Qualcuno molto vicino a loro si schiarì la voce. «Ehm, disturbo?»
Nadia si irrigidì, ancora poggiata al petto di Mattia, e si allontanò da lui con una lentezza micidiale.
Oh, santo cielo. Suo padre e il tempismo maledettamente sbagliato.
Alzò lo sguardo su Guglielmo e aprì la bocca per cercare di improvvisare qualcosa.
Mattia, nel frattempo, aveva fulminato l'uomo con lo sguardo. «Ma che diamine succede, oggi? Questi squilibrati cercano tutti te?», chiese scocciato a Nadia.
«Mattia, aspetta...», provò a replicare lei.
Guglielmo sbatté le palpebre confuso. «Nadia, chi è questo ragazzo?»
Nadia fece avanti e indietro con lo sguardo tra il padre e Mattia, senza sapere dove mettersi le mani.
«Non dirmi che conosci anche questo tizio!» Mattia cercò di decriptare lo sguardo della compagna.
Guglielmo borbottò qualcosa di confuso. «Giovanotto, mi stai davvero chiedendo se conosco mia figlia?», gli chiese, a metà tra una risata e un tono di voce meravigliato.
Mattia impallidì e fece un passo indietro come se fosse appena stato colpito da un pugno invisibile. «Sua... sua figlia?»
«È mio padre, Mattia. Era quello che stavo cercando di dirti», lo informò a bassa voce Nadia.
«Già. Sono suo padre», confermò Guglielmo. «Mentre tu saresti...?»
Mattia scattò, cercando di riprendersi dalla gaffe appena commessa. «Mattia Silvestre, signore», allungò formalmente la mano. «Sono davvero dispiaciuto per l'inconveniente.»
«Come vi conoscete, voi due?»
«È un mio compagno di classe», rispose Nadia. Doveva intervenire e fare in modo che durante quella conversazione non uscissero cose di cui suo padre non era a conoscenza.
Guglielmo rimase in silenzio, sospettoso. «Sembri un po' scossa, Nadia. Va tutto bene?»
Mattia inarcò un sopracciglio e mise le braccia conserte. «È normale che sia scossa, dopo quello che è appena accaduto.»
«Di cosa stai parlando?» Il tono di voce di Guglielmo si fece più circospetto e Nadia impallidì.
«Be', sua figlia ha avuto un incontro con un-»
«Con un professore davvero terribile a scuola», intervenne prontamente lei, bloccando il compagno.
Mattia la squadrò interrogativo e rimase a bocca aperta nel vedere l'espressione preoccupata della ragazza. Impiegò pochi secondi a capire che non aveva raccontato al padre del suo incontro con il ragazzo che l'aveva molestata e chissà perché la cosa non lo stupiva affatto. Sospirò e scosse la testa, palesemente in disaccordo. «Già...», convenne alla fine, lanciando però un'occhiata di disapprovazione a Nadia. «È stato un bel colpo per lei.»
Lei lo ringraziò con lo sguardo per aver capito al volo. «Però ho fatto del mio meglio per non fare scena muta di fronte a tutta la classe. Dovresti essere fiero di me», esclamò con più entusiasmo.
Guglielmo abbandonò l'espressione indagatrice e lasciò posto a un bel sorriso. «Mi fa piacere, bocciolo», le disse. «Quindi l'abbraccio di prima era un incentivo a fare del tuo meglio?»
«Papà, ti prego...»
Mattia rise. «Se fosse così, dovrei abbracciare sua figlia in continuazione.»
Nadia sbarrò gli occhi, stupita del commento del ragazzo.
Guglielmo lo osservò. «Sei un tipo affidabile, Mattia?»
«Finora mi sono sempre dimostrato come tale, signore.»
«Non stai solo cercando di raggirare mia figlia, vero?», chiese con circospezione.
«Papà...» Nadia si passò una mano sul volto. Era imbarazzatissima.
«Posso assicurarle il contrario.»
Guglielmo annuì con la testa. «Bene, perché nessuno deve prendersi gioco della mia piccina.»
«Sono abituato a trattare con riguardo le cose di un certo valore», replicò Mattia, guardando di sbieco la ragazza.
Guglielmo allentò la pressione. «Mi ricordi un po' me da adolescente, sai? Strafottente, ma in grado di stare al proprio posto.»
«Lo prendo come un complimento.»
«Molto bene, credo che possa fermarmi qui con l'interrogatorio», scherzò alla fine Guglielmo, abbandonando definitivamente i toni da investigatore di serie C. «Mattia, vuoi venire a bere qualcosa di caldo da noi?»
«La ringrazio, signor Savini, ma a casa mi aspettano», declinò lui, rabbuiandosi al pensiero di dover tornare a vedere sua madre.
Guglielmo alzò le spalle e prese in mano la ventiquattrore sbrindellata. «D'accordo. Sentiti libero di passare quando vuoi.»
Mattia sorrise. «Grazie. È stato un piacere conoscerla», lo salutò. Poi spostò lo sguardo sulla ragazza e sorrise. «Ci vediamo a scuola, Nadia.» E se ne andò con le mani in tasca.
Nadia rimase a guardarlo mentre svoltava l'angolo. Era rimasta basita dal risvolto della situazione. Mattia era diventato suo complice e il padre aveva approvato senza troppe domande il ragazzo. Sembrava impossibile, ma era riuscita a tener nascosto a Guglielmo l'incontro con il proprietario della libreria. Fece un sospiro, allontanando il pensiero del momento in cui avrebbe dovuto raccontargli tutto: per il momento voleva solo tornare a casa, mangiare un piatto di pasta e gettarsi sul letto, a rivivere ancora quella strana sensazione di vuoto allo stomaco che aveva provato per ogni attimo in cui i suoi occhi si erano incastrati in quelli di Mattia.
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Tutto quello che ho sempre cercato
RomanceNadia Savini ha 17 anni e una vita apparentemente tranquilla, trascorsa in un piccolo paese della bassa Toscana insieme al padre. Orfana di madre già da pochi anni dopo la sua nascita e in una condizione economica familiare per nulla agiata, sa beni...