E quello doveva essere un party riservato?, si chiese Mattia, appoggiato al muro della cucina. Era già spazientito e non era passata neanche mezzora dal suo arrivo. La gente sbucava da ogni angolo, spintonando da ogni lato per passare tra la calca. Tutti idioti diretti al tavolo delle bevande.
Chissà se i genitori di Anita sapevano della festa quasi illegale che aveva organizzato la figlia, dal momento che c'erano più di settanta persone in sole tre stanze. Il risultato ovviamente era una schifosa confusione, creata da suoni, voci e risate.
Mattia non conosceva tutti gli invitati, anche se la stragrande maggioranza erano facce riviste tra i corridoi del Machiavelli e nel quartiere dei Parioli. Ma di quella gente, l'unica che veramente gli interessava non l'aveva trovata.
Chissà che fine aveva fatto Nadia. Se lo stava chiedendo da una decina di minuti. Era strano che non l'avesse vista nemmeno di sfuggita.
Un ragazzo si piazzò di fronte a lui, poggiandogli una mano sulla spalla. «Ehi, Mattia», lo salutò con un sorriso. Aveva le guance rosse, forse per l'alcool.
Per quanto era nervoso, quasi scattò al suo tocco. Il compagno si meritò un'occhiata fulminante. «Riccardo», ricambiò il saluto, teso. Nel frattempo continuò a guardarsi intorno.
«Come va, amico? Non ti sei più fatto vivo alle cene dell'azienda di tuo padre.»
«Avevo altri impegni», tagliò corto Mattia, poco interessato a iniziare quella conversazione noiosa.
«Vanno alla grande le azioni dei tuoi, eh?» scherzò ancora il ragazzo, sbiascicando un po' le parole finali. «Ma dimmi un po'... È vera quella voce che circola sull'unione in società con i De Longhi?»
«Come hai detto tu, Viviani, sono voci. Peraltro private.»
«Non dargli retta, Ric.» Una terza voce s'intromise nel discorso all'improvviso. «Le voci sono tutte vere. Le azioni Silvestre e De Longhi si uniranno in consocietà a partire dall'anno nuovo. È tutto deciso», spiegò Anita con un grande sorriso. Si mise accanto a Mattia e gli passò un braccio intorno alla vita, attirandolo a sé.
Mattia cercò di mantenere le distanze, senza scrollarsela di dosso in malo modo. «Anita, ti prego», sbottò a bassa voce.
«Dovresti smetterla di spaventare i miei invitati con quel tono minaccioso, Mattia.»
Il ragazzo di fronte a loro si mosse, imbarazzato. Era troppo curioso per andarsene, ora che aveva i due diretti protagonisti della novità dell'anno. «Quindi è tutto vero», ripeté, grattandosi la testa e ondeggiando un po' su se stesso. «E cosa ne uscirà fuori dalla fusione?»
Anita si finse disinteressata. «Uhm, come sai i miei sono attivi nel campo dell'arredamento e del mobilificio di alta classe. Sicuramente troveremo un punto d'incontro per soddisfare le richieste di entrambi.»
«Questo è tutto da vedere», borbottò Mattia. Non c'era niente di certo, in quella presunta collaborazione tra famiglie. Anche se i suoi erano d'accordo, lui si opponeva a piè pari.
Riccardo guardò Mattia come se fosse uno scemo, poi si concentrò di nuovo sulla ragazza. Le prese la mano, galantemente, e gliela baciò. «Allora, bellezza», le disse con voce leziosa, «se dovessero servire chef di alto livello per la ristorazione, non farti problemi a chiamare i nostri servizi di catering.» Le fece l'occhiolino, poi si defilò, salutando con il capo Mattia.
«Che leccaculo», commentò il ragazzo, staccandosi finalmente dalla presa a boa di Anita.
«Ti prego, Mattia.» La ragazza lo condusse nell'angolo della cucina più libero dalla gente. «Non fare il guastafeste. I rapporti tra le nostre famiglie stanno andando a gonfie vele. Non rovinare tutto.»
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...