Parte 79

2 2 0
                                    

Ai primi raggi del Sole ero già in piedi.

Pronto per ciò che mi sarebbe accaduto.

Uno dopo l'altro arrivarono nella sala: Amil, Timoteo e Alexis.

Beatrice aveva dormito a casa della nonna, ma sarebbe venuta di sicuro.

- Dobbiamo andare, è ora. - intimò Amil. Dai suoi occhi, si poteva notare che tutto questo proprio non gli piaceva.

Era mattino presto e la città si stava svegliando.

Il tipico via vai del mercato era debole o, in alcune zone, del tutto assente.

Con poca gente in giro, è più facile passare inosservato.

A pochi passi dalla casa, trovammo Beatrice che ci stava raggiungendo.

- Non pensavate di andare senza di me? - scherzò.

In quel momento una battuta era gradita, il clima era fin troppo teso. Arrivammo alla caserma abbandonata con un discreto anticipo sull' ora dell'incontro.

La struttura era imponente, colpita dalle piaghe del tempo e dall' intemperie,

ma ancora piuttosto solida.

Senza accorgermene arrivò l'ora x.

Dalla parte opposta, un gruppo abbastanza folto, si diresse verso di noi. Come due eserciti, pronti a scagliarsi l'uno contro l'altro, si schierarono di fronte a noi.

Erano una ventina, sguardo severo e facce poco raccomandabili.

- Non credevo saresti venuto. - guardandomi.

- Questo perché non mi conosci. Allora come avverrà? -

- Sta tranquillo non ti faremo soffrire. Abbiamo fatto preparare un veleno mortale, ma indolore. Lascerai questo mondo senza neanche accorgente. –

Mi porse una boccetta, contente la tossina. Aveva un colore tendente al grigio. Davvero poco invitante.

- Bevila e tutto sarà finito. -

La guardai poi mi voltai verso i miei amici.

- Mi dispiace. -

In quell' istante esatto gli uomini della resistenza vennero circondati.

Un gruppo di soldati scelti, li mise sotto tiro. A guidarli il generale in persona.

In prima linea c' era Ottaviano.

- Bastardo! Sapevo che non potevamo fidarci. - gridò l'uomo che mi voleva

avvelenare con tutta la forza che aveva.

Ero ancora molto attaccato alla vita e, pertanto la sera prima nella mia

passeggiata, mi ero messo in contatto con l'esercito.

Quelle specie di pietre che mi avevano dato, erano tornate utili.

Al momento dell'arresto, avevo sensazioni contrastanti. Ma prima di tutto,

c'era la gioia nell' esser vivo.

Mi si avvicinò il generale.

- Complimenti, non pensavo che avresti portato a termine il nostro accordo. -

- Adesso, rispettalo tu. -

- Certo, sono un uomo di parola. Sarei reintegrato nell' esercito e risponderai direttamente a me. -

Questo era l'unico vantaggio di tutta quella assurda situazione.

Amil, Timoteo e Alexis vennero arrestati, ma ottenni che vennero messi il più lontani possibili dal resto della resistenza.

Beatrice, il cui ruolo all' interno delle forze governative, era poco chiaro, venne lasciata libera.

Le successive ore furono molto frenetiche, Ottaviano venne nominato direttore della prigione.

Mentre io e il generale Cornelio Augusto, ritornammo in fretta nella capitale.

Sull' elicottero, pensai a quanto avevo fatto.

Non avevo molta scelta, mi avrebbero avvelenato. Inoltre, ora, ero un ufficiale dell'esercito. Finalmente facevo parte di qualcosa, finora non mi ero mai sentito integrato. O, meglio, quando succedeva, finiva tutto nel peggior modo possibile.

Mentre riflettevo, dovevo avere una faccia molto pensierosa.

- Non avere rimorsi, non erano altro che terroristi. -

- Forse, ma credevano in un mondo migliore. - come mi era uscita una simile frase? Come avrebbe reagito, colui che governava totalitariamente da anni? In maniera assurda. Sorrise!

- Pensi davvero che senza di me, il mondo sarebbe migliore? -

Lo squadrai, cercando di capire, se potevo essere sincero o meno.

- Ti sei mai chiesto come ho preso il potere? -

- No, veramente mi sono sempre basato su quello che mi hanno detto. -

- Male, molto male. -

- Ne parleremo più avanti, stiamo per atterrare. -

Il palazzo presidenziale aveva il parcheggio per elicotteri sopra

il tetto.

Fummo subito scortati all' interno.

Avevo intravisto dei sostenitori, oltre ai cancelli.

Cartelli, striscioni e magliette che inneggiavano al generale.

La notizia dell'arresto della parte più estremista della resistenza era arrivata

fin qui.


Il silenzio della libertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora