Sei bella

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Ari è dotata di una naturale femminilità che si rivela nel suo essere giocosa e spontanea, piuttosto che intenzionalmente seduttiva. Saltella e balla davanti a Imane che, dopo l’iniziale timidezza, inizia ad assecondarla e accompagnarla in quella danza. Ari si lascia prendere dall'entusiasmo e le sfila gli occhiali da sole, per poterla finalmente guardare negli occhi. Imane ha già compreso da un pezzo le intenzioni di quella ragazzina mora e minuta dai tratti europei. Vuole di più, e non riesce a nasconderlo.
Imane, dal canto suo, si diverte ad essere l’oggetto di quell’irriverente corteggiamento, e non ha alcuna intenzione di renderlo più semplice per l’altra. 

“Ho bevuto un po', scusami”. Ari appoggia la testa sul petto di Imane, che si trova proprio all'altezza del suo viso. Le piace la sensazione di sentirsi ancora più piccola, nascosta tra le sue braccia. 
Imane è al limite, pur senza aver toccato un goccio di alcol. Incurante dei presenti spinge Ari ancora più di più contro di sé e le accarezza i capelli. Vorrebbe baciarla, ma sarebbe troppo.
“Dove abiti, Ari?”
“Qui vicino, ma ci sono i miei”
“Ti porto da me, ma non farmi domande” le dice Imane, incurante di qualsiasi divieto di condurre estranei all'interno del villaggio.

Entrare non è stato difficile, placare la curiosità di Ari lo è un po' di più.
“Aspetta, quindi tu sei un’atleta? E magari sei anche famosa!” 
“Adesso non sono un'atleta. Sono solo Imane, e ho molta voglia di baciarti”.
Ari non se lo lascia ripetere due volte. Protrae il viso verso quello di lei e si prende quel bacio, che sognava già da ore. Imane solleva Ari da terra come fosse una piuma, senza mai staccare le labbra dalle sue, e la adagia sulla scrivania. 
La spoglia in fretta, come fosse un regalo che a lungo aveva sognato di scartare.
La eccita il fatto che quella ragazzina dall'aspetto delicato, ai limiti dell’anonimo, sia in realtà una donna già piena di desiderio.
Le bacia il collo, le stringe i piccoli seni, contenuti interamente dalle sue mani, mentre il respiro di Ari si fa più intenso.

“Non l’ho mai fatto con una donna” sussurra la ragazza con un filo di voce.
Imane, allora, prende le mani di Ari e la aiuta a scendere dalla scrivania. Il letto le sembra un’opzione migliore.
Le due si sdraiano, l’una accanto all'altra, nel poco spazio a disposizione. Imane è completamente vestita, Ari indossa soltanto i pantaloncini di jeans.
“Sei bella” dice la ragazza ad Imane mentre le accarezza il viso e la scruta, come fosse una strana e stupenda creatura. Imane la stringe più forte a sé, come per ringraziarla silenziosamente di quell'apprezzamento inaspettato, e la bacia ancora mordendole delicatamente le labbra. Le sfiora i polpacci, per poi salire lentamente verso la coscia e slacciarle quei pantaloncini troppo stretti. La accarezza prima sopra l’intimo, per testarne la reazione, ma ben presto Ari si divincola per liberarsi degli ultimi abiti rimasti.

“Spogliati anche tu”, dice ad Imane, che non ha il coraggio di dissentire. Con un rapido movimento si toglie il top, poi è la volta dei jeans e dell’intimo, sui quali esita per qualche istante in più.
Ora che ad entrambe non resta nulla addosso, Imane si adagia su Ari, facendo attenzione a non poggiare tutto il peso su quel corpo così esile.
Si struscia su di lei, mentre annusa sfacciatamente la sua pelle, poi le solleva le gambe portandosele dietro le spalle.
Con il bacino preme sul suo sesso, potrebbe farla venire così, ma ha voglia di penetrarla con le mani e sentire il suo calore. E Ari ha voglia di sentire le sue mani, di avere dentro di sé qualcosa che appartiene a lei.
Vengono entrambe, Imane subito dopo Ari, senza neppure essere stata toccata. Dare piacere era sempre stato il suo piacere. 

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