Parte 34

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Le truppe di Ares si schierarono, ma non attaccarono. Il maestro riunì un consiglio straordinario.

Vi presero parte lui, Kyros, il capitano dei soldati e un rappresentante di ogni regione. Fui invitato anch'io.

In una tenda, dove erano discusse, tutte le decisioni più importanti, eravamo

seduti intorno ad una tavola rotonda.

Il primo a prendere la parola fu, ovviamente, Alexander.

- La situazione è questa, abbiamo le truppe di Ares al cancello.

Capitano, illustri i possibili scenari. –

- Dunque, l'esercito di Ares può contare su circa 1000 soldati, mentre la nostra intera popolazione raggiunge appena le 400 unità. Per questo, in caso di scontro, non avremmo possibilità di vittoria. La via che mi sento di proporre è di trattare, vedere che cosa vuole in cambio per lasciarci stare. –

Toccò poi al rappresentante della regione nera.

- Anche se accettassero, cosa gli impedirebbe di tornare, fra qualche giorno per ricattarci ancora. –

Pronta la risposta del capitano.

- Non vi ho detto la seconda parte del piano. Quasi tutti hanno preparato le loro cose, perciò se andranno via, fra qualche ora, noi faremo lo stesso.

Costruiremo un altro villaggio in una nuova posizione e con migliori sistemi difensivi. –

Tutti volsero lo sguardo verso il maestro.

- Fratelli, lo so, che non sarà facile ricominciare, ma non abbiamo scelta, il loro esercito è troppo forte. Proviamo a trattare, sperando di trovare un punto

d'incontro. –

Con queste parole si alzò e si diresse al cancello.

- Aprite! –

Davanti a lui le truppe schierate, pronte a ucciderlo, al primo movimento sospetto.

- Voglio parlare con Demo! –

In quel momento le truppe si aprirono e al centro s'intravedeva il loro

comandante.

Era un uomo di circa quaranta anni, capelli lunghi e scuri, occhi cerulei che lasciavo intravedere quello che sarebbe stato capace di fare.

Si avvicinò e una volta faccia a faccia con il maestro.

- è bello rivederti Alexander, è stato difficile trovare il tuo villaggio. –

- Dové è Sebastian? -

- L'ho lasciato a casa. Non era il caso che venisse anche lui. –

- Che cosa vuoi, Demo, per lasciarci stare? –

- Vedi, fino a poco tempo fa, vi avrei raso al suolo, senza pensarci due volte. –

- Ora, cosa è cambiato? –

- Ho incontrato i guardiani e mi hanno promesso più prigionieri e più

provviste, se avessi fatto diventare il mio secondo, l'ultimo ragazzo arrivato. Sebastian, mi ha detto, che si fa chiamare Prometeo.

Consegnami il ragazzo e nessuno si farà male. –

- I guardiani? È raro, che si facciano vedere. –

- Lo so.

Allora mi consegni il ragazzo o distruggo il villaggio. –

- Perché i guardiani vogliono questo? –

- Non lo so, ma è l'ultimo avvertimento. Consegnami il ragazzo. –

Alexander non fece e non disse niente.

- Perfetto, hai fatto la tua scelta, ora distruggo il villaggio. –

Ero poco dietro, feci subito uno scattò avanti.

- Fermo, sono io Prometeo. Vengo con voi, ma non toccate il villaggio. –

- Bravo ragazzo. –

Si girò, verso le sue truppe.

- Torniamo a casa! –

Un suo soldato portò due cavalli.

- Sai cavalcare? –

Feci segno di no con la testa.

- Imparerai! –

Montai in sella e iniziò il mio viaggio verso la tribù di Ares.

Mi voltai indietro, tutti erano ritornati dentro le mura del villaggio, tranne Alexander che rimase a guardarmi andare via.

Mi sentii, come se avessi lasciato un padre.

Durante tutto il viaggio, non dissi niente e tenni lo sguardo basso. Ero molto spaventato da quello che mi stava accadendo.

Dopo circa sei ore, arrivammo a destinazione.

Mi trovavo nelle retrovie delle truppe, fui fatto avanzare. Demo ed io entrammo per primi a simboleggiare chi fosse più importante.

Appena entrati, scesi da cavallo e rimasi immobile ad aspettare qualsiasi cosa,

sia buona, sia cattiva.

- Seguimi! – gridò Demo.

Senza fiatare, mi accodai a lui.

Mi portò in una baracca, costruita con pezzi di lamiere. Al suo interno, fui fatto accomodare su di una sedia.

- Torno subito. –

Rimasi da solo per qualche minuto.

Con la testa, ricostruivo tutto quello che era successo. Tutto a un tratto, entrò Demo. Non era solo.

- Penso che vi conosciate. –

Gridai – Sebastian! –

- Ciao Prometeo, è bello rivederti. –


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