Han: la lucciola nell'oscurità

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Spazio autrice.

Vi lascio il nuovo capitolo poiché avevi voglia di scrivere....
Solo per linea temporale arriva fino a venerdì.
Di conseguenza il prossimo non sarà come sempre solo la prima parte della settimana di gara, ma comprenderà anche sabato e domenica della precedente.

Detto ciò vi lascio al capitolo.
Buona lettura ❣️❣️

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Nella cultura coreana c'è una parola,
un concetto, una filosofia che descrive l'indiscrivibile.

La parola han è un concetto intriso di astrattismo.
Simboleggia un dolore talmente profondo, lacerante da far perdere la testa.
Uno di qui dolori che ti sembra sempre più impossibile da guarire.
Un qualcosa di davvero estenuante.
Un pozzo buio senza fondo, dove continui a cadere sempre di più sempre di più.

Un livello psicofisico dove il fondo non lo trovi mai perché si abbassa sempre di più e continui ad essere risucchiato dalle tenebre.
E più vieni risucchiato più sparisce la tua anima, la tua essenza.

Ciò che brillava nel tuo cuore diventa solo luce grigia ed opaca, la tua essenza verrà spazzata via, volerà lontano da te.
E tu chi sarai ?
Chi sei ?
Chi eri ?
Solo un corpo che cade sempre più in fondo, perdendo se stesso e tutto ciò che lo circonda e accogliendo nei giardini del cuore solo pece.

Ma non è solo questo.
Quello che rende complicato il concetto in sé di questa parola è proprio il significato più profondo.

Nel misto di tutte queste sensazioni disperatamente scure, nella coltre massima di dolore, la parola assume un'altra faccia della medaglia.

Quando i tuo occhi smetteranno di guardare verso il fondo inesistente, verso una caduta infinita.
Quando smetterai di aspettare il tonfo del tuo corpo sul suolo, e volgerai gli occhi verso l'alto,
solo allora capirai l'essenza dell' han.

In tutto quel buio, quell' oscurità, in tutto quel dolore, una piccola luce si aprirà infondo ad esso.
Una piccola, piccolissima lucciola fatta di speranza brillerà in tutto quel marasma di negatività.

E in quel momento dove non sai più chi eri, chi sei o chi sarai.
Dove pensavi che tutto fosse perduto, devi aggrapparti a quella lucciola.
Ignorando il pensiero che un essere così piccolo non ti potrà salvare.
Tu ti devi solo aggrappare ad essa.
E piano piano, battito di ala dopo battito di ala riuscirai a risalire.

Il sentimento di han era dolore, perdita della propria identità, depressione mista ad un sentimento di cieca speranza.

Quella parola descriveva ciò che iniziavo a provare nel mio cuore.
Non pensavo che una piccola parola così breve, potesse contenere tanto significato.
Ma soprattutto non credo potesse dipingere il mio stato d'animo.

Ed invece sembrava un ritratto maniacale.
Perfetto anche nei minimi dettagli.

La notte, o forse dovrei dire la mattina, tra la domenica e lunedì fu proprio quel sogno.
Mi sentivo precipitare, giù sempre più giù.
Risucchiato da una forza invisibile mentre tutto ciò che amavo lo vedevo sgretolarsi come consumato dal tempo.

Poi una piccola lucciolina si era poggiata sul mio viso chiedendomi gentilmente di seguirla con le mie mani.
Poi mi svegliai.

I raggi del pomeriggio illuminavano la stanza ordinata,
il silenzio regnava sovrano nella casa.
Il mio viso però a differenza di come mi ero addormentato non era schiacciato sul petto del maggiore.

Il suo profumo era forte e intriso in ogni fibra di tessuto.
Tutto sapeva di noi in quelle lenzuola.
I due profumi si mischiavano in modo armonioso.
Ma oltre al profumo dell'inglese non c'era traccia.

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