«Butta via quella merda. Subito.» Mattia raggiunse il gruppetto comparendo alle loro spalle. Dalla cadenza un po' affannata delle sue parole, sembrava come se avesse corso per arrivare fin laggiù.
Quando lo vide, Nadia rimase immobile, con le labbra schiuse a formare una O e la sigaretta ancora tra le dita.
«Nadia», il compagno le si mise davanti e l'afferrò per le spalle, «non provarci nemmeno.»
«Ehi, ehi... Che cazzo, Silvestre!», sbottò Diego, stupito quasi quanto Nadia del suo arrivo improvviso. «Lasciala stare! Che cosa ti passa per il cervello?»
Mattia si voltò di scatto, come mosso da moto di rabbia saettante. «Cosa mi passa per il cervello? Cosa passa a te, vorrai dire.»
«Non stavamo facendo niente di male.»
«Oh, davvero? Fumare erba nel giardino della scuola è il primo passo per farla diventare una sbandata come voi», rispose gelidamente.
«Dovresti provarla anche tu, Silvestre, lo sai? Ti rilasseresti un po' e forse ti godresti un po' più la vita.» S'intromise Elias con un sorriso. Stava sfidando Mattia con lo sguardo e forse si sarebbe anche divertito a veder nascere uno scontro tra lui e Diego. Quei due non erano mai andati d'accordo fin dal momento in cui erano stati inseriti nella stessa classe.
Mattia si ignorò la provocazione di Elias e si voltò nuovamente verso Nadia. «Forza, andiamo via di qui.»
Lei non riuscì a spiccicare parola e rimase immobile, a specchiarsi negli occhi del compagno. Si sentiva un'idiota, con quella sigaretta in mano, colpevole di essere quasi caduta in tentazione solo per non dover iniziare un'altra estenuante battaglia con Diego.
Mattia sospirò spazientito e le sfilò la sigaretta dalle dita, per poi gettarla a terra e calpestarla sotto la punta della scarpa.
«Che spreco di soldi», mormorò amareggiato Bruno. Scosse la testa e si ficcò le mani in tasca.
«Non è la giusta compagnia, questa», le ricordò ancora una volta Mattia, con lo sguardo ammonitore.
«Ehi, guarda che siamo ancora qui, noi, Silvestre.» Diego si mostrò irritato dalle parole del compagno. «E poi smettila di improvvisarti la sua guardia del corpo e lasciala un po' respirare.»
Mattia districò lo sguardo dagli occhi di Nadia e sospirò, spazientito. «Te lo dico chiaramente, Neri. Non voglio che immischiate questa ragazza nei vostri giretti del cazzo. È già successo con la Toledo e sappiamo tutti com'è finita. Lei non sarà la prossima.»
«Andiamo sul pesante, qui.» Bruno emise un fischio con la bocca. «Qualcuno ha appena nominato Toledo.»
«Quella storia è un capitolo chiuso, per me. Gabriella se n'è andata da più di anno e non metterà più piede qui a Roma.» Per la prima volta, Diego diede cenno di accusare il colpo. Irrigidì i muscoli delle braccia e strinse i pugni, incassando le parole di Mattia come degli schiaffi in pieno volto.
Nadia seguì la conversazione senza capire a cosa si riferissero. «Chi è Gabriella?»
Diego continuò a fulminare con lo sguardo Mattia. «Fatti gli affari tuoi. E anche tu, Silvestre. Non voglio più che la tiri in ballo.»
«Ma certo, sicuro... Quando le cose finiscono male vengono subito definite "capitoli chiusi", no?» Mattia rise freddamente e scosse la testa. «Nadia ne resta fuori, stavolta. Non m'interessa che l'abbiate puntata come il nuovo bersaglio dei vostri giochetti da bambini annoiati... Coinvolgetela ancora una volta, e vi farò scontare tutto quello che vi siete evitati con Gabriella.»
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...