• Capitolo 13. •

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Quando l'ora di storia giunse al termine la professoressa annunciò il progetto che avremmo dovuto svolgere nei pomeriggi seguenti.
- In base al riassunto sulla storia della magia fatto all'inizio dell'ora farete una ricerca d'approfondimento su uno degli argomenti storici citati a vostro piacimento. Il lavoro sarà svolto a coppie. -
Sulla cattedra comparve una boccia di vetro con all'interno dei pezzi di carta.
- Per favorire la socializzazione in una classe appena formatasi non c'è niente di meglio del sorteggio, quindi le coppie saranno formate dal caso. Ogni due nomi pronunciati si formerà una coppia. -
La professoressa cominciò il sorteggio, Marina finì con un elfo dai capelli carota, Olivia con una ragazza imparentata probabilmente con un armadio a quattro ante, decisamente una demone. Molte coppie non si conoscevano fino a quel momento, ed era divertente osservare le facce curiose o spaventate di tutti mentre cercavano di fare conoscenza o di rompere goffamente il ghiaccio.
- Lilith Light... Con Ellis Darkblue. -

"Datemi uno sconosciuto." Pensai.

Nascosi la testa fra le mani scuotendola, mentre una voce gracchiante urlava - Facciamo cambio! -
- Signorina, non si fanno cambi. Cos'ha la sua compagna che non va? - Chiese indispettita la Pumpkin ad Olivia mentre la demone-armadio digrignava i denti ringhiando sommessamente. Olivia si sedette e la professoressa proseguì con gli accoppiamenti.
Alla fine della lezione Ellis mi fermò, era solo.
- Allora Lil, facciamo dopo pranzo in biblioteca? -
- Tre e mezza? - Chiesi io, lui annuì sorridendomi. In quel preciso istante arrivarono i suoi amici ed il suo sorriso gentile scomparve.
- Tre e mezza Terrestre, non tardare. Non ho intenzione di aspettare una come te e poi ricorda, nessuno deve farmi aspettare. - parlò come se stesse impartendo ordini ad uno schiavo e andò via trionfante, ma prima mi diede una spallata fra le risate dei suoi compagni, Marina teneva la testa bassa vergognandosi per Ellis e per quelle risate perfide che non le appartenevano.
Rimuginai su quanta falsità potesse essere contenuta in una sola persona, decidendo di non fidarmi più di Ellis e limitarmi ad un rapporto superficiale solo e soltanto perché stava simpatico ad Aki.
Entrai negli spogliatoi della palestra, una donna bionda vestita da infermiera mi indicò un armadietto e mi diede la combinazione, quando ci arrivai notai che sull'anta c'era scritto il mio nome e cognome laccato in oro. Lo aprii e presi la divisa; era composta da pantaloncini e maglia a mezza manica bianca e dorata, sul retro di quest'ultima il mio nome e cognome e sul taschino sul retro del pantaloncino, in oro, scritto "Merit" in piccolo. C'erano anche dei calzettoni e delle scarpe da ginnastica, anche questi bianchi e oro. La porta degli spogliatoi fu chiusa e ci venne intimato di cambiarci prima dell'imminente inizio della lezione di educazione fisica. Mentre mi spogliavo sentii un fischio d'apprezzamento alle mie spalle.
- Aki! - Urlai non appena vidi la ragazza che aveva fischiato, la abbracciai pur essendo mezza nuda.
- Cosa ci fai qui? Le vostre lezioni non sono diverse dalle nostre? - Chiesi infilando la maglia.
- Sì ma siamo i vostri protettori nonché coach e personal trainer, quindi saremo noi ad allenarvi con l'aiuto del professore, così da avere una certa alchimia durante i combattimenti veri e propri. Ti avverto, sono parecchio esigente! - Strizzò l'occhio.
Mentre mi infilavo i pantaloncini sentii Olivia gracchiare alle mie spalle - È quello lo definiresti un culo, Light? -
Sentii nuovamente quel fuoco dentro di me, ma sapevo che quello non era il momento adatto per esplodere. Non la guardai nemmeno, mi diressi con Aki verso l'uscita degli spogliatoi e risposi - Io almeno ne ho uno. - ed uscii trionfante.
Scoprii che l'enorme prato e parte del bosco che avevo notato dalle grandi finestre della mensa erano i luoghi adibiti all'insegnamento di educazione fisica e venivano chiamati " La palestra", oltre a chilometri e chilometri di erba di un verde accecante ed alberi dalle più svariate forme c'erano anche vari poli sportivi e arene di proprietà della scuola.
Gli allievi vennero raccolti al centro del parco e divisi in file da dieci ragazzi affiancati dai loro unicorni. Difronte a noi un gigante muscolosissimo dalla pelle verdastra ci stava scrutando dall'alto dei suoi quattro metri e mezzo, quando parlò notai che i suoi denti sembravano fatti di legno.
- Io sono Quercia Follis. - Tuonò - Sono il guardiano del bosco e vostro insegnante di educazione fisica. Noi guardiani dei boschi siamo fate, seppur il nostro aspetto incute timore e non è esile e grazioso come quello dei nostri colleghi. Vi darò rispetto se lo meriterete ma ne esigerò una grande dose, sono stato abbastanza chiaro piccoletti?! -
- Sissignore. - Rispondemmo in coro intimoriti.
- Bene, iniziamo con il volo. Ce ne sono di due tipi; quello vero e proprio, tipico delle creature e quello dei maghi, che consiste in salti molto lunghi e alti che permettono di coprire lunghe distanze. Bene, chi ha sangue puro di creatura si sposti alla mia sinistra, chi di mago alla mia destra e i misti con me. Voi sirene andate in piscina ad allenarvi col colpo coda.
Seguii il professore con Aki e notai che anche Arashi ed Ellis fecero la stessa cosa, anche se mi sembrava parecchio riluttante.
- Avrebbe preferito essere un mago puro. - Mi sussurrò Aki - Ma il sangue materno non glielo permette. - la guardai stupita - E tu che ne sai? -
- Io so molte cose, Lilith. -
Arrivammo in una piccola valle fra gli alberi ed il professore tuonò nuovamente - Siamo arrivati misti, ecco cosa farete. Pensate al volo, all'azione di volare e al concetto in sé, alla sensazione di libertà ed invincibilità che questo gesto potrebbe donarvi, il vento sferzante sul vostro volto. Se vi librerete in aria sarete creature, se salterete sarete maghi. -
Aki si posizionò davanti a me e così fecero tutti gli altri unicorni con i loro protetti - Pronta? - Chiese.
Non risposi nemmeno, volare era da sempre stato il mio più grande sogno, il super-potere che sceglievo sempre quando si giocava ai supereroi. Ci pensai con tutte le mie forze e in pochi secondi ero già in aria volteggiante.
- WOAH! - Urlò Aki strabiliata - Adesso torna giù fulmine! - Seguii il suo consiglio e, mentre ritornavo sulla terra ferma, notai che tutti mi fissavano con odio ed invidia. - Nessuno ci riesce al primo colpo e, fin ora, ci sei riuscita solo tu. - Sussurrò la mia amica appena posai i piedi sull'erba fresca.
- E di solito nessuno ci riesce il primo giorno, o la prima settimana. I più bravi si alzano di qualche metro. Sta dando spettacolo signorina. - Il professor Follis proseguì la frase di Aki raggiungendoci a grandi falcate facendo tremare il terreno.
- Mi scusi, sono mortificata. - Balbettai.
- Esigo sapere il nome della creatura progenitrice. - Tuonò forte.
- Aura Anemos, signore. È una fata dell' Ovest. - risposi intimidita.
Lui spalancò gli occhi - Sei la figlia di Aura?! Ma certo, che stupido, come ho fatto a non pensarci prima! Siete praticamente due gocce d'acqua! - Mi prese per le spalle sollevandomi e portandomi alla sua altezza visiva - Hai ovviamente ereditato il potere di tua madre, anche lei è da sempre stata molto abile nel voto e tutti la detestavano per questo. Che donna tua madre, incredibilmente in gamba davvero. -
Gli altri ripresero ad allenarsi mentre io e Aki ci concedemmo una pausa.
- Ragazze, venite con me. - Ci richiamò il professore.
Ci portò lontano rispetto agli altri ragazzi, vicino ad un albero secolare con rami altissimi.
- Prova a saltare. - Mi disse Follis.
Lo guardai interrogativa - Ma so volare, sono una creatura, ho preso da mia madre. -
- Salta. - Tuonò, sembrava teso.
Lo assecondai intimorita, pensai nuovamente al volo, piegai le ginocchia e saltai. Aki e il professore divennero d'un tratto minuscoli e quando i miei piedi toccarono una superficie mi resi conto di essere arrivata su uno dei rami più alti dell'albero, riuscivo a vedere gli altri allenarsi e tutta la scuola e anche oltre. Scesi impaurita.
Il professor Follis si massaggiò le tempie.
- Molto strano, strano davvero... D'accordo Light, vatti a fare una doccia, Aki tu con me. -
- Aspetti! - Urlai - Sono una creatura o un mago? Devo saperlo! -
Lui mi guardò in silenzio con aria severa - Negli spogliatoi, ora. - Si voltò e sparì nel bosco con Aki al seguito.

L'ultimo dei Guardiani (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora