mossa così stupida.
- I miei amici vi potranno confermare la mia versione! - disse subito alzandosi dalla sedia su cui era seduta - Allora dovrete convocare anche i miei di amici! - la imitai.
- Mi ha anche tirato un pugno! - proseguì lei indicando l'occhio rosso.
- Razza di... - questo era un colpo basso persino per lei, sapeva che non avrei mai fatto il nome di Aki.
- Ragazze, calmatevi! Decoro signorine! - ci ammonì il Preside facendoci risedere - Ascolteremo i vostri amici e poi prenderemo una decisione. Ora andate. -
Ci alzammo e, prima di uscire, Olivia si voltò verso il preside e disse - Sappiate, che se sarò punita in una qualsiasi maniera, i miei genitori lo considereranno un oltraggio e potrete scordarvi i loro finanziamenti per la scuola. - sorrise trionfante ed uscì.
Il colorito del preside alle sue parole non mi piacque affatto.
- O magari si renderanno conto della figlia psicopatica che si ritrovano. - le sibilai io una volta fuori, lei mi diede una spallata e si andò a sedere il più possibile lontano da me.
Chiamarono gli amici di Olivia e nessuno la degnò di uno sguardo o la abbracciò per sapere come stava, in fondo era stata sollevata da una nebbia viola che la stava prosciugando. Non vidi Bob fra loro.
Poco dopo arrivarono gli altri convocati per testimoniare e dopo un breve abbraccio chiesi - Quanto è potente la famiglia di Olivia? -
- Una delle più potenti - rispose Jud - Perché? Stai bene? - chiese, annuii prima che venissero convocati dal preside.
Appena la Pumpkin aprì la porta per farli uscire dall'ufficio del preside Aki mi venne in contro - Come ti è saltato in mente di prenderti la colpa per quel pugno? - chiese allibita - Ti sei messa ancora di più nei guai così! Quando ho detto la verità pensa che non mi hanno creduto " Una ragazza di così buona famiglia non avrebbe mai fatto una cosa simile. " Ha detto quel buffone del Preside. - ne imitò l'accento facendomi ridere.
- E anche lui stava per ricevere un bel gancio. - proseguì Arashi raccontandomi la scena.
- Lilith e Olivia. - ci chiamò la professoressa Pumpkin. Entrammo in silenzio ma la tensione e l'odio fra di noi era palpabile.
Il preside era seduto sulla sua bella poltroncina in velluto con le gambe accavallate e le mani intrecciate come un grande pensatore - Ragazze. - esordì con aria amareggiata - Abbiamo attentamente ascoltato i vostri compagni e siamo giunti a conclusione che non ci siano prove sufficienti per incolpare Olivia, ma per quanto riguarda Lilith... - guardai sbigottita zia Beth che teneva la testa bassa.
- Ma non è possibile! - gridai - Ha ammesso lei stessa di aver assoldato un ragazzo per picchiarmi! -
- Era sotto evidente shock. Chissà con quel tuo potere come l'hai manipolata, poverina - Olivia annuiva con aria avvilita.
- Anche Ellis Darkblue è stato colpito dallo stesso ragazzo che ha colpito me, non ha inventato proprio niente e io non ho manipolato proprio nessuno, non so farlo! - protestai disperata.
- Non si comporti da bambina - rispose il Preside - Ellis e Olivia sono noti amici, sarà stato manipolato anche lui. - ero incredula, mi massaggiai le tempie nel tentativo di non esplodere nuovamente - Preside, Ellis ha parlato a mio favore, mi ha difesa. - feci notare, sentivo la rabbia salire fino ad impossessarsi del cervello.

" Magari vuole questo, vuole farti esplodere per avere prove schiaccianti. " pensai.

Ma, riflettendoci, un individuo che controllava fogli bianchi e senza scritte e portava occhiali senza lenti non poteva essere così intelligente.
- Sì ma... - il preside mi distolse dai miei pensieri - Ora basta, la faccenda è conclusa. Tu per due settimane aiuterai le inservienti, e sono stato clemente che sia chiaro, dati i tuoi eccellenti voti non potevo espellerti. -
Olivia sorrise soddisfatta, zia Beth era adirata, probabilmente non aveva potuto avere voce in capitolo.
Mi alzai risoluta e, una volta sulla porta, dissi - La sua grazia è solo dovuta al fatto che la ragazzina entrata per merito le serve solo da pubblicità, e di certo non può punire un'alunna appartenente ad una famiglia così facoltosa altrimenti, oh che paura, le taglierebbero i fondi e chissà che altro. È fortunato a vivere qui, nel mondo magico, perché se vivesse sulla terra si sarebbe già ritrovato la macchina rigata, o bruciata. - Sbattei la porta alle mie spalle sfogando tutta l'ira che avevo dentro di me, il pomello era rovente quando lo lasciai.
Dall'altra parte del muro solo il silenzio opprimeva l'aria già stantia dalle mille bugie rifilatemi.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora