58. E finalmente vedo che belle le tue paure

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Marco POV

"Dormirò io sul divano, é colpa mia se siamo in questa situazione."

Alessandro sbuffò e fece solo un cenno con la testa, prima di sparire in camera da letto, dopo aver sussurrato appena un "buonanotte."

Presi il telefono, scosso da tutto ciò che era successo in appena due ore. Dovevo scrivere qualcosa ad Andrea, ma non sapevo neanche da che parte iniziare.

Marco - ore 01:03
"Ciao Andrea,
lo so che avrei dovuto
usare altre modalità,
ma io non volevo ferirti."

Andrea - ore 01:05
"Marco non importa.
Spero tu sarai felice
con lui."

Marco - ore 01:09
"Tu sei una persona speciale.
Io avrei davvero voluto amarti
e sapere che avrei passato
il resto della mia vita felice.
Ma amo Alessandro, da sempre.
Spero che un giorno, quando
mi odierai un po' meno, potremmo
diventare magari amici, e vederci
ancora."

Andrea - ore 01:15
"Ora non me sento.
Ma un giorno vorrei davvero
vederti felice e forse potrò
anche essere suo amico."

Marco - ore 01:16
"Io vorrei vedere felice te.
A volte penso che te lo
meriti più di chiunque altro.
Ti scrivo quando torno a
Milano. Buonanotte💛."

Andrea - ore 01:18
"Marco ricordati che vali tanto.
Non farti mai mancare di
rispetto da nessuno, mai.
Buonanotte❤️"

Sbuffai leggermente e mi misi sdraiato, coprendomi con la coperta fino agli occhi, come se quello bastasse a coprire l'ansia che provavo. Stare in quella casa, lontano da Alessandro era come una coltellata in pieno petto. E se lui non me l'avesse perdonato quel passo falso?
Mi addormentai poco dopo, stanco e in agitazione e quando riaprii gli occhi la mattina successiva, sentii il profumo del caffè entrarmi nella narice, come una coccola.

Mi alzai e andai in cucina, Alessandro stava preparando la colazione, a petto nudo osservai la sua schiena illuminata dalla luce della mattina che entrava dalla finestra, era così bello e dentro di me pensavo solo a quanto avrei voluto vederlo preparare la colazione, tutto il resto dei miei giorni.

"Buongiorno."

Si girò di colpo e mi osservò, avevo la faccia di chi non avevo dormito molto bene, sul mio viso ancora i segni del cuscino e in bocca la voglia di urlare quanto lo amassi, ma non lo feci, perché tanto lui lo sapeva già quanto io fossi in verità dispiaciuto.

"Buongiorno Marco. Se vuoi farti la doccia, qui è pronto fra dieci minuti."

"Ok grazie."

Rimasi impalato a guardarlo. Volevo abbracciarlo, ma non avevo il coraggio di chiederglielo, quindi mi voltai e mi chiusi la porta alle spalle.

Sotto l'acqua della doccia pensai a cosa sarebbe significato per me perdere l'unica persona che avevo davvero amato. Pensai a quanto fosse cambiato in così poco tempo, a quanta maturità traspariva da ogni suo gesto attuale.

Quando tornai da lui, lo trovai in giardino seduto sul tavolo che aveva imbandito con due pancake a testa, un cappuccino per lui e un caffè americano per me.

"Grazie Ale. Hai dormito bene?" Chiesi sedendomi sulla sedia.

"Diciamo di si. E tu? Avrai la schiena rotta."

"Si mi sei mancato stanotte."

La mia frase uscì fuori come fosse un sussurro, o una richiesta di affetto.

Marco Mengoni & Mahmood - Shades of the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora