That was just a dream

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Roumy si sveglia in un bagno di sudore, con una lacrima che le scende sulla guancia. È buio. D’istinto si tocca l’anulare sinistro: l’anello è ancora lì. Hassan si muove nel sonno, la abbraccia stringendole i fianchi.
La ragazza si sente morire, non c’è più traccia delle farfalle nello stomaco, della felicità. È stato solo un sogno.
L’ultima parte del discorso di Imane, avvenuto la settimana precedente, non esiste. Nessuna dichiarazione d’amore, nessuna favola a lieto fine.
“Penso di aver mandato a tutti un messaggio forte e chiaro con questa medaglia, e cioè che il mio onore e la mia dignità vengono prima di tutto”. Così si era conclusa la sua intervista, a cui nel frattempo ne erano seguite altre, accompagnate da eventi, incontri con i fan, murales a lei dedicati.
Imane è già una stella; che sembra lontana mille galassie.

Sono le 4 del mattino e Roumy non riesce a riprendere sonno. Si alza piano dal letto, per non svegliare Hassan - parlare con lui è l’ultima cosa di cui ha voglia.
Si prepara un tè in cucina e prende il cellulare; l’ultimo messaggio di Imane risale alle 16:30 di pomeriggio “Roumy, questa onda mi ha travolta, ma non ho dimenticato niente. Raggiungimi a Parigi tra una settimana.”.
Tra una settimana. Un’altra settimana in cui in Roumy riuscirà a malapena a mangiare, e ad eludere le domande di Hassan sul proprio stato d’animo.
La ragazza apre e chiude più volte la schermata di WhatsApp, in una sorta di rituale che vorrebbe far apparire per magia un nuovo messaggio di Imane, o cambiare le parole del precedente.
Decide di tornare in camera, sperando che il sonno possa concederle una pausa dai pensieri.

“Ah però, la tua amica è quasi attraente qui, non la riconoscevo!”, esclama Hassan il giorno seguente, mostrando a Roumy il nuovo post Instagram in cui Imane si presenta marcatamente truccata e in una veste inaspettatamente femminile, in un salone di bellezza.
Roumy odia il sarcasmo del suo fidanzato, soprattutto quando è rivolto a Imane, ma in questa occasione non riesce a riprenderlo, troppo impegnata a metabolizzare ciò che ha appena visto.
Non c'è traccia in quel video della bellissima donna maschile che ama, dei suoi capelli corti, del viso pulito e dell’aria ribelle. Persino lo sguardo di Imane è diverso. Sorride, ma non con gli occhi.

I thought that I heard you laughing
I thought that I heard you sing
I think I thought I saw you try
But that was just a dream
Try, cry, fly, try
That was just a dream
Just a dream
Just a dream, dream

Le parole di “Loosing my religion” che passa alla radio sono un colpo al cuore per Roumy. I momenti di gioia con Imane, il provare a stare insieme davvero, sono stati solo un sogno, e in un certo senso lo sono stati anche i momenti nella sua camera d’albergo a Parigi. La realtà somiglia più a uno strano incubo.
Roumy fantastica di tornare indietro nel tempo, al giorno del primo bacio con Imane. Di non scappare via, di fare l’amore con lei, di fuggire insieme altrove per essere libere. Se potesse, cambierebbe il corso del destino di Imane per impedirle di vincere la medaglia d’oro diventando una celebrità, per far sì che niente e nessuno possa portargliela via. È la prima volta che si sorprende ad avere un pensiero così egoistico, ma vorrebbe che fosse solo sua.

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