La ragazza si fermò di scatto e vide i vari tasselli del puzzle unirsi a formare un'unica, inequivocabile prova: Diego Neri stava chiacchierando con degli amici, poggiato con una gamba sul muro di un edificio in mattoni, ricoperto da piante rampicanti e murales di ultras romanisti.
Tentennò, indecisa se andare avanti e far finta di non riconoscerlo, oppure aspettare che se ne fosse andato, prima di proseguire, dando ascolto al consiglio di Mattia. Ma poi scosse la testa, cancellando dalla mente quel pensiero prevenuto: doveva smettere di cibarsi di pregiudizi poco affidabili.
Decise così di ingoiare le sue ansie e andare avanti, con la testa alta e una sicurezza che non aveva mai ostentato prima di quel momento. «Ciao, Diego», lo salutò, non appena le passò accanto. Ignorarlo non sarebbe stata di sicuro la scelta migliore, né tanto meno la più saggia.
«Guarda, guarda... Savini.» Diego ricambiò il saluto con un sorriso sbieco stampato sul volto. «Roma è immensa, ma da quando sei arrivata riusciamo a incontrarci ovunque. Cosa sei venuta a fare a San Lorenzo a quest'ora? Non mi sembra una zona da te.»
«Devo andare in una libreria qui vicino a ritirare dei libri.» Sorrise educatamente ai ragazzi accanto a Diego, che la stavano osservando con occhi attenti e interessati.
«Be', immagino che destino mi abbia voluto fare un bel regalo, oggi. Non la trovi una curiosa fatalità?»
«Può darsi. Ora però devo andare.»
«Cosa? Lascia almeno che ti presenti ai miei amici.» La interruppe bruscamente lui, trascinandola di fronte agli altri ragazzi, come se fosse una persona messa sotto inquisizione.
«Infatti, Neri...» S'intromise un tipo alto e smilzo, con un piercing sul sopracciglio. «Sei sempre il solito egoista.»
«Ti abbiamo sempre detto di condividere con noi le tue conoscenze.» Aggiunse il tipo accanto a lui, dai capelli biondi ossigenati e un grosso tatuaggio di un'aquila sul braccio.
Nadia sbuffò e cominciò a essere pervasa da una generale sensazione di irritazione: quell'incontro le stava facendo perdere più tempo del previsto.
Diego li zittì con una mano. «Lei è Savini, una mia compagna di classe. Si è appena trasferita dalla Toscana e ha bisogno di ambientarsi in città.»
«L'ho sempre detto che l'aria di collina fa crescere belli come il sole», commentò sottovoce il biondo.
«Posso aiutarti io a farti adattare ai ritmi della città, bellezza.» Si propose uno maliziosamente. «Magari iniziando da casa mia.»
«No, grazie», replicò Nadia, guardandolo con aria infastidita.
«Smilzo, sei un coglione. Devi sempre esagerare», lo rimbeccò Diego, ridendo però sottovoce.
«Amico», il ragazzo si rivolse direttamente a Diego, «la tua amica è troppo attraente. Lo so che l'hai adocchiata prima tu, ma è difficile non farci posarci gli occhi.» ridacchiò e le si avvicinò di più.
Nadia indietreggiò, spaventata da quel gesto improvviso.
«Dai, ragazzi, lasciatela in pace.» Diego sorrise, sornione. «Conoscete le regole del gioco.»
«Non sai proprio condividere, Neri...», sbuffò lo smilzo, prima di rivolgersi a Nadia, in un nuovo tentativo di approccio. «Ehi, bellezza, vieni a prenderti qualcosa da bere con noi.»
Lei scosse la testa, più risoluta che mai. «Mi dispiace, ma ho un impegno e sono anche in ritardo.»
«Noi stavamo pensando di andare in pub qui vicino, dove si beve tanto e si spende poco. Conosco alcune cameriere che ci faranno volentieri lo sconto...» s'intromise Diego, ammiccando agli amici. «Facci compagnia. Ci conosceremo meglio.»
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...