Capitolo 8

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Fa caldo. Mi appoggio contro la parete di vetro per assorbirne il fresco il più possibile. Sembra tutto così distante guardato da qui , all'ombra, in silenzio. Il vento afoso è troppo lontano per raggiungermi e i Pacifici si aggirano assonnati dalla calura improvvisa. Anche io sono stanca ma il mio non è solo un dolore fisico. Mi sento confusa e piccola davanti a tutto quello che accade.

Oggi pomeriggio ho rivisto Marcus. Aveva la fronte aggrottata ma stava spronando alcuni Abneganti giù di corda. È raro che alcuni di noi mostrino smarrimento. Consideriamo l'afflizione un atto egoistico. Marcus però non ha rimproverato nessuno, anche lui non ne può più. è l'unico capofazione ancora assieme a noi. Mamma lo rispetta molto per il suo stoicismo. Eppure. Se solo papà fosse qui con me mi sarebbero chiare molte cose. Lui veniva dai Candidi ed è sempre stato molto sincero con noi. Ci ha sempre spiegato cosa sarebbe capitato, il suo modo di pensare. mamma a volte lo rimproverava per questo ma non hanno mai litigato. Non è una cosa che tra gli Abneganti accade spesso.

- Ti ho cercata dappertutto - Caleb mi si siede accanto con il fiatone.

Ha il viso arrossato e il collo della camicia sbottonato ma non sembra gli dia problemi. Forse perché gli Eruditi non lo considerano così importante. Caleb rimane in silenzio e di questo gli sono riconoscente.

Fisso il suo profilo : il naso leggermente curvo, gli occhi verdi, le fossette ai lati della bocca. Non mi ricordo quando ho capito di essere innamorata. Deve essere successo molti anni prima della Cerimonia della Scelta e per quanto se ne possa dire sugli Abneganti per noi l'amore è una cosa naturale. Evitiamo il più possibile il contatto, siamo cauti, osserviamo con le guance che scottano gli altri ma amiamo. Volere bene a qualcuno, essere generosi, umili è quello che fa della mia fazione la mia casa. Caleb mi sta guardando adesso.

- Chiudi gli occhi - sussurro.

Aspetto che faccia quello che gli ho chiesto.

- Immagina di essere ancora a casa - non so se la reputa più tale - Siamo vicino al muro di cemento. Sai quello tutto disegnato con i gessetti ? - .

Caleb sorride - Da bambino non facevo altro che passarci vicino - .

- Lo so - mormoro - Adesso ci siamo tu e io, è finita la scuola. Fa caldo ma è piacevole. - .

La bocca di Caleb si piega in su da un lato - Beatrice e Robert? - .

- Sono a casa. Beatrice sta ancora lavorando a quel progetto sulla storia delle fazione. Ti ricordi ci avevi messo così tanto a fare quel modellino - .

Caleb ride - Le è caduto mentre andavamo in classe. Ci avevo impiegato giorni - .

Sorrido - Già, adesso però non si è ancora rotto - .

Caleb annuisce - Mi piace che sia al sicuro a casa - .

Ho la gola secca, deglutisco un paio di volte. Avvicino il mio viso al suo tanto che potremmo sfiorarsi se uno dei due si sporgesse ancora.

- Susan, posso aprire gli occhi ? Credo che sia ora di smetterla di immaginare - .

Caleb mi bacia. All'inizio siamo entrambi impacciati, nessuno dei due sa bene che cosa fare. Non siamo più due ragazzi con un futuro incerto. Siamo solo Susan e Caleb. E non desidero altro.
                                   
                                      *

Quando ci stacchiamo il solo è più in basso. È in arrivo il tramonto. Caleb mi accarezza il palmo della mano - Mi sei mancata - dice molto lentamente.

Io ho la testa appoggiata sulla sua spalla - Non c'è bisogno di . . . - .

- Si invece - mi interrompe - All'inizio credevo che me la sarei cavata ed è stato così. Ero preparato a tutto ma non alla nostalgia di casa. - .

- All'inizio non ho realizzato che te ne fossi andato. è strano ma avevo la sensazione che saresti sbucato fuori da un momento all'altro. E mamma e papà erano così tristi per Robert. Non avevo nessuno con cui parlarne - .

Mi mordo la lingua per non andare avanti. Non volevo dirlo. Sembrare patetica, farlo sentire in colpa. i pacifici mi stanno rendendo davvero più egoista. Oppure semplicemente quando ti senti te stessa lasci andare tutte le difese e smetti di sforzarti di essere forte.

Caleb mi tiene ancora più stretta a se - Mi dispiace Susan, io . . . - .

- È tutto passato, davvero. L'importante è che tu sia qui adesso - lo interrompo perché ho paura di sentirgli dire qualcosa di sbagliato. Non sono poi così sicura che Caleb si sia pentito della sua scelta, per quanto essa sia stata dolorosa.

- Vorrei rimanere qui per sempre - mormora Caleb.

- Forse dopo che si sarà risolto tutto i capofazione faranno uno strappo alla regola - è una speranza fragile ma ultimamente non faccio che aggrapparmici.

Caleb si irrigidisce - Credi davvero che ritornerà tutto normale? Dopo tutto questo? - .

So che non dimenticherò mai gli stivali scuri degli Intrepidi, i dottori Eruditi che li guidano verso di noi. Le finestre rotte, le donne che urlano.

Caleb prende un respiro profondo - Susan, se gli Eruditi hanno attaccato gli Abneganti è perché li reputavano ingiusti. Assieme agli intrepidi volevano migliorare il sistema - .

- Questo è quello che direbbe un erudito. Ma noi due sappiamo la verità, giusto? - .

Caleb non risponde. Aspetta a lungo prima di parlare - Quando si cambia fazione si modifica anche il proprio modo di vedere le cose. Gli Abneganti avevano davvero troppo potere - .

Scuoto la testa - Tutti assieme hanno deciso che toccava a noi questa responsabilità. nessuno gli obbligati . . . Loro - .

- Non conosci tutto Susan. C'è molto di più dietro - . Più importante della morta degli Abneganti? Della distruzione?

- Sono forse i divergenti? - .

Caleb sobbalza e si stacca da me come se scottassi - Chi te ne ha parlato? - .

- Ho sentito delle voci, dicono che gli eruditi li cercano - .

Caleb ritorna rilassato e accenna un sorriso forzato - Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Questi divergenti . . . non hanno importanza. Dimenticateli - .

Come se fosse possibile. Caleb si alza di scatto - Devo andare - mi stringe la mano talmente forte da farmi male ma è di nuovo lo stesso ragazzo che ho baciato.

Il solo pensiero mi fa bruciare la bocca. Non aspetto che se ne vada per chiudere gli occhi. Voglio ritornare di nuovo indietro. Voglio essere a casa. Voglio dimenticare la sensazione che tra me e Caleb c'è qualcosa che ci divide.

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