Alessandro POV
"Ceniamo insieme? Ti va?"
"Vediamo dopo, magari lavoriamo fino a tardi e ordiniamo qualcosa."
La sua voce sembrava sempre la sua, ma non proprio. Non riuscivo a capire se fosse una risposta data per non farmi restare male, oppure se non volesse sbilanciarsi troppo.
E se avesse capito che non provava più nulla per me? Se avesse capito che non c'era più spazio per me nella sua vita?
"Ok. Allora a dopo."
"A dopo."
Mi passò la fame. Un pò per l'emozione e un pò per l'agitazione. Mi chiesi come fosse possibile provare delle sensazioni così contrastanti. Si poteva essere felici e tristi, essere elettrizzatiti e terrorizzati nello stesso momento? Eppure quelle emozioni, così strane, non mi dispiacevano affatto. Mi facevano sentire vivo e forse per la prima volta in vita mia, avevo le idea chiare su qualcosa.
L'appetito non tornò e decisi quindi che avrei provato ad andare allo studio di Marco e vedere se ci fosse qualcuno che potesse aprirmi. Di solito c'era sempre qualcuno che faceva chissà cosa, e così fu quando arrivato davanti al portone incrociai qualcuno che non conoscevo, che evidentemente fortunatamente conosceva me, visto che mi fece entrare senza battere ciglio.
Entrando nella solita stanza dalle pareti marroni, sorrisi guardando i quadri appesi ai muri. C'erano delle foto di Marco nel corso degli altri, quasi tutte foto di lui ai suoi concerti. Era così bello, era così cresciuto, era così "Marco".
Mi misi seduto sullo sgabello, mettendo le cuffie, collegai il telefono per mettere una base. Avevo voglia e bisogno di perdermi nell'unica cosa che mi riusciva benino nella vita, visto che con tutto il resto era solo un gran casino.
Chiusi gli occhi, per godermi quel momento, che mi portava nella mia dimensione, quella in cui ero completamente libero di essere me stesso.
"Accetta le mie paure
L'hai fatto sempre
Come uno schiaffo sul viso
Sono un bastardo, uno stronzo, narciso
Fumavo in campi di grano, poi mi sdraiavo
Con te per ore
Mi dicevi, "Tu non hai emozioni"
Più che finire in un threesome volevo dei fiori"Alzai la voce mentre cantavo questo pezzo della canzone e aprendo gli occhi mi accorsi che non ero più solo. Marco era seduto sul divano che mi guardava, con interesse. Le labbra leggermente schiuse e un sorriso leggero stampato negli occhi.
"Continua"
Non sentii la sua voce, ma riconobbi il labiale. Mi spostai con la sedia per guardarlo, perché avevo bisogno del contatto visivo e senza chiudere più gli occhi ripresi a cantare, ora come un sussurro, con un filo di voce.
"Non ti vergognare
Se ciò che provi per me non è più ciò
Che ti piaceva immaginare
Se il nuovo tipo che hai
Non me lo riesci a presentare
Le nuove storie, sai, aiutano a scordare
Vecchi nodi da lasciare andare
Quello di noi, di noi, di noi, no"Quella parte era così attinente che non avrei potuto scegliere altre parole da dirgli in quel momento. Ora lui non sorrideva più, mi guardava e basta, le sue iridi erano dilatate e le guance tirate, in una smorfia.
Tolsi le cuffie e sospirai leggermente, non volevo creare imbarazzo fra di noi, non volevo che quella giornata andasse male.
"Comunque non è vero, me l'hai presentato."
Vidi i suoi pensieri scorrere come se fossero proiettati sul muro davanti a noi, si capiva che non sapeva di cosa parlassi, ma poi ci arrivò da solo, senza troppe spiegazioni.
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Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the Moon
FanfictionCOMPLETA! Mi misi la camicia e allacciai la cintura dei pantaloni, non riuscivo più a guardarlo. "Quindi non mi ami?" mi chiese, con uno sguardo confuso, perso. "Non ti amo più." Il silenzio che portò quella frase, mi fece male, ma era necessario; s...