«Ragazzi, fate silenzio!», tuonò il professore. Stava cercando di placare il chiacchiericcio che si era alzato nella classe dopo l'uscita inaspettata di Mattia. «Volete una nota di comportamento?» Batté il palmo della mano sulla cattedra due volte e provò ancora a richiamare l'ordine.
Nadia si guardò intorno con fare circospetto: tutti i compagni stavano commentando lo strano gesto di Mattia. Andarsene così non era da lui, soprattutto perché fino a qualche minuto prima stava parlando in tono acceso con Anita. E questo non voleva dire nulla di buono. Lei li aveva visti fin dal primo istante in cui lei si era seduta accanto a Mattia e non le era sfuggito quando gli aveva accarezzato la guancia in modo consolatorio. Aveva visto tutto, ma era rimasta in silenzio a far finta di nulla. E anche se le avrebbe messo volentieri le mani addosso pur di scansarla da lui, si era convinta dentro di sé a non provare quella sorta di gelosia ingiustificata nei confronti di una persona che le aveva calpestato i suoi sentimenti senza alcun ritegno.
Di qualunque cosa stessero parlando quei due a lei non doveva interessare. Infatti si era concentrata su tutt'altro: aprire il libro di chimica, giocherellare con una matita spuntata, evitare lo sguardo di Diego. Poteva occupare il suo tempo in milioni di attività, ma allora perché la sua mente non faceva altro che tornare a Mattia?
«Esibizionista...», grugnì Diego al suo fianco, con fare annoiato. Aveva lo sguardo palesemente annoiato e si stava sorreggendo il mento con la mano. «È sempre stato per le sue e adesso cerca pure di fare uscite teatrali. Patetico.»
Prima che cominciassero le lezioni, Diego aveva provato a scusarsi con Nadia per quello che era successo venerdì, dicendole che aveva esagerato nel bere. Aveva mostrato il suo migliore sguardo ferito e aveva detto di essersi pentito di aver sprecato la serata in sua compagnia, lasciandola in balia dei suoi amici. Ma Nadia lo aveva fulminato con gli occhi e gli aveva risposto che era proprio grazie a Bruno che si era salvata da una serata ancora peggiore. Alla fine Diego aveva annuito e aveva scrollato le spalle, senza capire sul serio la gravità di quello che era successo al Joker.
«Io credo che abbia avuto valiti motivi, se ha fatto quel che ha fatto.» Nadia rispose secca al compagno, senza degnarlo di uno sguardo.
Diego rise e scosse la testa. «Sul serio non ci sei ancora arrivata?»
«A cosa ti riferisci?»
«Savini, è chiaro come l'acqua che Silvestre ha un chiaro interesse nei tuoi confronti. E devo ammettere che la cosa mi infastidisce più di quanto mi costi ammetterlo.» Nadia si fece scura in volto e sorrise amaramente. «Nessuno è veramente interessato a me.»
Diego alzò le spalle. «Mettiamola così: sei la novità del momento e noi siamo solo un branco di ricchi annoiati. Siamo tutti attratti da te.»
«I tuoi discorsi mi fanno schifo, Diego.»
«Oddio, Savini, per quanto vorrai essere così scostante con me? Ho sbagliato venerdì, ma adesso basta», sbottò lui, infastidito dall'atteggiamento restio della compagna di banco.
«Ci sono errori che non si possono riparare. Per colpa tua non dimenticherò più quella serata.» E non solo per colpa tua, aggiunse poi tra sé e sé Nadia.
«Guarda che non devi essere gelosa di Selene. C'è abbastanza Diego per tutte.» Ammiccò e le regalò un sorrisetto sornione.
«Io... gelosa di lei? Sei del tutto fuori strada.» Nadia scosse la testa e sollevò le sopracciglia, sorpresa.
«Tu mi piaci un sacco, Nadia. Penso che ormai tu lo abbia capito.» Diego si fece più vicino a lei con il busto e le sfiorò il dorso della mano, in un gesto studiato quanto delicato.
La ragazza rimase immobile a fissarlo, poi scansò bruscamente il braccio, poggiandolo di nuovo sulle sue gambe. «Io non mi fido più di te.»
Lo sguardo di Diego si indurì. «Sappi ho ben chiari i miei obiettivi. E tu sei uno di quelli. Non mi è mai piaciuto sentirmi rifiutato, nella vita. Da nessuno.»
Nadia rimase sbigottita dalla sua risposta carica di presunzione e arroganza. Finalmente anche Diego aveva calato la sua maschera, mostrandosi per quello che era realmente: un altro idiota. Di scatto si alzò in piedi e allontanò la sedia dal banco: se le cose stavano così, per una volta nella vita avrebbe seguito l'istinto.
«Che fai?», le chiese Diego, stupito.
«Quello che avrei dovuto fare da subito.»
«Non andrai a cercare lui?», realizzò alla fine, con il tono di voce più calmo possibile. «Stai commettendo un grave errore, Savini.»
«No, io credo che lo farei se restassi qui con te.» Nadia sentiva il cuore palpitare, come se avesse improvvisamente preso vita. Perché era così che dovevano andare le cose: Mattia aveva bisogno di lei, come lei aveva bisogno di sapere che stesse bene. E questo andava oltre ogni forma di risentimento e rancore che provavano l'uno nei confronti dell'altra.
Diego scosse la testa allibito. «Non vuoi proprio capirlo allora che Silvestre non fa per te. Stai puntando troppo in alto, bambolina...» Le sorrise con astio, storcendo gli angoli delle labbra. «La caduta sarà dolorosa, poi.»
Nadia preferì non rispondere. L'indifferenza era la migliore arma in certi casi. Raggiunse la porta della classe senza curarsi degli sguardi dei compagni di classe e tirò giù la maniglia.
«Savini, dove sta andando?» Il professore di chimica si allontanò dalla cattedra e la fissò stupefatto, con le mani a mezz'aria. «Ma, dico io, stiamo sfiorando il ridicolo oggi? Avete preso la mia lezione come una convention facoltativa? Ritorni immediatamente al suo posto!»
Nadia lanciò un'occhiata piena di rimorso al professore e fece cenno di no con la testa. «Non posso.» Sentiva lo sguardo degli altri gravare su di lei.
«Savini, l'avverto. Una nota, in questo istituto, è un terribile biglietto da visita per l'esame di stato.»
«Mi dispiace, ma adesso ho cose più importanti a cui pensare.» Nadia chinò la testa in cenno di scusa e si affrettò a uscire, richiudendosi la porta alle spalle. Appena uscita nel corridoio, una sensazione di sollievo la colpì in pieno volto: aveva fatto la scelta giusta.
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...