«Che cosa vuol dire quello hai appena detto?», ripeté Mattia, trascinato dall'impeto del momento.
Era corso fuori dalla classe per andare a cercare Nadia. Voleva trovarla e parlare con lei, interrompendo il periodo di triste mutismo che c'era stato tra loro nell'ultimo mese. Per primo aveva controllato tutti i corridoi e le aule vuote dell'istituto. Dopo aver constato che non fosse lì dentro era uscito all'aperto, cercandola in mezzo alle panchine del giardino. E ovviamente l'aveva trovata lì. Però non era sola. Piccolo e fastidioso dettaglio.
In un primo momento si era tenuto nascosto dietro al muro, cercando di identificare le voci. E quando aveva realizzato che lì con lei c'era Diego aveva dovuto fare appello alle più alte divinità per non intervenire subito e dare un taglio a quella conversazione. Ma alla fine ci era riuscito. Li aveva lasciati parlare senza fare un fiato o dargli motivo di credere di essere osservati da un terzo spettatore. Ma dal momento che ascoltare non gli bastava, Mattia si era sporto dalla parete, coperto dall'ombra dell'edificio proiettata a terra, e così li aveva visti: Nadia e Diego stavano avendo una sorta di faccia a faccia. Discutevano di qualcosa di cui lui non era a conoscenza.
Un senso di fastidio lo aveva percosso. Perché Diego le parlava ancora? Così aveva stretto i pugni, mandando giù un boccone amaro, e si era ripromesso di mantenere la calma. Almeno per un altro po' di tempo. Ma sopportare la scenetta patetica era diventato quasi impossibile, quando Neri aveva allungato il braccio sulla spalla di Nadia, costringendola a fermarsi.
Mentre l'odio bolliva nel grande calderone, la testa di Mattia era già partita per la tangente. Perché Diego la stava toccando? Perché ogni dannata volta che Nadia si trovava da sola lui doveva sempre mettersi tra i piedi?
Forse il suo compagno di classe non aveva ben chiara la faccenda: doveva starle lontano. Ma quando stava per fiondarsi sui due per ristabilire le corrette distanze, gli era saltata all'orecchio una strana parola, che l'aveva bloccato come una doccia fredda: bacio. Cinque lettere, un unico significato.
Mattia aveva aguzzato i sensi, socchiudendo le palpebre e concentrandosi sullo scambio di battute tra Nadia e Diego. Possibile che lei gli avesse raccontato del loro primo bacio? E per quale motivo? Ma poi, come un lampo all'improvviso, aveva collegato quella parola con la sua frase precedente: Nadia aveva detto che gli aveva concesso già qualcosa di suo... Un bacio. Diego l'aveva baciata.
«Rispondi, Nadia.» Mattia guardò con asprezza Nadia e alzò il tono di voce. «Guarda che ho sentito tutto.»
Nadia rimase in silenzio. Di tutti i modi in cui Mattia sarebbe potuto tornare a parlarle, quello era il meno scontato. Le stava gridando a pochi centimetri dal volto e sembrava emanare collera da tutti i pori. «Mattia, io...» Si rese subito conto di essere incapace di formulare una frase sensata. Un mese di autoconvincimento che non provava nulla per lui era appena andato a farsi benedire. In un attimo si era già persa nei suoi occhi arrabbiati.
«Silvestre», brontolò Diego, palesemente infastidito dall'arrivo del compagno, «non alzare la voce.»
Mattia si voltò verso di lui e gli allontanò con forza il braccio dalla spalla di Nadia. «Innanzitutto tieni le mani a posto. Non toccarla», lo minacciò, furioso. «Seconda cosa, sta' zitto. Non sto parlando con te.»
«Mattia», sussurrò Nadia, sfiorandogli il braccio.
Il ragazzo si voltò di nuovo verso di lei. Aveva lo sguardo grave e sembrava preoccupata da quello strano triangolo che si era venuto a formare. «Voglio sapere a cosa ti riferivi quando hai parlato di quel bacio a lui», ringhiò, indicando con un cenno Diego, che nel frattempo si stava gustando la scena con il solito sorrisetto beffardo sul volto.
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...