Round 14: un perfetto equilibrio

140 7 26
                                    

Lo scorrere degli eventi e della vita mi aveva sempre affascinato.
Il modo in cui agivano e pensavamo a tali azioni in momenti postumi.

E con essi mi aveva sempre incuriosito la nostra mente.
Quel consolidato labirinto di emozioni, ricordi, aspettative e desideri.

La mente contornata e ingarbugliata si riversava nei fiumi in piena della vita facendo si che stratipassero.

Delle volte il pensare negativi ti trascinava solo giù, dove la luce non arrivava ma se provavi ad essere positivo allora arrivavano le illusioni e i sogni ifranti.

C'erano momenti della vita destinati a rompersi come vasi di cristallo che si scontrano con il pavimento, indipendentemente da ciò che pensi e provi.
E ci sono altri momenti destinati ad essere il collante oro con cui i giapponesi riempiono le crepe.

Non c'era un vero modo di affrontare la vita.
Dovevi viverla e apprezzare i momento bui come la coltre di pece e quelli luminosi e splendidi come l'oro.

L'universo toglie ma sono sempre stato convinto che così come toglie deve ridare.
L'universo è una bilancia in perfetto equilibrio.
Nulla può pendere per sempre da uno dei due lati.
Non si tende verso l'infinito ma solo verso un placido equilibrio che appena si incrina qualcosa lo livellerà.

Aspettavo e aspettavo sotto il pesante cielo di domande il momento in cui L'universo mi avrebbe restituito ciò che mi aveva tolto.
Erano anni che avevo solo pesanti reclami da esso, nessun regalo e nessun conto saldato ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato.

Ci sono dei momenti che arrivano quando meno te lo aspetti o quando ormai non ci credi più.
Delle volte arrivano subito altre dopo.
Devi solo portare pazienza, alla fine L'universo era indaffarato a guardare milioni e milioni di vite.

Nessuno di noi era il suo centro.
E nessuno di noi era buono o cattivo.
Tutti eravamo i cattivi della storia di qualcuno e tutti noi eravamo solo macchie grigie che camminano.
E le stelle che ci giudicavano prendevano il loro tempo per far sì che la ricompensa sia adeguata e data al momento opportuno.

I miei occhi erano serrati nel buio di un placido sonno che provavo a conservare nonostante il baccano presente su quell'aereo.

Lando, carlos e daniel Urlavano come tre pazzi di chissà cosa.
Il più piccolo dei tre rideva come un gabbiano in fase di crisi per colpa delle parole nella lingua madre dell'ispanico, assecondato infine da un italiano stroppiato di dan.

D'altro canto george lewis e alex parlavano a bassa voce di canzoni e qualche opera che avrebbero voluto vedere e che al momento si stavano tenendo proprio bella capitale grigia.

Io d'altro canto provavo solo a sonnecchiare senza successo.
Dalla notte precedente aleggiava in me un presentimento lontano.
Una morsa lieve allo stomaco che negli anni avevo imparato ad interpretare.

Leggera era un evento che si sarebbe dovuto tenere tempo dopo.
forte come un pugno oun crampo persistente invece,
ciò che sarebbe accaduto era vicino.
Ormai per quanto spesso mi capitava riuscivo a percepire se l'evento fosse positivo o meno.

In quel momento ero solo sicuro che qualcosa sarebbe successo, magari tra settimane chi lo sa ma sarebbe successo.
Avevo un leggero dolore alla bocca dello stomaco e continuavo a rimuginare su tutto ciò che potessi rimuginare durante la notte.

Lewis mi aveva trovato sveglio verso le 3 a rigirarmi tra le sue braccia.
Si era accorto della situazione tragica poiché ero arrivato talmente allo stremo del non riuscire a prendere sonno che mugulavo sofferente.

Tutto mi irritava, le lenzuola, il caldo, lo star lontano da lew se mi spostavo, i ricci, me stesso addirittura.
Così per la frustrazione e la stanchezza che mi reclamave,
ma l'impotenza di dormire,
mi ero passato rassegnato una mano sul viso e la voce era uscita spontanea.

In-YunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora