Parte 63

3 2 0
                                    

Il porto, per fortuna, non si trovava a troppa distanza da noi.

Pertanto, dopo circa trenta minuti, di camminata sostenuta, fummo in quel luogo dove attraccano le navi.

- Ora cosa facciamo? -

- Chiediamo un passaggio. -

Poco distanti da noi, un capitano, faceva l'inventario delle provviste e degli

uomini per il viaggio che lo aspettava.

Ci avvicinammo a lui, e chiedemmo aiuto.

- Salve. - esordì Alexis.

- Cosa volete? - ci fu risposto, con un tono che non lasciava intravedere molte speranze.

- Vorremmo un passaggio per Tyros. -

- Si può fare, è una delle mie tappe. Ma, nel mondo nessuno regala niente. Voi che cosa mi date in cambio? -

- Purtroppo, non abbiamo monete, ma possiamo offrirti quattro braccia in più che su una nave fanno sempre comodo. -

Ci pensò un attimo, poi ci rispose.

- Per vostra fortuna in mezzo al mare, le monete non contano molto. Vi unirete alla mia ciurma, un lavoro ve lo troverò.

A proposito mi chiamo Gaius, voi come vi chiamate? -

- Il mio nome è Alexis, mentre lui è Prometeo. -

- Piacere. - mi limitai a dire.

- Bene, vedete quelle casse di fronte a noi? Iniziate a portarle tutte sul ponte.

-

Appena saliti a bordo, incontrammo il resto dei marinai che provenivano dai più disperati paesi del mondo. Nessuno era originario della capitale.

Era per lo più era gente come noi, lavoratori in cambio di un passaggio. La nostra barca era molto spartana e scarna. Ricordava una delle caravelle, utilizzate da Colombo per arrivare in America.

Una simile imbarcazione di sicuro non centrava molto nel contesto della città. Sembrava indietro di qualche secolo, rispetto al centro della capitale: tutto tecnologico e perfetto in ogni singolo punto.

Questo contrasto fra la città e il nostro mezzo di trasporto suscitò la mia curiosità, così, in una pausa dal lavoro, interpellai Alexis sulla questione.

- Certo che questa è proprio una bagnarola. Sembra indietro di qualche centinaio di anni dalla città. -

- Aspetta di vedere Tyros, ti sembrare di tornare al Gabbio. La tecnologia che hai visto qui, lì la puoi solo sognare. -

- Come è possibile una simile differenza? -

- Le colonie dipendono sia economicamente e sia militarmente dalla capitale. Perciò tutta la ricchezza delle colonie viene portata via, lasciando questi centri molto poveri. -

- Ma è vergognoso! Come è possibile che non si siano ribellati? -

- Ovviamente la capitale ha tutto l'interesse a mantenere il potere, per cui in ogni colonia c'è una folta rappresentanza di soldati che sopprime ogni forma di ribellione. -

In questo momento un membro dell'equipaggio, si avvicina a noi.

- Ragazzi venite a mangiare. -

- Grazie, arriviamo subito. -

Affamati, fummo ben contenti di mettere qualcosa sotto i denti.

Per il pasto, il capitano ci voleva tutti insieme. Questo era un modo per fare gruppo e conoscerci meglio.

Eravamo disposti quasi in cerchio e uno alla volta, ci venne chiesto di raccontare qualcosa di noi.

Il primo fu ovviamente il capitano.

- Come sapete tutti, mi chiamo Gaius. Sarò onesto con voi, vi pregherei di fare lo stesso.

Fino a non molto tempo fa ero un pirata. Solcavo i mari delle colonie in cerca di barche da attaccare. La mia fama era notevole e, ovviamente, come ogni pirata che si rispetti avevo una taglia sulla mia testa. Ma non mi interessava molto, avevo amici in tutti gli ambiti; pertanto, ero tranquillo di riuscire sempre a farla franca.

Ora, dopo mille avventure, ho cambiato vita. Offro la stessa opportunità a vari viaggiatori, come voi. -

Incrociò il mio sguardo e presi l'occasione per chiedere.

- Che cosa ti ha fatto cambiare vita? -

- L' amore. Ho conosciuto una donna che mi ha cambiato la vita. Adesso è a Tyros che mi aspetta. Insieme abbiamo avuto una bellissima bambina. Per loro, ho fatto questa scelta. Questa è la mia storia, ma adesso, raccontami la tua. - rivolgendosi a me.

Rimasi un secondo pensieroso, dovevo essere sincero? Oppure era meglio mentire, in fondo ero scappato da una delle prigioni più sorvegliate, non proprio un bel biglietto da visita. Il capitano, però, era stato onesto, narrandoci il suo passato, io dovevo fare lo stesso?


Il silenzio della libertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora