Parte 21

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La stanza era pervasa da un forte silenzio, gli sguardi si incrociarono più volte.

Un uomo nell'angolo, con cappuccio e occhiali, si avvicinò.

- Bel discorso, insieme vinceremo. –

- Grazie, ma tu chi sei? –

- Non mi riconosci? – Tolse gli accessori e mostrò il suo volto.

- Kaiser!

Sono contento che sei vivo, quando ho visto le immagini del rastrellamento ho temuto per i peggio.

Dimmi, dov'è Gioacchino? –

- Sono qui! – esclamò.

- Dopo anni insieme in una cella, pensavi che ti avremmo lasciato affrontare la cancelliera da solo? –

I tre erano di nuovo insieme e rappresentavano l'unica paura di Margaret.

Passeggiava avanti e indietro, aspettando il ritorno dei suoi soldati.

Arrivarono, sbattendo la porta.

- Allora, l'avete trovato? –

- No, Signora. La casa era abbandonata. –

- Maledizione! Sarà di sicuro tornato in città, cercando vendetta. –

- Quali sono gli ordini? Cerchiamo casa per casa? –

- No, daremmo l'impressione che abbiamo paura. –

- Allora cosa facciamo? –

- Ci devo riflettere un attimo. –

Dopo alcuni minuti, persi nei propri pensieri, ebbe l'illuminazione.

- Ho trovato! Mettiamo una taglia sulla testa di quei tre. Offrite gloria eterna a chiunque vincerà quei nemici dello stato. –

- Si, Signora. –

Era mattino presto, il delicato colore del sole, illuminò i morbidi allineamenti di Elisa. Dopo poco aprii gli occhi e trovò Alexis intento a fissarla.

- Buongiorno. - disse, strofinandosi la faccia.

Il suo compagno non rispose e aveva lo sguardo preoccupato.

- Cosa hai? –

- Sono solo angosciato. –

- Perché? –

- Ti sto mettendo in pericolo. –

- Ho scelto anch'io di venire qui, dopo la morte di mio fratello è qui che voglio stare. –

- Sei sicura? –

- Certo, se volevi una che stesse a ricamare, non avresti dovuto metterti con me. –

Dopo questo, la baciò appassionatamente.

Sul più bello vennero interrotti dal bussare sulla loro porta.

- Avanti. – dissero insieme.

Entrò il dottor Moore.

- Buongiorno ragazzi.

Alexis puoi venire come? –

- Certo, arrivo subito. –

Diede un ultimo bacio alla sua adorata e uscii dalla camera.

- Allora, cosa volevi? –

- Seguimi. –

Lo condusse nell'enorme sottotetto della casa.

L'intera area era stata adibita a laboratorio personale del dottore.

- Così è qui che lavori? –

- Esatto. –

Il silenzio della libertàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora