If the world was ending

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Spazio autrice

Vi chiedo terribilmente scusa.
Sono in ritardo pazzesco è vero e spero di recuperare il prima possibile.
Purtroppo tra università e febbre sono stata davvero limitata a scrivere.
Dovrebbe ricominciare un periodo più tranquillo, spero,
E spero di pubblicare tutto il prima possibile.
Ma nel mentre spero che questo capitolo sia di coltro gradimento e vi auguro buona lettura.
❤️❤️❤️❤️
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" questa è una mattina del Brasile.
Vivo dentro a un violento diamante,
Tutta la trasparenza della terra
Sì materializzò
Sulla mia fronte."

Pablo Neruda.

Il Brasile era un posto dove tutto urlava di appartenere a quella terra.
Era uno di quei luoghi dove non potevi non sentire la sua area caratteristica e la sua essenza vitale.
Non potevi scambiare una sua città per una simile vista in un altro luogo.
Il Brasile era unico.
Non esisteva terra più unica nel suo genere di quella.

Il colore del cielo era un azzurro tenue sporcato costantemente da del giallo chiaro residuo dei raggi di sole dolci.
L'aria fresaca o bollente odorava di frutti maturi, fiori delicati e salsedine del mare.
Sembrava di vivere con un filtro vintage sulle iridi degli occhi.

Tutto aveva quei colori vividi ma leggermente sfocati, abbastanza da far sembrare a chi li guardava di starsi trovando in una specie di stato di trans.
Una patina che creava un ricordo permanente e indelebile.
Il Brasile come l'Africa sarebbe rimasto impresso come un marchio fatto a fuoco sulla pelle di chi lo visitava.

Potevi sentire lo spirito di quel luogo guardando il cielo chiaro, il mare smeraldino o le palme che ondeggiavano mosse dal vento.
Potevi sentire il Brasile degli odori freschi e carichi che si aggrovigliavano lungo le stradine delle piccole città.
Potevi sentire il Brasile nel suo essere bivalente tra mare e fiancate di montagne e scogliere che cadevano a picco su di esso.

Potevi vivere il Brasile attraverso i suoi colori ed i suoi sapori.
Ma uno dei modi migliori di vivere il Brasile era con la musica e le parole delle persone che abitavano le coste colorate e frizzanti del luogo.

C'erano così tanti modi di vivere lo spirito e la storia brasiliana.
Così tanti luoghi da vedere, naturali e non.
Così tante gemme nascoste tra la sabbia dorata delle spiagge che spesso per quanto era accecante il colore del mare nel riflettere il sole scomparivano dalla vista.

Sicuramente San Paolo era tra le tappe che più preferivo ed attendevo di tutto il calendario.
Erano poche le piste che non rientravano nei miei gusti ma quella, quella era diversa.
Di piste come interlagos non ne potevano essere create altre. 
L'unica era solo nella terra verde gialla che significava tanto per me.

Il Brasile era la mia seconda casa, una casa che non avrei mai pensato di poter avere, che era entrata nel mio cuore irrompendo senza chiedere permesso, facendosi amare e desiderare come poche cose al mondo.
Era diventata una gemma accecante che amavo e custodivo come poche cose che avevo nella vita.

Avere due luoghi di appartenenza era forse una cosa assurda per qualcuno ma per me era solo e soltanto un grande onore ed orgoglio.
Amavo l'Inghilterra in modo imprescindibile da tutto ma il Brasile, il Brasile era diverso.

Se mai mi avessero detto all'epoca, quando guardavo ayrton Senna gareggiare nella sua monoposto per le piste della f1 di quegli anni, mentre ero seduto davanti ad una televisione sgranata e con il cuore che batteva all' impazzata, che un giorno il popolo del mio idolo ed eroe mi avrebbe amato al punto di donarmi la cittadinanza e la possibilità di sentirmi parte di quel mondo non ci avrei mai creduto.

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