Capitolo 7

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Esistono persone che alla mattina si alzano con gli occhi aperti e il germoglio di un sorriso. Altre semplicemente rimangono fra le pieghe del sonno fino al pomeriggio. Altre ancora, le più diffuse, si riconoscono per le palpebre socchiuse e i capelli arruffati. Le identifico man mano che mi passano davanti.

- Ci hanno destinato alla raccolta questa mattina - mia madre fa un sorriso forzato e mi porge il vassoio della colazione.

Sta cercando di fare pace e questo mi fa sentire molto meglio. Nella situazione in cui mi trovo ho bisogno di un appoggio e con Caleb che mi nasconde qualcosa, il segreto di Marcus e il mondo che va a rotoli ho bisogno di un sostegno.

- Sono sicura che farà bene a tutti avere la testa impegnata - .

Mamma aggrotta la fronte, sembra invecchiata - Si, immagino che sia così per tutti - .

Facciamo la colazione in fretta senza parlare. Oggi siamo tutti silenziosi perfino per essere degli Abneganti. Gli altri Pacifici ridono, si prendono in giro, fanno baccano. Chissà quante volte anche Robert ha fatto lo stesso.

Lo cerco con lo sguardo ma non riesco a vederlo, deve essere ancora a dormire. Anche Caleb è chissà dove. Strano ma mi sento sollevata, non riuscirei a dover scegliere tra lui e mia madre.  Simultaneamente ci alziamo tutti assieme e seguiamo la fila fino a uscire fuori.

Oggi è una giornata fastidiosa: sa di primavera e il polline fa starnutire. Gli alberi da frutto sono ordinati e carichi di pesche, albicocche e arance. Ogni tanto una di queste cade con un tonfo e rotola per terra.

Dei bambini Pacifici arrivano con grandi ceste vuote tra le braccia mentre altri raccolgono i frutti caduti in fretta. Una bambina afferra una pesca di nascosto e le da un morso nascondendola poi furtivamente dietro la mano quando vede che la sto osservando. Ci dividiamo in tre gruppi ciascuno verso un filare di alberi.

- Cerca di non macchiarti il vestito - esclama mia madre prima di andarsene assieme alle più anziane.

Io sono con le ragazzine affiancate da quelle con circa la mia età.

- Tu le potresti prendere visto che sei alta - mi propone una ragazzina con le gambe sottili, Julia.

Ci posizioniamo sotto un albero carico e iniziamo a raccoglierle. Siamo così diversi rispetto ai Pacifici! La nostra pelle è più pallida e arrossata dal sole a differenza dei loro volti abbronzati. Fa caldo ma teniamo le maniche lunghe per coprire più pelle possibile. Una Pacifica si tira su la canotta fino ad avere la pancia scoperta. Distolgo lo sguardo imbarazzata da una simile nudità. A Robert piace tutto questo? Mi asciugo un rivolo di sudore, la casacca e la fronte fradice.

- Vi state dando davvero da fare - .

È Beatrice. Ne approfitto per fermarmi, la cesta è piena fino all'orlo.

- Siamo ospiti, è giusto aiutare - .

Julia si siede per terra stando attenta a non stropicciarsi la gonna.

- Potrebbero lasciare da parte i bambini però - ribatte Beatrice con una smorfia.

- Siamo stati noi a proporlo, non preoccuparti non vogliamo far stancare nessuno - mi dà fastidio la sua accusa.

Beatrice annuisce - Lo so, lo so. Gli Abneganti fanno sempre la cosa giusta - .

- Negli Intrepidi non funziona così? - mi mordo la lingua, mi sono spinta oltre quello che un membro della mia fazione avrebbe detto. Deve essere l'effetto del caldo.

Beatrice non ci fa caso ma mi guarda assorta - Noi accettiamo i difetti, siamo umani. A parte qualcuno - fissa dietro alle mie spalle ma non mi giro.

- Devo andare - esclama bruscamente Beatrice. È così matura e adulta. In un mondo dove tutti vanno avanti solo io mi aggrappo al passato. La guardo andare via.

- Ha i capelli molto corti - mormora Julia con gli occhi spalancati.

- Non è solo quella la differenza - sospiro tirandomi indietro i capelli che mi si appiccicano alla fronte.

- E quale sarebbe? - chiede Peter.

È appoggiato al tronco di un pesco con gli occhi socchiusi. Mi ero ripromessa di essere gentile, almeno per Caleb ma percepisco già problemi in arrivo.

- Non capisco come tu faccia a  parlare con quella Rigida  - .

Julia lo guarda incerta, deve essere una delle prime volte che sente questa parola.

- Tu e Beatrice non andate d'accordo? - quasi dimentico che lei gli ha sparato.

Peter alza le spalle - Abbiamo idee divergenti - calca sull'ultima parola facendomi sobbalzare.

Anche lui è a conoscenza di informazione come Caleb? - Cosa ci fai qui? - .

Peter alza le mani - Credevo che quelli della vostra fazione fossero gentili - .

- Non se gli altri sono troppo evasivi - . Julia mi si affianca nervosa.

- Stavo solo cercando di fare conversazione - si difende Peter. Non sono ancora abituata agli insulti, alle battutine, al sarcasmo. Sono tutti mezzi che gli Abneganti evitano come se fossero malattie contagiose.

- Neanche a te sta simpatica la Rigida - sbuffa Peter.

- Non è vero! -.

- Si invece, dalla tua espressione sembrava volessi che sparisse e non tornasse mai più - .

Davvero mi sono comportata in questo modo? È stato questo a farla andare via con una scusa?

- Il che non sarebbe male - aggiunge Peter sorridendo.

Scuoto la testa - Io e Beatrice siamo amiche - .

Peter inarca le sopracciglia - Davvero? Non sembrate molto intime - .

- Come hai detto tu siamo Rigide - .

Peter si mette a ridere - Hai ragione - afferra una pesca dal cesto che abbiamo riempito per tutta la mattina e le da un morso. Il succo gli cola sul mento, se lo asciuga con il dorso della mano - Ci si vede in giro, dirò a Caleb di stare attento. Sei ancora peggio di quanto immaginassi - .

Julia aspetta a parlare fino a quando non è lontano - Gli Intrepidi sono davvero strani - .

Annuisco sovrappensiero. 

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