15. Lasceremo un fiore dove un fiore non può crescere

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Alessandro POV

Ero con Marta, quando aprii Instagram e fui bombardato dalla notizia che Marco avrebbe condotto la prima puntata del festival. Ero preparato a doverlo incontrare, avendo vinto l'anno precedente era ovvio che avrebbe cantato la canzone che lo aveva portato alla vittoria, ma addirittura averlo accanto per tutta la mia esibizione, non era proprio una scena esaltante.

Mancava un mese al festival e io e il mio team stavamo ultimando gli ultimi dettagli, io ci sarei andato prettamente per promuovere il disco che sarebbe uscito subito dopo il concorso. Non avevo alcuna esigenza di vincere, anche se avrebbe sicuramente fatto piacere. 

"Come l'ha presa Noah?" mi chiese Marta, mentre bevevamo un caffè in studio.

Mi girai a guardarla, quasi mi cadde la tazzina dalle mani, non avevo capito a cosa si riferisse. Lei capì subito che non avevo la minima idea di cosa parlasse.

"Parlo di Marco."

"Ma in che senso Marta?" 

Il mio viso era contratto dallo stupore e lei scoppiò a ridere, come sempre quando non capivo qualcosa mi prendeva in giro.

"Glielo hai detto che il tuo ex presenterà la prima puntata?"

Sospirai, non ci avevo neanche pensato. Noah era stata una bellissima sorpresa nella mia vita, erano anni che non sentivo quelle specie di farfalle nello stomaco, che sentivo ai tempi con Marco. Stavo bene con lui, anche se la distanza era un macigno, e spesso mi ritrovavo a pensare se fosse davvero quello che volevo per me. La scorsa estate l'avevamo passata in Sardegna da mia mamma, e lui era stato dolcissimo con tutti, si era sforzato di imparare l'italiano e cercava di essere il più divertente possibile. Ma non capivo perché mai avrei dovuto metterlo al corrente della presenza di Marco a Sanremo.

Mi soffermai a pensare a Noah e certamente non mi sentivo di  amarlo. Il paragone con la mia ultima storia seria, era a tratti invalicabile, però mi sentivo sicuramente in una bolla felice. Con lui potevo scherzare, ridere, giocare, ballare e camminare mano nella mano. Mi faceva sempre ridere e poi scopava da Dio, e per me non era un punto da sottovalutare. Insomma era a tutti gli effetti la persona con cui potevo in qualche modo intraprendere un nuovo cammino. 

Nonostante questa consapevolezza, capitava spesso sopratutto nei momenti di lontananza, che io mi irrigidissi un pò, mi chiudessi e iniziassi a dubitare di tutto questo, ma erano la maggior parte delle volte solo pensieri momentanei, che passavano da soli.

"Non gliel'ho detto, ma non penso che gli importi." risposi seccamente. 

Finii il caffè e tornai a lavorare sul disco, la mia testa era però assente, i miei pensieri passavano da Marco a Noah, come una pallina da ping-pong; non riuscivo a darmi pace. Forse aveva ragione Marta e avrei dovuto parlare con lui di questa cosa, ma che poi se ci pensavo bene, cosa avrei dovuto dirgli? Lo sapeva già che lo avrei incontrato in qualche situazione lavorativa, non potevo sicuramente farlo sparire nel nulla.

Mi sentii un pò strano, mi stavo preoccupando della gelosia del ragazzo con cui ormai stavo da mesi, non stavo neanche pensando al fatto che avrei rivisto Marco; forse era davvero passato il sentimento che nutrivo per lui, forse quella era la volta buona per andare avanti.

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Un paio di giorni dopo ero a casa mia, quella sera avevo deciso di passarla da solo, a guardare un pò di puntate di One Piece in pace. Non mi piaceva stare da solo di solito, ma in quelle settimane era capitato diverse volte, per volere mio più che altro. Sentivo l'esigenza di stare solo con me stesso, di riflettere e di ricaricarmi in vista di un periodo molto intenso, che mi avrebbe distrutto emotivamente e fisicamente.

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora