Colpi bassi

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Hassan?” Roumayasa si era girata di scatto, come qualcuno che viene svegliato da un sogno, e si era alzata in piedi. “È successo qualcosa?”
“No, avevo solo voglia di vederti”. Dopo un breve sorriso alla sua Roumy, lo sguardo dell’uomo aveva indugiato per qualche secondo su Imane, percorrendone l’intera figura, come in cerca di una risposta. Voleva capire se quella donna costituisse davvero una minaccia.
Anche Imane lo aveva osservato: un uomo sulla trentina, poco più basso di lei e ben piazzato. I capelli ricci lievemente diradati ai lati della fronte, i grandi occhi castani con gli angoli all’ingiù.
A presentarsi per prima, porgendo una forte stretta di mano, era stata la donna. “Piacere, Imane”
“Piacere mio, Roumy parla sempre di te! Io sono Hassan, il suo fidanzato”. Quella precisazione non necessaria, il suo fidanzato aveva messo Roumy in evidente imbarazzo.

“Beh allora Imane raccontami, come vi siete conosciute tu e Roumy?” aveva domandato Hassan simulando un approccio amichevole.
Imane non aveva replicato immediatamente. Aveva prima finito di tamponarsi il viso con l’asciugamano e di sistemarsi i capelli, spostando verso sinistra le ciocche che le ricadevano sulla fronte.  Quella noncuranza aveva infastidito non poco Hassan.
“Pensavo che Roumy te lo avesse già detto, comunque ci siamo incontrate in palestra”.
L’uomo era rimasto per un attimo in silenzio. “Vi ho viste allenarvi, sei brava! Sai, mi piacerebbe provare”.
Imane, senza troppo riflettere, aveva fatto cenno ad Hassan di salire sul ring.
“Dai Hassan, è tardi, potete farlo un’altra volta” aveva detto Roumy, che nuovamente si sentiva in imbarazzo per quella situazione surreale.
“Tu intanto và a cambiarti, solo dieci minuti”. In un attimo, Hassan era faccia a faccia con Imane.

“Bene, cosa ti piacerebbe fare?” Conosci la boxe?” Imane cercava di rivolgersi all’uomo come avrebbe fatto con chiunque altro si fosse mostrato desideroso di imparare.
“Non saprei, simulare un incontro, immagino”
“Devi conoscere almeno le basi”
Imane aveva aggiustato le braccia di Hassan, riducendo la distanza tra i gomiti e spostando le mani ad altezza del naso.
“Ricordati di tenere alta la guardia. Ora fammi vedere come mi colpiresti”
Hassan aveva provato a mettere a segno diversi colpi, prontamente parati da Imane.
“Hassan, sei troppo vicino, l’avversario non deve prevedere le tue mosse”. Imane aveva fatto all'uomo una piccola dimostrazione, poi gli aveva afferrato entrambe le braccia e le aveva guidate lei stessa affinché compissero i giusti movimenti.

“Va bene, proviamo”. Hassan, dopo aver parato con successo i primi due colpi di Imane, ne aveva incassato uno sullo zigomo destro, che lo aveva appena sfiorato. Imane non avrebbe mai usato la forza con un principiante.
Hassan era scombussolato non solo dal pugno ricevuto, ma dall’intera percezione di quella donna, che aveva ripreso a saltellare nel suo raggio d’azione e lo scrutava con i grandi occhi neri che sembravano voler carpire la sua anima. Uno sguardo di sfida, così era giunto ad Hassan.
“Che ne dici di questo?” L’uomo, nell'atto di parlare, aveva distratto Imane, e con tutta la sua forza le aveva sferrato un pugno sul naso. La donna sanguinava.

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