Capitolo 45.

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«Il tuo comportamento è davvero strano, Mattia», esordì Anita con tono preoccupato.

Erano le otto e l'aula del IV A era ancora semivuota.

Mattia alzò lo sguardo sulla compagna. Quella mattina era arrivato presto in classe e si era seduto al suo banco senza salutare nessuno. Avrebbe tanto voluto essere invisibile. «Che cosa vuoi, Anita?»

La ragazza sbuffò e gli si sedette accanto, con le gambe rivolte verso di lui. «Perché ti comporti così, ultimamente? Siamo davvero preoccupati per te. Venerdì sera sei scappato via come una furia e non ti sei fatto più sentire.»

Mattia strizzò gli occhi e si passò le dita sulle tempie, stanco. In quel momento avrebbe voluto che si fosse aperto una voragine sotto ai suoi piedi per poterlo farlo allontanare da quella stanza. E anche da quella conversazione. «Avevo degli impegni da sbrigare. Niente che ti interessi, in ogni caso.»

Anita sbuffò e sollevò l'angolo del labbro, infastidita dalle parole del ragazzo. «Non capisco da dove provenga questo tuo risentimento nei miei confronti, lo sai? Fino a qualche mese fa andavamo così d'accordo.»

«Le cose cambiano, Anita. Gli occhi si aprono e la pazienza finisce.»

«Oh, no... Lo so io cosa è successo, invece», aggiunse lei, non soddisfatta. «È stata quella provincialotta ha rovinare il nostro rapporto. Da quando ha messo piede dentro questa scuola tu hai perso completamente la bussola.»

Mattia strinse tra le mani una matita e spostò gli occhi fuori dalla finestra. Non voleva darle la soddisfazione di ammettere la realtà dei fatti.

«L'abbiamo capito tutti», continuò lei, avvicinandosi ancora di più al ragazzo, «che per qualche assurdo motivo stravedi per lei. Non sei un bravo bugiardo.»

Mattia rimase ancora in silenzio e serrò la mandibola. Quanto sarebbe durata ancora quell'agonia?

«Lo sa tutta la scuola, ormai. È già da un po', in realtà, che la gente ha iniziato a chiacchierare, e questo vuol dire che a breve sarete sulla bocca di tutti, professori compresi. E lo sai cosa vuol dire questo, Mattia? Sai quali saranno le conseguenze

Mattia deglutì e iniziò a respirare in modo nervoso. «Finiscila.»

«Credevo che fossi una persona altruista...» Anita mise su un'espressione perfettamente corrucciata e si alzò in piedi, restando di fronte a lui. Con una mano gli toccò una guancia e gli fece scivolare l'unghia laccata rossa sotto al mento, per attirare il suo sguardo. «A quanto pare mi sbagliavo anche io. Sei solo egoista che la farà soffrire per il gusto di rompere un po' i nostri schemini del cazzo.»

«Smettila, Anita», ripeté il ragazzo, scrollandosi la sua mano di dosso.

«La farai innamorare di te.» Anita sorrise in modo dolce e rimase a fissarlo con le braccia distese lungo i fianchi. «È così scontato che succeda. Tutte si innamorano di Mattia Silvestre...»

«Sono tutte cazzate, le tue.»

«Oh, no che non lo sono. Te lo posso assicurare per esperienza... Le entrerai nel cuore perché sei l'unico che se lo è meritato. E sarà in quel momento che la distruggerai.» Anita scrollò le spalle con nonchalance e abbassò la voce. «Dai, lo sappiamo tutti quanti qui dentro che non potrebbe mai funzionare tra voi due. Siete troppo diversi. Lei nella vita non avrà mai niente, mentre tu... Tu hai già tutto! Perché la devi illudere con la favola del grande amore, puro e sincero?»

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