Hassan non si era mai arreso con Roumy. Le aveva fatto recapitare fiori, regali, lettere di scuse. Aveva cercato in ogni modo di sfondare la porta che la donna aveva chiuso, fino a che non si era aperta per un colpo di fortuna.
La nonna di Roumy, malata da tempo, si era aggravata, e aveva espresso il desiderio di vedere nuovamente la nipote accanto ad Hassan, che le era sembrato un uomo serio e affidabile. Voleva vedere la ragazza sistemata, come le altre nipoti.Roumy era molto legata alla nonna, che era stata per lei una seconda madre negli anni dell’adolescenza, ma il suo intervento non era l’unico motivo per cui aveva deciso di dare ad Hassan una seconda possibilità. La donna sapeva bene che l'amore per Imane era destinato a restare esattamente ciò che era: un sogno che non poteva integrarsi alla realtà, che non ne avrebbe mai retto l’impatto. Non era legale, e nemmeno morale.
Il profeta Lot disse al suo popolo: “Volete commettere un tale abominio che nessuno al mondo ha mai commesso prima di voi?”
Abominio: una parola che arriva in tutta la sua potenza a chi la legge o la ascolta. Così il Corano definiva l’amore tra due persone dello stesso sesso.
Quella parola non si addiceva a Imane, non doveva essere accostata al suo nome, e Roumy avrebbe fatto di tutto per evitare che ciò accadesse. Per preservare di quel sentimento soltanto la parte più pura.Roumayasa si era fatta promettere da Hassan che un episodio come quello del pugno alla sua amica non si sarebbe mai ripetuto, e gli aveva posto come condizione la totale accettazione del rapporto d’amicizia con Imane. Pur disapprovando ciò che l’uomo aveva fatto, Roumy non poteva biasimare del tutto le paure alla base del suo gesto, e voleva provare a perdonarlo. La relazione tra i due aveva lentamente ripreso a navigare in acque tranquille, fino alla notte che avrebbe nuovamente scatenato il maremoto.
Roumy si era fermata a dormire da Hassan. Capitava spesso, anche se i due non ne facevano parola con nessuno. Un uomo e una donna che non fossero uniti in matrimonio non avrebbero potuto condividere la stessa camera; tantomeno facendo ciò che facevano loro.
A Roumayasa piaceva la sensazione fisica del rapporto con il suo fidanzato, ma la mente viaggiava su un binario a parte rispetto alle funzioni del corpo, come succede quando si fa l’amore con chi non si ama. Capitava spesso che la donna sfruttasse quelle occasioni di intimità per lasciarsi andare alle proprie fantasie, accompagnando a un atto meccanico gli scenari che abitavano la sua mente, che non vedevano Hassan come protagonista.
Quella notte Roumy, che era particolarmente stanca, si era addormentata profondamente tra le braccia dell’uomo. Era caduta non solo nel sonno, ma nella trama di un sogno più vivido che mai.La scena d’apertura doveva essere molto simile a quella a cui aveva assistito Hassan mesi prima.
Roumy e Imane si stavano allenando, ma in una palestra vuota.
Imane giocava a prenderla in giro, a muoversi a rallentatore per confonderla, per poi riprendere velocità e mettere a segno un punto dietro l'altro. Di tanto in tanto, Imane cercava di trattenere una risata mordendosi il labbro, ma le sorridevano gli occhi. Tipico di lei.
Roumy cercava di restare concentrata, di stare al passo dell’avversaria: un allenamento era pur sempre un match, anche se a volte prendeva la piega di un gioco. Quando avevano ripreso a fare sul serio, la distanza fisica tra le due si era notevolmente ridotta. Roumy aveva perso l’equilibrio, sbilanciandosi e ricadendo in avanti sopra a Imane.In condizioni normali, Imane dopo qualche secondo si sarebbe spostata lateralmente e l’incontro sarebbe proseguito. Ma la Imane del sogno era più sfacciata di quanto non potesse concedersi nella realtà, e non indossava i guantoni da boxe.
