53. Torno a te che sei per me l'essenziale

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Marco POV

"Andiamo al mare."

"Ma lo sai che potrebbero farci delle foto e domani saremmo su tutti i giornali italiani."

Alessandro mi guardava sorridendo, mi prese la mano e me la baciò con un piccolo tocco, leggero e necessario - per me almeno - perché lui lo sapeva cosa fare per tranquillizzare le mie ansie, in questo ci era riuscito bene, almeno all'inizio.

"Ti importa davvero?"

Sì mi importava, ma non in quel momento, in quel momento avrei solo urlato al mondo quanto amassi questo uomo che avevo davanti.

"No."

Mi misi seduto sul letto con le gambe al petto e gli occhi pieni di felicità. Si stava spogliando per mettersi il costume e io avrei voluto vivere in quella bolla felice, per sempre. Perché ora in quella camera da letto dalle pareti azzurre e le mensole piene di cose di Alessandro, io mi sentivo talmente bene, che avevo quasi paura che una volta usciti di lì, non saremmo più stati noi stessi, o forse avevo solo paura che non sarebbe durata, come tutte le volte che effettivamente era poi successo un dramma dietro l'altro.

"A cosa stai pensando?" Il moro era nudo davanti a me, sorrideva guardando il mio sguardo sul suo corpo, che sembrava di marmo.

"A quanto sei bello."

Mi si avvicinò lentamente e mi stampò un dolcissimo bacio sulle labbra, delicato e dolce. Non mi tolse gli occhi di dosso neanche un secondo mentre si metteva lo slip rosso, che aveva deciso di indossare per andare in spiaggia. Lo guardai attentamente, era così bello che avrebbe tranquillamente potuto far cascare ai suoi piedi qualunque uomo o donna, che fosse. Aveva scelto di amare me e io avevo scelto di amare lui e forse quella era la cosa più bella che potessimo scambiarci a vicenda.

"Anche tu. Ma secondo me stai pensando ad altro. Qualcuna delle tue paranoie."

Risi leggermente, perché poteva passare il tempo ma il - leggermi dentro - era una cosa che non avrebbe mai smesso di fare. Così come entrarmi dentro in qualunque punto del mio corpo, con quella facilità, che era solo sua.

"No stavo solo pensando a come sarà quando usciremo da qui, quando torneremo a Milano. Sono tre giorni che siamo chiusi in questa casa. Fortunatamente è grande, altrimenti tua madre ci avrebbe sbattuti fuori."

Fece una smorfia leggera e si mise seduto accanto a me, mettendomi una mano sulla coscia. Spostai il mio viso leggermente a destra, per guardarlo meglio.

"Io non lo so come sarà, ma so che ti prometto di non mettere mai più nessun muro. Voglio che parliamo sempre, voglio che mi dici sempre cosa pensi e voglio far di tutto per smussare quello che non ti piace di me. Voglio prenderti per mano sempre e non mi interessa cosa dirà la gente, mi interessa solo cosa pensi tu."

I miei occhi piangevano senza emettere lacrime, la mia bocca sorrideva senza sorridere realmente, mi tremava la mano dalla felicità. Erano anni che lo conoscevo e non l'avevo mai sentito fare un discorso più maturo di quello.

"So che sarà difficile in qualche momento, ma sono certo che ce la faremo."

Un bacio sugli occhi, un bacio sul mento, sull'incavo del collo, fino a scendere molto più in basso e ora l'idea di andare al mare non era così esaltante come prima, ora c'eravamo solo io e lui, come sempre negli ultimi giorni.

"Non volevi andare al mare?"

"Ora voglio solo vedere il mare nei tuoi occhi."

Io dentro di lui, era qualcosa che non poteva reggere il confronto con null'altro al
mondo. "Non smettere di guardarmi con questi occhi."

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora