Parte 24

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Non si sceglie in quale contesto famigliare e sociale nascere, ma si può scegliere gli amici con cui condividere il tempo e i sogni.

Le nostre visioni del mondo sono frutto delle nostre esperienze personali e, non sempre trovano il favore dei nostri parenti più stretti.

Non deve, dunque, sorprendere che Oceano e il dottor Moore siano spesso in contrasto con il proprio nucleo d'origine.

Provenienti da due delle più famiglie che più hanno sostenuto la cancelliera, hanno in comune il disprezzo per la dittatura in ogni sua forma.

Se per lo scienziato è stato un odio tenuto nascosto nell'animo e poi esploso con la vergogna del rastrellamento, il politico ha sempre dimostrato apertamente di non gradire Margaret e i suoi metodi.

Il loro destino si era già incrociato da bambini.

La campanella era già suonata, tutti correvano al loro posto.

Nel caos generale venutosi a creare, Oceano spostò con decisione un altro bambino che batté violentemente la testa.

Invece di aiutarlo, lui e il suo ristretto gruppetto lo derisero e mortificarono.

- Cos'è non ti reggi in piedi? –

- Non ti hanno insegnato a camminare? –

- Vuoi che chiamiamo la mamma? –

Queste erano solo alcune delle offese gratuite che gli vennero rivolte.

Da ragazzino educato e fin troppo calmo non rispose, si limitò a chiedere se potesse recarsi in infermeria.

La testa gli faceva molto male, ma non pianse. Non voleva apparire debole, perché avrebbe ricevuto altre offese.

Con gli anni i due presero percorsi di studi differenti e non s'incontrarono più.

Non usciva da giorni dal suo laboratorio, era immerso totalmente nel suo lavoro.

Aveva chiesto di non essere disturbato e, quando bussarono ripetutamente alla porta, gridò come se ne andasse della sua stessa vita.

- Ho chiesto di essere lasciato in pace, non ho tempo per nessuno! –

- Neanche per un vecchio amico? –

La risposta l'ho incuriosii e aprii la porta.

- Sorpresa! –

- Oceano!? –

- Mi hai riconosciuto. –

- Certo, ti ho visto alla tv. –

- Giusto. –

- Cosa sei venuto a fare a casa mia e chi ti ha fatto entrare? –

- Una domanda alla volta.

Iniziamo dal perché sono venuto da te.

Devi sbrigarti a fare quello che vuoi fare, perché non hai più molto tempo. –

- Di cosa stai parlando e sentiamo cosa voglio fare io? –

- Aiuti la resistenza. –

- Come fai a dirlo? –

- Perché, se sei sempre stato una brava persona, da bambino non ti capivo, ma ora voglio aiutarti. –

- In che modo? –

- La cancelliera sta organizzando qualcosa di grosso contro il ghetto perché ci ha chiesto un dossier completo sulla sua importanza per la città e l'eventuale costo di una sua dipartita. –

- Perché dovrei crederti? –

- Ho tanti difetti, ma non sono un assassino e non voglio più essere complice degli orrori di questo governo. –

- Quanto tempo ci rimane? –

- Non molto, ma nel mio dossier cercherò di far apparire il ghetto il più utile possibile. Speriamo che questo faccia almeno ritardare le intenzioni della cancelliera. –

- Grazie. –

- Non ringraziarmi, sono stato cattivo con te, lascia almeno che non lo sia anche con la gente del ghetto. –

Quando Oceano lasciò la stanza, il dottore provò un senso di pace.

Una delle sue cicatrici della sua infanzia sembrava guarita all'istante.

Ritornò subito al lavoro per finire la temibile arma il prima possibile.

Alexis continuava il suo studiare e analizzare tutti i possibili obbiettivi da colpire.

Ogni volta che ritornava alla villa del dottore, Elisa poteva tornare a respirare.

Aspettare inerme il proprio amato è un'atroce sofferenza; guardi fuori dalla finestra, aspettando il momento di poterlo riabbracciare.

Più volte le aveva chiesto di poterlo accompagnare, ma suo questo era sempre stato categorico nel negare questa eventualità.

"È troppo pericoloso" ripeteva sempre.

La giovane evitava di litigare per questo perché capiva che lo faceva per proteggerla e, in fondo, le piaceva essere al centro dei suoi pensieri.

Spesso, passavano il pomeriggio accollati sul divano, immaginando un futuro migliore per tutti.

Proprio durante uno di questi dolci momenti, arrivò il dottor Moore.

Sembrava molto euforico ed eccitato per ciò che doveva comunicare.

- Ce l'ho fatta! Ho finalmente finito l'arma! –

Poi tirò fuori dalla tasca una bottiglietta contente un liquido viola.

- È quella? – chiese un po' perplesso Alexis.

- Sì. Cosa ti aspettavi? –

- Non lo so, ma ora si fa sul serio. Basta ricatti e violenze da parte di Margaret, ora cambiamo il mondo! –

Dopo il momento di eccitazione ci fu una collettiva presa di coscienza su quello che avrebbe comportato l'uso di quel piccolo oggetto.

- Alexis, devi essere pronto a ciò che ti aspetta. –

- Non posso essere pronto al sacrificio di molte vite, ma accetterò il peso di tale atto. –

Intervenne Elisa.

- Ci lasci da soli per un momento? – rivolgendosi al dottore.

Non ci è dato sapere che cosa siano detti, ma sta di fatto che, alla riapertura della porta, Alexis era pronto.

La tua dolce metà sa sempre le parole giuste per motivarti e rincuorarti.

Momo, ormai il figlio prediletto del ghetto, era diventato un moderno Robin Hood. Rubava ai ricchi per dare alla povera gente del proprio quartiere.

La polizia lo inseguiva, ma lui riusciva sempre a scappare.

Gli agenti sapevano che dovevano fermarlo prima che arrivasse al ghetto, perché lì avrebbe trovato l'appoggio di ogni singolo cittadino.

Avevano provato di tutto persino dei posti di blocco per le strade che conducevano al suo amato quartiere, ma niente.

Doveva per forza aver trovato un'altra via perché nessun poliziotto lo vedeva passare.

Quando si presentò alla porta del dottor Moore venne accolto con diffidenza.

Alexis aveva raccontato di quel ragazzo che, raccontando la sua triste storia, l'ho aveva salvato, ma ciò non bastò a tranquillizzare del tutto lo scienziato.

Non dubitava della sua buona fede, ma di come avrebbe retto alla pressione di una guerra.

Era troppo giovane per capire veramente la posta in palio.

La maturità di un uomo, però, non si misura con gli anni anagrafici, ma dalle esperienze vissute che lo hanno portato ad essere quello che è.

Nessuno aveva perso di più di Momo, il governo gli aveva strappato la sua famiglia ed era un ricercato dalla polizia.

Era pronto a tutto per una vendetta e, presto, lo avrebbe dimostrato.


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