Ignorare le conseguenze

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Imane era sconvolta da quel gesto totalmente inaspettato, tanto da non sapere come reagire. Con una mano che tentava di fermare l'emorragia, si era limitata a guardare Hassan in cerca di una plausibile spiegazione.
“Ascoltami bene, io non so cosa sei, né cosa vuoi dalla mia fidanzata, ma è meglio se tieni giù le mani”. Non capire chi fosse, cosa fosse Imane era ciò che più mandava ai matti Hassan. Per la prima volta in vita sua non si sentiva in competizione con un altro uomo, ma con una donna.
La priorità di Imane era uscire di scena e trovare il modo di fermare il sangue che scorreva copioso, possibilmente prima che Roumy o qualcun’altro potesse vederla in quelle condizioni e fare domande. In ogni caso aveva deciso che quell’uomo, dopo un'azione così deplorevole, non meritava alcuna spiegazione. Cosa fare di lui era una decisione che doveva prendere Roumy.
“Whallah, la pagherai se ti azzardi ancora” era stato il solo commento di Imane, prima di sparire tra i corridoi.

Era stato lo stesso Hassan, poco dopo, a confessare l’accaduto alla sua fidanzata prima che potesse farlo Imane. Lo aveva fatto a suo modo, cercando dapprima di minimizzare, parlando di una reazione impulsiva al pugno ricevuto. Ma Roumy lo aveva portato a confessare, minacciando di lasciarlo.
“Roumayasa, ho visto come ti guarda quella persona, e come la guardi tu. Cos’è questa storia? È per questo che ne parli sempre?” Hassan non aveva avuto nemmeno il coraggio, in una simile conversazione, di usare il termine donna. Non era lontanamente accettabile che tra due donne esistesse qualcosa di diverso da un’amicizia, né che lui sentisse la sua virilità minacciata da una ragazza.
“Imane è mia amica, la mia migliore amica, e tu sei solo un idiota”.

Roumayasa, quella sera, era rientrata a casa da sola, e così sarebbe stato per molte sere a venire.
L’indomani le era stato difficile guardare in faccia Imane. L’atto violento di Hassan non solo aveva ferito la persona che Roumy amava di più, ma aveva messo a nudo lei stessa e i suoi sentimenti. È davvero così evidente?
Prima di allora, Roumy non se lo era mai chiesto, e neanche Imane. Gli amici non avevano mai fatto insinuazioni, e non perché non avessero sospetti, ma perché persino verbalizzare un simile pensiero - due donne tra cui c’è una palpabile tensione erotica, forse dei sentimenti - sarebbe stato commettere peccato. Hassan, invece, sentendosi legittimato dal suo ruolo, lo aveva fatto.

Alla vista di Imane, Roumy non aveva potuto evitare di pensare a quanto fosse bella. Come se nulla fosse accaduto la sera prima, né sul suo viso, né dentro di lei. Prima di cambiarsi, aveva fatto il suo ingresso nello spogliatoio con indosso un gilet sportivo bianco, con la cerniera aperta quanto bastava a metterle in evidenza le clavicole; quella piccola porzione di pelle che era sufficiente a farne desiderare di più. I capelli freschi di taglio, con la riga a sinistra, e una piccola ciocca che le cadeva sulla fronte. Imane aveva lanciato il borsone da palestra sulla panca e aveva preso a cambiarsi. Nemmeno lei sapeva come approcciare Roumy.

“Imane, stai bene? Ti chiedo scusa, non sai quanto mi vergogno”
“Sto bene. Non sei tu che devi scusarti, ma sono preoccupata per te” Imane aveva interrotto l’operazione di svestizione per concentrarsi su Roumy.
“Hassan non è mai stato violento, non so cosa gli sia preso”
“È evidente che sia geloso, ma non ne ha motivo, ti pare?” - Imane, che fino ad allora aveva mantenuto un dignitoso quanto stoico contegno, non aveva potuto evitare di usare un tono sarcastico. Aveva poi proseguito “Non posso decidere della tua vita, ma se hai bisogno sono qui”.

Di quella storia Roumy e Imane non avrebbero più parlato, esattamente come era stato per il bacio.
Ignorare coscientemente la natura passionale del loro rapporto e le relative conseguenze era il solo modo per poter continuare a coltivarlo.

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