Capitolo 20.

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«Le ragazze vogliono divertirsi stasera, eh?», scherzò il barman moro, mentre maneggiava una bottiglia di vetro con destrezza.

«Eccome.» Anita sorrise e poggiò le braccia sul bancone, in una posa più che sicura di sé.

«Avrete i drink», disse il ragazzo tatuato, «a patto che ci diciate qual è la nostra ricompensa per questo favore... fuori dal listino

Il sorriso di Anita si allargò ancora di più. Lanciò uno sguardo d'intesa alle amiche al suo fianco, poi tornò a osservare il barman. «Certo. Un patto è un patto. Ma prima brindiamo alla nostra serata e alla vostra», disse, avvicinando i piccoli bicchieri di vetro a sé. Ne mise uno di fronte a Nadia, che lo guardò dubbiosa.

«Non so se è il caso. Non vorrei esagerare troppo», dissentì, con un tono meno sicuro di quanto avrebbe voluto.

«Andiamo, è solo uno Shot», la prese in giro Penelope.

«Ti aiuterà a sciogliere la tensione.» Anita le spinse il bicchiere dalla sua parte e la fissò con aria di sfida.

Nadia resse lo sguardo per qualche secondo, poi lo abbassò, combattuta. Alla fine sospirò e allungò il braccio verso lo shot di Tequila liscia, sapendo già che se ne sarebbe pentita amaramente.

«Al tre buttiamo giù tutto d'un fiato.» Anita sorrise della sua piccola vittoria e le fece l'occhiolino, come se d'un tratto fossero diventate migliori amiche.

Le altre assentirono all'unisono e insieme contarono fino a tre, per poi buttare giù il liquido trasparente a occhi chiusi. Ci fu un breve applauso, poi posarono i bicchieri vuoti sul bancone.

Nadia sbatté più volte le palpebre, tramortita dal sapore amaro e infiammante che le si era sprigionato in gola. Deglutì, cercando di allontanare il bruciore dalla bocca, ma la sensazione sgradevole rimase bloccata lì. Per un attimo pensò che la bocca le avrebbe preso fuoco.

No, la scelta della tequila liscia non era stata per niente intelligente.

«Dunque, torniamo a noi.» S'intromise il barman, che fino a quel momento si era gustato la scenetta in un silenzio assorto. «Abbiamo soddisfatto il vostro desiderio. Ora tocca a voi rispettare la parola data.»

Anita si avvicinò al bancone e sorrise al ragazzo. Aveva le guance un po' più colorite, ma gli occhi le brillavano allo stesso modo. «Stasera avrete la possibilità di divertirvi con una di noi», lo informò. «Ovviamente la scelta della fortunata è a nostra discrezione.» Guardò le amiche e sollevò gli angoli delle labbra.

I due ragazzi si poggiarono sulla lastra del bancone, interessati. «Okay. È una proposta interessante.»

«Nadia, vieni.» Anita chiamò l'amica e la spinse con dei buffetti sulla schiena di fronte al bancone del bar, faccia a faccia con i barman.

«Che c'è?», domandò lei. Aveva la testa confusa, ma non ancora così tanto da non sentire il campanello di allarme che si era acceso nel suo cervello.

«Perché non intrattieni un po' questi ragazzi così simpatici? Non lo so, raccontagli della tua vita fuori dalla città e del tuo arrivo a Roma. Sono sicurissima che muoiono dalla voglia di ascoltarti.»

«Veramente io non credo che-»

«Risparmia per dopo i commenti», la zittì Giada. «Passiamo a richiamarti tra un po'. Adesso abbiamo degli affari da sbrigare.»

Penelope annuì con la testa e puntò gli occhi sulla folla. «Io devo scappare. Quel ragazzo mi sta fissando da prima. Sento che insieme faremo scintille.» Ammiccò e si allontanò dal gruppo.

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