Parte 22

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Elisa era delusa e arrabbiata. Come poteva suo fratello nasconderle una cosa come quella?

Non aveva abbastanza fiducia in sua sorella?

Bastava la scusa che fosse stato per proteggerla?

Il mondo sembrò caderle addosso, gli sembrava di non riconoscere più suo fratello.

Nel frattempo, tornò Alexis che, vendendola così, capii immediatamente che c'era qualcosa che non andasse.

Messo al corrente, provò ancora più stima per il suo migliore amico.

- Non ti turba che non abbia avuto il coraggio di dircelo di persona? –

- Come ti ha scritto, ha avuto una buona ragione.

Tenerti al sicuro è stato il suo obbiettivo primario e lo condivido.

Anche per me non c'è nulla di più importante. –

- Bene, allora anche tu mi nascondi qualcosa per il mio bene? –

Ci fu un momento di silenzio e riflessione.

La giovane ancora non era a conoscenza del piano del dottor Moore e, per tenerla al sicuro, era meglio così.

In un secondo Alexis dovette scegliere fra il proprio l'amore e le giuste motivazioni di altri.

Nascondendo un simile piano, il loro rapporto avrebbe avuto la prima crepa nella casa della vita insieme.

D'altro canto, doveva dimostrare fedeltà all'amicizia con Carlo e proteggere la sua piccola sorellina.

La scelta gli sembrò terribilmente facile, più di ogni altra cosa era importante la sicurezza di Elisa.

- Certo che no, non ti nasconderei mai niente. Dico solo che capisco le motivazioni di Carlo. –

- Meglio così, non potrei sopportare di perdere anche te. –

- In che senso perdere? –

- Il silenzio di mio fratello lo ha condotto la morte.

Se fossimo stati informati avremmo potuto fare qualcosa. –

- Come avresti potuto cambiare le cose? Avresti potuto evitare il rastrellamento? –

- Io no, ma tu sì! Non avresti aiutato il tuo migliore amico? –

- Ovviamente sì, ma devi anche rispettare la sua decisione. –

Nelle strade cittadine, soprattutto in quelle dei quartieri più poveri, apparirono i volantini con su sopra la taglia per la testa di Alexis.

Battere su chi non ha molto era un chiaro piano del governo, una somma come quella poteva corrompere senza tanti problemi gli abitanti.

In un palo della corrente, non lontano dall'abitazione del dottor Moore, era stato appiccicato l'unico volantino dell'isolato.

Il ricco complesso residenziale evitava d'intromettersi in simili faccende, lasciando tutto nelle mani della polizia.

L'importante era mantenere lo status-quo, per farlo finanziavano abbondantemente la cancelliera, che di contro offriva vantaggi e protezioni dai plebei.

L'occhio vigile dello scienziato captò subito il pericolo anche perché visto come aveva deciso di schierarsi doveva sempre stare attento.

Essere un doppiogiochista è molto rischioso e devi sempre badare all'apparenze.

- Ha visto? È una vergogna che la polizia non riesca a catturalo da sola, visto quello che spendiamo. – disse una vecchia vicina, vedendo il dottore tenere in mano il volantino.

- Dovremmo dire qualcosa al ministro dell'interno. -continuò.

- Non credo che ci ascolteranno, sono troppo impegnati con il ghetto. –

- Già, quel posto è uno scempio. Non basta che gli abbiamo permesso di vivere qui, ora osano anche ribellarsi. Dove andremo a finire? –

- Davvero non lo so. –

- Lei è un brav'uomo, non come quei pezzenti.

La saluto, ora devo proprio andare. –

Salutandola, scosse la testa. Non capiva come la gente potesse trattare così delle persone.

Era solo un bambino, ma la sua nobile famiglia aveva grandi progetti per lui.

Uscito dalla scuola privata, vide attraverso il finestrino della macchina dei coetanei giocare felici nelle pozzanghere.

Subito chiese di potersi unire a loro, ma venne subito stoppato.

- Papà, posso andare a giocare anch'io? –

- Assolutamente no, non vorrai mica mischiarti con quegli straccioni?

Noi apparteniamo ad un'altra classe sociale. Devi abituarti a frequentare solo l'élite. –

Il futuro dottore non era assolutamente d'accordo e, crescendo, mantenne le stesse idee di uguaglianza.

Senza dare nell'occhio, andò subito a mostrare il volantino ad Alexis.

- Non so che cosa hai deciso, ma dobbiamo agire subito. –

- Lo penso anche io. – rispose il giovane leader.

- Questo significa che utilizzerai la mia arma batteriologica? –

- Sì, non abbiamo altro modo per vincere. Sono pronto a reggere il peso di una simile azione! –

- Inizio subito a costruirla. –

- Quanto ci vorrà? –

- Qualche giorno, al massimo un paio di settimane. –

- Bene, nel frattempo elaboro un piano su come utilizzarla. –

Travestito da operatore ecologico andò a visitare il centro, con particolare interesse per la sede del governo e la residenza della cancelliera.

Luoghi assolutamente ben controllati, ma, in ogni sistema di sicurezza, si nasconde una falla.

Quell'errore, nascosto per anni, che sa scegliere il momento peggiore per mettersi in mostra.

In tanto nel ghetto si era sparsa la voce della taglia, ormai tutti lo sapevano.

Si erano organizzati gruppi di cattura, pronti a tutto per riscuotere il premio.

Col passare delle ore, la città si era trasformata in un'enorme giungla.

Tutti erano predatori, tranne Alexis.

Sapere di avere un enorme bersaglio sulla testa, non lo smuoveva più tanto.

Anzi provava compassione per tutti gli abitanti disagiati, pronti a vendere sé stessi pur di cambiare casta sociale.

Per lui il nemico era la cancelliera e la sua dittatura, non poteva sopportare più i suoi continui soprusi.

Nelle ore notturne, in cui non riusciva a dormire, prese una decisione alquanto discutibile.

Verrà svelata sola dalle luci del mattino, quando si vestii con un uniforme da soldato, fatta recapitare da kaiser.

- Dove vai vestito così? – chiese preoccupata Elisa.

- Continuo a visitare la città per trovare punti deboli da sfruttare. –

- Dov'è finito il vestito da operatore ecologico? –

- Oggi non serve, devo essere qualcosa 'altro. –

- Ti prego evita di fare l'eroe a tutti i costi. –

- Non ho mai chiesto di essere un eroe, ma ormai ho accettato di esserlo. –

- Promettimi che farai attenzione. –

- Certo, non è ancora arrivata la mia ora. Prima deve cadere il regime e poi si vedrà. –

Non il massimo da sentirsi dire per stare tranquilli, ma si stava profilando una nuova guerra e nessuno sarebbe stato veramente al sicuro.

Uscii dalla casa, senza dire a nessuno la sua destinazione e le sue intenzioni, ma tutti avrebbero avuto presto sue notizie.


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