«Grazie per avermi accompagnato a prendere la giacca», le disse Diego, mentre avanzava per il corridoio della casa di Anita. «Vorrei andare a fumare, ma fuori è troppo freddo.»
Nadia sospirò, seguendolo di malavoglia. Aveva provato a declinare l'offerta, proponendosi di restare a tenere il posto sul divano, ma Diego aveva insistito fino allo stremo affinché gli facesse compagnia. Stranamente durante la serata si era comportato bene, senza dar mostra della sua solita strafottenza. Alla fine gli aveva detto di sì. Tanto Mattia era scomparso e lei non avrebbe potuto passare la serata a pensare a dove fosse finito.
«Come fai a sapere in quale stanza ti hanno riposto la giacca?» gli chiese. «Il mio cappotto lo ha portato via una cameriera. Non ho idea di dove sia finito.»
Diego si fermò un attimo e contò le porte del corridoio con il dito, poi si incamminò spedito verso la seconda «Oh, l'ho posato io quassù. Ho un portafogli pieno di soldi nella giacca. Non mi fidavo di lasciarlo nelle mani della servitù dei De Longhi.»
Spocchioso, pensò Nadia, incrociando le braccia al petto.
Diego la spronò a raggiungerlo. «Dai, sto scherzando.» Alzò le sopracciglia e abbassò la maniglia della porta. «Sono convinto che la servitù dei De Longhi sia piuttosto... Oh, accidenti», s'interruppe, guardando dentro la stanza. Subito richiuse la porta e si voltò verso Nadia con una smorfia scioccata.
«Che succede?»
Diego le mise una mano sulla spalla. «Savini, forse è meglio se non guardi.»
Per qualche assurdo motivo, il cuore della ragazza iniziò a martellarle nel petto, dando vita a svariati brutti presagi.
«Vuoi dirmi che succede?», esclamò Nadia. «Scansati, Diego.»
Il ragazzo si tolse di mezzo senza fare resistenza, guardandola con le mani sui fianchi. Non provò nemmeno a fermarla, quando spalancò la porta e si trovò di fronte Mattia e Anita che si baciavano. Stesi a terra, in un groviglio di braccia e di gambe.
La scena la lasciò letteralmente senza parole. Rimase sull'uscio, con la bocca spalancata e la mano ancora poggiata sulla maniglia. Li guardò, meravigliata e schifata allo stesso tempo.
Anita finse un'espressione pudica che poco le si addiceva e si scansò subito da Mattia, schiarendosi la voce. «Dio, che situazione imbarazzante...» sussurrò, guardando a terra.
Mattia si alzò subito dopo. Un velo di terrore gli passò negli occhi, quando indugiò sulla figura di Nadia davanti all'ingresso della camera da letto. Li aveva visti. Era entrata nel momento peggiore. E di sicuro aveva travisato tutto. «Nadia, non è come pensi.» Mise le mani avanti, allontanandosi da Anita.
Nadia indietreggiò, fino a uscire nel corridoio. Lo guardava come se fosse uno sconosciuto. «La stavi baciando, Mattia. Ti ho visto.» Sentì gli occhi inumidirsi, ma si sforzò di non piangere. «Eravate raggomitolati sul pavimento! Come può non essere come penso?»
«È stato un incidente, te lo posso giurare.» Provò a chiarire, cercando un punto di contatto con Nadia. Ma lei aveva già alzato un muro avanti a sé. «Ascoltami, posso spiegarti tutto.»
«Spiegarmi cosa, Mattia?» urlò Nadia, avvicinandosi pericolosamente al ragazzo. Era diventata paonazza per la rabbia e le parole facevano persino fatica a uscirle di bocca. «Che sei un bastardo? O che pensavi di prendermi in giro così spudoratamente?»
«Calmati!» Mattia l'afferrò per le spalle e la costrinse a stare ferma. «So che è assurdo, ma io non ho fatto niente. Anita mi è... mi è cascata addosso, e la situazione è degenerata in un attimo! Devi credermi!»
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...