Parte 77

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- Ho deciso che devo dirvi tutta la verità, meritate di sapere.

Prometeo e Alexis, non vi ho incontrato per caso, vi ho seguito da quando siete arrivati in questa colonia.

Vi chiedere perché? -

Io e Alexis, ci guardammo e poi volgemmo lo sguardo ad Amil per sentire

cosa avesse d' aggiungere.

- Mi è stato chiesto di ottenere la vostra fiducia per poi farvi unire a noi. -

- Noi? - sottolineò Alexis.

- Sì. Faccio parte della resistenza, ci serve il vostro aiuto per battere il generale e rovesciare il governo. -

- Da quanto ci seguite? -

- Possiamo dire da sempre. -

- Sempre? Ti prego spiegati meglio, perché sta diventando inquietante. - incalzai.

- Vi teniamo d' occhio da quando eravate al Gabbio. -

- Come è possibile? -

- La resistenza si organizza da anni, ormai conta persone nei campi più svariati, persino in quei laboratori. -

Forse, incominciavo ad inquadrare la situazione.

- Ma certo, Albert è uno di voi! -

- Ebbene sì, gli era stato chiesto di farvi evadere e così ha fatto. -

- Anche quello che è successo dopo, era opera sua? -

- Se ti riferisci alla stanza di controllo dei missili, non era una sua idea.

Il gruppo che vi ha rinchiuso fa parte della corrente più estremista della resistenza, per loro il sacrificio di vittime innocenti non è problema.

Dopo la vostra "evasione", sapevamo che non vi sareste più fidati di Albert.

Allora abbiamo pensato a cosa avreste potuto fare.

Per dei ricercai, la cosa migliore è scappare in una delle colonie.

Qui, entra in scena il capitano della nave che vi ha trasportato qua. -

- Anche lui è dalla vostra parte? -

- Assolutamente sì, voi volevate andare in un'altra colonia, ma ci servivate qui,

quindi, con la scusa di uno scalo, vi abbiamo portato qua. -

- Ma se è andato a chiamare l'esercito per farci arrestare! -

- Ma combinazione, io sono arrivato in tempo per portarvi via, una coincidenza? Io credo di no. É stata tutta una strategia per ottenere la vostra fiducia. -

- Quindi è stata tutto un'illusione? Ogni mia scelta, era influenzata da voi? -

- Ho paura di doverti rispondere di sì. -

Ci fu un momento di silenzio, si poteva sentire il respiro di ognuno di noi. Onestamente, cominciavo a non sentirmi più tanto in colpa di aver accettato di tradire Amil.

- Spiegami ancora una cosa, la prima volta che sono uscito dal Gabbio, non ero ricercato e ho potuto visitare la città, come stato possibile? -

- In questo è stato bravo Albert, ha causato un bug nel sistema che ti

mostrava all' interno del mondo digitale, anche se non c' eri. -

- Ho un'altra domanda: quando ho visitato la capitale, una guida mi ha

parlato bene di Alexis, prima che lo conoscessi. Anche lui è d'accordo con

voi? -

- Sì e no. Collabora con noi e sì, doveva parlarti bene di Alexis, per "attirare la tua attenzione" nei suoi confronti. Perché nell'immediato futuro l'avresti incontrato. -

Dopo questo, pensai al mio incontro con Beatrice nel quale la figura di Alexis, ne venne gravemente danneggiata.

Su quell' incontro decisi di non fare domande per non insospettire Amil.

Il coinvolgimento della ragazza con l'esercito doveva rimanere un segreto.

- E tutto? - chiesi.

- No, adesso, comincia il peggio. -

- Continua. - esortò Alexis.

- Prometeo, ricordi l'uomo che prima ha sbattuto violentemente la porta? -

- Certo. -

- Era incazzato nero perché ha ricevuto un secco rifiuto. -

- Su quale argomento? - incalzai.

- Su di te. Come me, non crede che ti abbiano rilasciato senza condizioni e pensa che dovremmo prendere provvedimenti. -

- Quali? Che cosa ti ha proposto? -

- La cosa peggiore. La tua uccisione. -

- Hai detto che ha preso un rifiuto... -

- Sì, mi sono opposto, ma questo non lo fermerà. Sarà andato a chiamare rinforzi per avere nuova linfa alla sua causa. -

La cosa mi turbava, ma non più di quanto avesse dovuto. Sarà che, ormai, avevo una certa famigliarità con le minacce di morte.

Era come avessi fatto una membrana per respingere le minacce.

Qualche volta passavano a traverso, ma arrivavano più leggere.

Forte di questo mio scudo morale, non diedi segni di particolare preoccupazione e rassegnazione.

Questo meravigliò Amil.

- Non ti vedo preoccupato o nervoso, stai bene? É normale avere paura di morire. -

- È da un po' di tempo che ho smesso di avere paura di morire. -

Era vero, in quel momento, pensavo solo ad un'idea per sventare il piano della resistenza.

Per una vena di puro egocentrismo volevo risultare il miglior stratega.

Ero stato raggirato come volevano, forse l'esercito non era poi così male.


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