Capitolo 57

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-D'accordo - esclama Caleb - Vi aiuterò - .

Nonostante tutto, sono sollevata. Ci faremo venire in mente qualcosa per tirarci fuori da questo guaio. Dobbiamo.

Odine mi spintona in avanti - Tu rimani comunque qui con me - .

Un Intrepido si affretta a slegare Caleb e lo afferra malamente per un braccio.
- Datti da fare Erudito - ringhia Odine.
Il tavolo in acciaio è stretto e lucido ma sfodera uno schermo più piccolo del gigantesco monitor che svetta davanti a noi.

Caleb si siede, ha le mani che tremano. Non riesco a smettere di guardarlo. Mi ha salvato la vita, sta rinunciando a tutto questo per me.

Caleb schiaccia un bottone, lo schermo si illumina di una luce azzurrognola - Si sta accendendo - esclama.

Odina abbassa il coltello ma continua a tenermi stretta - Fai più in fretta, c'è tanto altro da fare - .

Gli Intrepidi e gli Esclusi ci circondano sottraendomi alla vista di Kim e Peter.

- Muoviti Erudito - sbotta Odine assottigliando gli occhi, è impaziente. Immagino che non si voglia perdere il massacro.

Con il mouse Caleb seleziona un'icona, una specie di cartella stilizzata color ocra. Il monitor più grande lampeggia. Appare un occhio dalle ciglia tremolante e le palpebre abbassate.

Un serie di tasti e le palpebre si aprono rivelando un'iride blu. Caleb clicca all'interno : il monitor viene investito da una serie di lettere e file che si intrecciano tra loro, fanno girare la testa.

- Cosa sta succedendo? - chiede Odine sporgendosi in avanti, il coltello brilla minaccioso.

Caleb non alza lo sguardo ma le spalle sono tese - Il sistema è protetto, non è facile disattivare i codici - .

- Faresti meglio a farlo - esclama Odine.

Caleb si toglie gli occhiali, le iridi verdi sono dilatate al massimo - Puoi smettere di stringerla in quel modo, le stai facendo male - .

Effettivamente le unghie di Odine sono conficcate nel mio braccio, non me ne sono nemmeno accorta.

Odine ride - Lascerò la tua bella quando avrai fatto quello che devi - tuttavia allenta la presa.
Forse ha paura che Caleb si rifiuti di aiutarli.

L'adrenalina si sta facendo sempre più nervosa, il tempo scorre. Vago con gli occhi alla ricerca di qualcosa con cui liberarmi, con cui colpire, con cui difendermi.

- Non ci provare carina - sibila Odine - Qui fai quello che dico io - .

Caleb sta digitando una serie di cifre e lettere da capogiro, ogni volta il monitor si fa più nebuloso ma i file non diminuiscono e continuano a crescere.

Riconosco una delle parole : DIVERGENTE. Non funziona ma basta a dare il via a un breve sguardo tra di noi. Vorrei dirgli che usciremo da tutto questo.

"Manca poco" mima Caleb.

Manca poco a cosa? Allo sbloccamento del computer? A un sistema di allarme più pericoloso? All'arrivo di truppe armate degli Eruditi? Il monitor si rischiara, diventa grigio poi rosso. Come il sangue.

- Cosa sta succedendo? - ringhia Odine.

Caleb sa mentire, ha imparato bene, ma forse la tensione, forse la troppa sicurezza fanno incrinare la maschera. I suoi occhi hanno un guizzo prima di ritornare inespressivi. Ma basta.

Odine lo afferra per il colletto - Ci stavi ingannando - .

- Ti sbagli - biascica Caleb.

Odine gli sferra uno schiaffo e lo manda per terra.

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