Gelosie

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Roumy, in un certo senso, dice il vero. È ferita perché si rende conto di non aver mai conosciuto la sua storica amica; non del tutto. Ha sempre saputo che a Imane piacciono le donne, e non solo per il bacio che si sono scambiate anni addietro. Ciò che non avrebbe mai immaginato prima di quel momento è che Imane, quell'attrazione, sarebbe stata in grado di metterla in pratica.

Quella di Roumy, in stato confusionale con una vestaglia da casa addosso e la faccia di chi ha pianto tutte le sue lacrime, è una gelosia a doppio binario. Senza dubbio è gelosa perché altre mani hanno toccato la sua Imàn. Mani di donne che non si sono fatte scrupoli, a differenza sua. Quelle ragazze, sicuramente, non hanno pensato nemmeno per un attimo alle conseguenze delle proprie azioni, o ai giudizi - nemmeno al giudizio di Dio. Hanno fatto semplicemente ciò di cui avevano voglia, magari con il sorriso stampato sulle labbra, e una sicurezza sfacciata. Così se le immagina. Hanno fatto esattamente ciò che da sempre avrebbe voluto fare lei.

Lo stesso vale per Imane. Nemmeno lei si è fatta scrupoli, o forse sì, ma non abbastanza da fermarsi. Lei che ad ogni frase invoca la benedizione di Allah, che quando vince un incontro alza un braccio al cielo e lo indica con un dito, per ringraziare Dio. Lui è il suo primo pensiero, prima di tutti. Eppure, in qualche modo, è evidente che sia riuscita a spegnere il cervello per qualche ora, per qualche notte, o di più, quando ha fatto ciò che doveva fare con quelle donne (quante donne?)
Ecco, questo è il secondo motivo che rende Roumayasa gelosa, invidiosa. La capacità di Imane di abbandonare, almeno ogni tanto, la razionalità. Una capacità che lei non ha mai avuto fino a quel momento.

Imane vorrebbe avvicinarsi a Roumy, stringerla tra le sue braccia e mettere fine con i fatti a quello strazio di situazione, di conversazione. Ma sa che è giusto rispettare il suo spazio di sicurezza, come la ragazza le sta comunicando chiaramente tenendo le braccia incrociate e la schiena tesa, poggiata contro la cassettiera. Imane, allora, si siede sul letto a debita distanza.

“Non è vero ciò che dici. Mi conosci molto bene, Roumy”. “E solo perché tu lo sappia, non ho mai amato nessuna”. Imane la guarda dritta negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo, come a voler confermare in modo tangibile l'autenticità delle proprie parole.
“Nessuna dici? Quindi è più di una, come immaginavo”. Roumayasa la provoca sfidandola, cercando di mostrare una sicurezza che non ha.
“Che importa? Perché ti importa? Tu non hai mai voluto”. Il tono di Imane si fa meno dimesso. È arrabbiata anche lei, non si capacita di come la ragazza, dopo averla chiamata per anni “amica mia”, si stia prendendo la libertà di mostrare così sfacciatamente la sua gelosia.

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