Aveva approfittato di Roumy poggiata su di lei per cingerle la vita. L’aveva guardata negli occhi per qualche secondo, il tempo di comunicarle con lo sguardo le proprie intenzioni. Con un gesto deciso le aveva poi afferrato l'avambraccio, portandole la mano destra sotto la sua canotta sportiva e facendola scorrere su e giù sul fianco, poi sulla pancia. Roumy poteva finalmente accarezzare la pelle di Imane, che scorreva morbidissima sotto le sue mani; sentire i muscoli addominali della donna che si rivelavano uno ad uno al suo tocco.Imane aveva poi fatto lo stesso, sollevando la t-shirt di Roumayasa e portando entrambe le mani sul suo seno. Era compresso dal top aderente, e Imane voleva che si rivelasse a lei al più presto. Si era piegata ad altezza del petto della donna, le aveva sollevato l’indumento e aveva preso a stringere e baciare con foga i suoi seni, più abbondanti di quanto avesse immaginato, per poi risalire e baciarla sulle labbra con la stessa passione.
Imane aveva fretta di rendere quel contatto più intenso, aveva atteso abbastanza, e l’adrenalina dell'allenamento non l’aiutava a contenersi. Aveva sollevato Roumy e l’aveva presa in braccio, con le gambe della donna che le cingevano la vita. L’aveva condotta a un angolo del ring, per poter poggiare la schiena contro il palo.
A Roumy piaceva essere sorretta in quel modo da Imane, che in quel frangente aveva assunto il pieno controllo. Si sentiva leggera come una piuma, col suo piccolo corpo avvinghiato a quello muscoloso dell’amante mentre la baciava. Era un oggetto del desiderio nelle sue mani, e avrebbe acconsentito a qualsiasi cosa.
Durante i lunghissimi baci, Roumy non aveva mai smesso di accarezzare Imane tra i capelli, fino a tirarli con decisione. Era stata la sua prima fantasia quando l'aveva conosciuta, accarezzare i suoi capelli folti e luminosi, tagliati corti in quello splendido atto di ribellione, in quella rivelazione di sé così evidente.Imane l’aveva fatta scendere per poterla spogliare completamente, svelando il suo corpo minuto e atletico, formoso nei punti giusti. Come piaceva a lei.
Roumy, con il battito già accelerato, era rimasta quasi immobile a godere dei baci e delle carezze di Imane, che era partita dal collo, spostandole di lato i lunghi capelli castani. Lì aveva indugiato a lungo, dapprima con le labbra dischiuse, poi con la lingua e con piccoli morsi. Doveva farla impazzire.
Imane era poi scesa lungo le spalle e le braccia di Roumy, fino ad arrivare alle sue mani. Le aveva strette tra le sue, poi le aveva baciate a più riprese, in un atto che esprimeva al contempo la devozione e la passione per quella donna.
Roumy aveva voluto fare lo stesso con le mani grandi e accoglienti di Imane, esprimere anche lei il suo amore e il suo desiderio.La ragazza era rimasta soltanto con gli slip addosso e Imane, che voleva prolungare l’attesa, l’aveva baciata prima sopra il tessuto, notando che era già pronta a ricevere di più. Le aveva sfilato le mutandine lentamente, tirandole giù soltanto con un dito che aveva infilato nell’elastico sul fianco.
Si era piegata all’altezza del bacino di Roumy e aveva cominciato a baciarla mentre era in piedi, con le gambe tenute strette. Voleva andare piano, farla arrivare al piacere lentamente.Roumayasa, che nella dimensione realtà era ancora tra le braccia di Hassan, aveva cominciato ad agitarsi nel sonno, e a dirigere una mano all’interno dei pantaloncini del pigiama.

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Imane
FanfictionStoria liberamente ispirata dalle vicende della campionessa di boxe Imane Khelif.