Nasser, il manager di Imane, a pochi giorni dalla vittoria olimpica le aveva proposto un cambio di immagine che meglio si adattasse a rappresentare il suo paese, e soprattutto che mettesse a tacere le speculazioni sulla sua identità.
“Imàn, ho preso contatti col salone di bellezza più famoso in Algeria, tante celebrità ci vanno, che ne dici di farci un salto anche tu?”
“Che intendi, Nasser? Cosa dovrei fare esattamente in un salone di bellezza?” Imane amava giocare con la propria immagine, ma a modo suo. Anni prima si era già lasciata riprendere durante una messa in piega. Il video mostrava una giovane Imane che chiudeva gli occhi e sorrideva dolcemente abbandonandosi al momento di relax, alle mani esperte della parrucchiera che giocavano con i suoi capelli corti nell'atto di asciugarli e pettinarli.
La donna era consapevole della sua particolare sensualità e, pur senza potersi dichiarare apertamente, in più di un'occasione si era divertita a provocare e a farne un vezzo. Quei tempi, però, erano finiti.“Intendo dire che dobbiamo chiudere la bocca a chi dice che sei un uomo, e questo potrebbe essere il primo passo”. Il tono di Nasser suonava come un ordine, più che come un invito. L’uomo sapeva che Imane era dura da smuovere, e aveva rincarato la dose “Hai visto cosa scrivono di te sui social?”
“Mi chiedi se ho visto, Nasser? Ho pianto per settimane. Ma penso che il bullismo di queste persone non dovrebbe più toccarmi, non posso lasciarmi uccidere”. Imane aveva ripreso con lui le dichiarazioni che lei stessa aveva fatto in una delle interviste del periodo olimpico, sull’importanza di fermare il bullismo che può uccidere le persone e la loro dignità.
“Non mi riferisco soltanto al bullismo, al fatto che ti definiscono un uomo, ma anche a ciò che stanno combinando le donne sui social…Hai capito. È un’altra follia di cui non abbiamo bisogno in questo momento”.Donne da tutto il mondo sembravano essere pazze di Imane, del suo fascino androgino che le lasciava a dir poco confuse e terribilmente attratte. A pochi giorni dall'oro, i social erano già invasi di video a lei dedicati, di dichiarazioni e proposte più o meno esplicite.
Imane, che per settimane aveva pianto leggendo commenti pieni di odio, nei giorni seguenti alle olimpiadi aveva passato notti quasi insonni a sorridere davanti allo schermo, a cercare il proprio nome tra i profili delle fan per trovare le storie a lei dedicate, ad osservare cosa piaceva di lei. Ad amarsi un po' di più guardandosi attraverso gli occhi di quelle donne sconosciute.
A nessuno dei migliaia di messaggi ricevuti aveva mai risposto, non poteva, ma era stata spesso tentata. Lasciava traccia di sé tra le visualizzazioni delle storie, a qualche messaggio rispondeva con un cuore. Mettere un piede in quell’onda di amore, pur senza potercisi tuffare, le aveva dato nuovo ossigeno.Quella boccata d’aria inaspettata le sarebbe servita per trattenere più a lungo il fiato e scendere a un compromesso che le pareva necessario: Imane, alla fine, aveva accolto la proposta di Nasser. In fondo, vestirsi da ragazza e lasciarsi mettere lo smalto nelle occasioni speciali era stato il regalo alla sua mamma durante gli anni dell’adolescenza. Cambiare la sua immagine sarebbe stato il suo regalo a tutti gli algerini, che aveva il compito di rappresentare come campionessa mondiale e personaggio pubblico.
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Imane
FanfictionStoria liberamente ispirata dalle vicende della campionessa di boxe Imane Khelif.