Parte 43

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Il giorno seguente, mi svegliai con voglia di godermi ogni singolo attimo che mi rimaneva e decisi che avrei fatto l'addestramento.

Pertanto, in perfetto orario per l'inizio delle lezioni, mi presentai.

Appena Demo, mi vide.

- Sono felice di vederti. – esclamò, mi sembrava felice veramente.

- Davvero?

- Certo. Aspettiamo gli altri per cominciare. –

- Tanto non ho fretta. – Dentro di me, si fece strada un'impazienza che non pensavo di avere.

Rimanemmo parecchio tempo in attesa che si presentasse qualcuno, ma niente.

Non arrivò nessuno.

A un certo punto, con la pazienza che ci aveva lasciato da qualche tempo, decidemmo di rientrare a vedere cosa fosse successo.

Non facemmo in tempo. Vedemmo Alexander che stava venendo nella nostra direzione. Non poteva essere un caso.

- Sono venuto per informarvi che oggi nessuno farà l'addestramento. –

esclamò con un certo nervosismo.

- Perché – risposi subito.

- Perché ieri tutti hanno fatto l'addestramento, trascurando la costruzione del villaggio. Non erano questi gli accordi, perciò oggi tutti si occuperanno del villaggio. –

- Va bene, non è un problema. – ribatté Demo, con una comprensione che non era da lui.

Detto questo, Alexander fece ritorno nelle mura del villaggio. Ancora una volta, ci ritrovammo io e Demo da soli.

- È destino che non mi devo addestrare. – esclamai con un sorriso per rompere la tensione che circolava nell'aria.

- Non è detto. Tu, non devi costruire il villaggio. Perciò puoi allenarti. –

- Alleneresti solo me? –

- Non ho di meglio da fare. Inoltre, ti dovevo allenare già quando eravamo nel mio villaggio. –

Così, passai il resto della giornata ad imparare l'arte del combattimento.

Per cominciare corremmo intorno al villaggio, non so quante volte. So, solo,

che a un certo punto, caddi per la stanchezza.

- Sei già stanco? – chiese, con un'aria di superiorità.

- No, sono proprio morto! – risposi, con l'ultimo soffio di fiato. Sorrise, gli doveva essere piaciuta la mia risposta.

- Allora facciamo una pausa. –

- Bella idea. –

- Dai, dopo t'insegno qualche colpo! –

- Dove hai imparato? –

- Se vuoi sopravvivere qui, devi saperti difendere! –

Saltai in piedi con molta voglia d'imparare.

Passammo il resto della giornata ad allenarci nelle arti marziali. Saltammo perfino il pranzo, in questo modo arrivammo alla cena che eravamo sia esausti e sia affamati.

Durante la cena, mangiammo talmente di corsa che attirammo l'attenzione degli altri. Ci fu, addirittura un momento in cui, mi parve, che stavamo mangiando solo noi, gli altri erano impegnati a guardarci.

Finito di riempirmi la pancia, andai subito a dormire e, subito, presi sonno.

All'indomani, tutto il villaggio si presentò per l'addestramento.

Si presentò perfino il maestro, mai avrei pensato che avrebbe preso lezioni da Demo.

Incominciava a fidarsi di lui? Dopo tanto tempo, avranno messo da parte il loro rancore per il bene di tutti? Di certo la sua presenza lì, era un buon segno.

Purtroppo, perché le cose belle durano poco, da dietro un cespuglio, sbucarono i guardiani. Portavano le scorte, questo significava che era arrivato il momento che andassi con loro. Erano in anticipo, ma tanto, non mi potevo ribellare.

Si avvicinarono a noi.

- Come mai siete a piedi? – chiese Demo, in tono sarcastico.

- Non sono cose che ti riguardano. -

Gli lanciarono per terra il sacco, contenente le tanto agognate scorte. Poi il loro sguardo mirò verso di me. Mi indicarono con il dito.

- Devi venire con noi! –

Con molta paura, mi incamminai verso di loro.

Incrociai le facce di Demo e di Alexander, mi sembravano tristi e consapevoli di non poter far niente. Avranno anche pensato che la mia vita non valesse più di una qualsiasi della tribù.

Mi ritrovai di fronte al loro comandante. Per la prima volta, li vedevo da vicino.

Ormai preso completamente dalla paura, non riuscì a dire neanche una sillaba. Penso che i guardiani, si fossero accorti della mia paura, anche perché non ero bravo a nascondere le mie emozioni.

All' improvviso, venni colpito da un flash. Caddi immediatamente per terra, l'ultima cosa che ricordo erano gli stivali di uno dei guardiani. Erano di cuoio e di colore nero, proprio come il nero del buio che venne dopo.


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