My city

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La luce sbatteva prepotente contro il parabrezza e quasi gli occhiali da sole non riuscivano a bloccare quei raggi così forti da far bruciare la pelle sotto essi.

Il volante iniziava a scottare ma nulla neanche il calore e il fastidio che arrivavano contro la mia guida mi avrebbero fatto odiare quel viaggio.
Stavo tornando a casa per il gp.
A casa mia.
Finalmente la gara per me più importante dell'anno era arrivata.
Ancora una volta era quel momento dell'anno.

Accanto a me un piccolo Arthur felice continuava a fare zapping tra le canzoni facendo così da ottimo dj per il lungo viaggio che ci divideva da Modena a Monaco.

Dopo 5 ore lunghe piene zeppe di risate, ricordi, scherzi e musica finalmente potevamo vedere in lontananza la nostra meravigliosa città.
La mia monaco.

" fratellone non sei emozionato ?"
" da morire Arthur lo sono sempre quando torno a casa "
Arthur sorrideva in modo furbo e potevo vedere lontano un miglio che aveva nella sua mentre un idea.
Un idea che dallo sguardo riteneva meravigliosa.

Le lunghe dita slittavano veloci sul suo schermo fin quando una canzone non prese a suonare nell'abitacolo ed improvvisamente arthur aveva deciso di farmi piangere.

Take me back to the city that I call my city
Where everybody knows my name
Take me back to the people that I call my people, yeah
I'm a long, long way from my city, my city

Le strade di monaco iniziavano ad aprirsi davanti ad i miei occhi,
le persone riconoscendo la macchina sventolavano le mani felice di rivederci entrare a casa.
Quella canzone in quel momento era perfetta e arthur aveva fatto una mossa eccessivamente cattiva per il mio povero cuore.

"This one goes out to the ones that feel like an underdog
Used to write me off, now they changing up the dialogue
Raise a glass to the past and all them that we're proving wrong
You can take me out the city, but I brought my fam along, yeah"

Gli occhietti del minlre brillavano mentre urlava dalla gioia,
cantando quella canzone a squarciagola  invitandomi a seguirlo con la strofa successiva.

"And the memories replay in my head
But I won't let them burn me again
I came too far just to let go
Baby, I'm coming back home
Coming back home"

Davanti ai miei occhi le stradine,
le curve.
I posti che da piccoli facevamo correndo come pazzi a piedi,
in bici, con papà con jules o con Lorenzo e mamma che ci urlava di non farci male.
Quei posti che amavo in modo così sconfinato che non avrei mai lasciato per nulla al mondo.

Insieme cantavamo il ritornello e Arthur non contento,
abbassò i finestrini facendo entrare il vento che si scontrava sui visi come una brezza talmente fresca da essere quasi tagliente.

"Take me back to the city that I call my city
Where everybody knows my name
Take me back to the people that I call my people, yeah
I'm a long, long way from my city, my city"

Non sapevo come ad minore fosse venuto in mente,
ma il mio cuore stava esplodendo di emozioni pure e una cosa era certa amavo arthur in una maniera spropositata.
il mio piccolo fratellino aveva un posto d'onore nel mio cuore che non sarebbe mai stato eguagliato.

"And my city knew my name before the name came
Living in the fast lane, ain't have to change lanes
Had a hoodie on my head before the rain came
Sometimes family and friends, that's the same thing"

Mentre sentivo quelle parole le immagini di joris, andrea, alex, pierre, kika e anche carlos,
arrivavano come missili scoppiando dietro le mie palpebre aperte fino a vedere l'amore di arthur, di Lorenzo? di mamma e di max che mi aveva circondato fino a quel momento.

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