37. Lo vedi sulla mia faccia tutto ciò che non dico

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Alessandro POV


"Cami per favore."

Ero al limite delle lacrime, dure, forti come macigni. Non potevo permettermi di crollare così, in quel momento era l'ultima delle cose che potevo e volevo fare.

"Ale non puoi scappare così, torniamo dentro."

Sospirai e accesi un'altra sigaretta, cercando di calmare i battiti cardiaci, riportandoli ad un ritmo normale.

"Lui stava ballando la mia canzone, come se fosse normale, come se non gli importasse nulla di me. Mi stava prendendo in giro. A te sembra normale tutto questo? Io quella canzone l'ho scritta per lui. Tutte le mie canzoni sono per lui."

Le lacrime scesero spontanee lungo il mio viso, stavo soffrendo forte troppo. O forse tutto quello che avevo cercato di ripremere stava uscendo dal mio corpo, esplodendo con tutti gli interessi. Non ero solito lasciarmi andare in quel modo, non ero solito piangere in quel modo, in un luogo pubblico. Quella forse era prima volta che succedeva in tutta la mia vita.

Camilla mi strinse forte a sé, mi accarezzò i capelli. "Ti fa bene piangere, ti fa bene."

"Lui non mi ama più. Io come faccio ad andare avanti senza di lui? Mi manca così tanto Cami, troppo. Perché non ti ho ascoltato per anni? Perché ho rovinato tutto."

Piangevo sempre più forte, per fortuna non c'era nessuno attorno a noi, eravamo in un punto abbastanza isolato e nessuno ci poteva vedere.

"Ale forse non era il momento e forse non lo è neanche ora. Non voglio illuderti ma Marco ti ha amato davvero, vi ho sempre invidiati ho sempre invidiato il vostro sentimento lo sai e quel tipo di sentimento non si può dimenticare così facilmente."

Lei parlava a bassa voce, con tono incerto, non sapeva realmente se volesse dirle quelle parole, anche se era quello che pensava, probabilmente non voleva illudermi.

"E cosa dovrei fare?" La mia fu quasi una supplica, non avevo la ben che minima idea di cosa avrei potuto fare e se era il caso, soprattutto, di fare qualcosa.

"Non lo so, ma credo che non dovresti fare nulla stasera, quando andrai in studio vedi come si comporta lui e poi nel caso ci parli."

"Ma lui è fidanzato." Sbuffai abbassando ancora lo sguardo.

"Anche tu lo eri a Sanremo."

Risi leggermente, guardando la sua espressione maliziosa stampata sul viso.

"Io non ce la faccio. Adesso vado da lui e gli urlo contro."

Lei scoppiò a ridere di rimando, prendendomi in giro. Mi asciugò le lacrime con il palmo della mano e mi prese per mano, mentre si metteva a sedere sul muretto accanto a me.

"Sei ubriaco, meglio che stai bono. Adesso torniamo dentro e balliamo e tu ti tranquillizzi."

"Ok" sospirai infine guardandola ancora dolcemente. "Grazie amore, non so cosa farei senza di te."

"Sei un disastro con me, immagina senza."

Le feci un pizzicotto sul fianco e poi mi alzai in piedi, prendendola a braccetto.

Continuò ad accarezzarmi i capelli lentamente, mentre camminavamo stretti uno addosso all'altro. Meno male che avevo lei e gli altri: Valentina, Sabrina, Gabriele, Filippo e i miei amici di sempre. Sapevo già cosa avrebbero detto se fossero stati con noi quella sera, sapevo le parole che avrebbero usato ognuno di loro.
Vale e Sabri mi avrebbero detto di andare da lui e far un gesto eclatante, romanticone come erano, per loro quella sarebbe stata l'unica soluzione possibile.
Gabriele, beh lui mi avrebbe detto che avrei dovuto chiarirmi le idee una volta per tutte, prima di andare da lui, ma poi mi avrebbe spedito a caldi a casa sua.
Filippo invece, beh a lui Marco non era mai piaciuto, quindi sicuramente lui mi avrebbe fatto ragionare in senso opposto.
Pensai ai miei amici, alla famiglia che mi ero scelto, pensai a loro e sorrisi, sorrisi di cuore perché dopotutto ero fortunato ad essere accerchiato da tante persone che mi voleva così tanto bene, in modi diversi.

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora