Capitolo 5

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Charlie sta tirando i ciottoli cercando di mirare all'altra sponda del fiume. Ogni tanto li si sente cozzare contro le rocce ma molto più spesso finiscono in acqua.

- Non ti andrebbe di fare qualcos'altro? - chiedo incrociando le braccia.

Sono ore che siamo qui, io mi sento tutta indolenzita, Charlie non ha perso la voglia di giocare. Sarah mi aveva avvisato che quando si fissa con qualcosa è difficile fargli cambiare idea. Questa volta la fortuna è dalla mia parte.

Charlie si volta verso di me e indica i bambini Pacifici che si rincorrono lasciandosi scappare degli strilli acuti e numerose risate di eccitazione - Posso farlo anche io? - .

È difficile spiegare a un bambino di quattro anni le differenza delle varie fazioni. Gli Abneganti non corrono e non attirano l'attenzione. Può sembrare crudele considerando la sua età ma prima lo impara meglio è. Ci siamo passati tutti.

Charlie si agita impaziente - Allora? - .

Tentenno. Anche lui, ha visto tanto, troppo, in fondo cosa può succedere di male? Fino a qualche giorno fa non avrei mai accettato di rompere una regola ma adesso...

- Solo una volta - mi lascio sfuggire.

Charlie inizia a correre prima che possa aggiungere qualcos'altro - Avanti prendimi! - .

Il movimento fisico  non è mai stato il mio forte ma cerco comunque di afferrarlo. Sento alcune risate da parte dei Pacifici ma le ignoro, poi però mi rendo conto che non sono cattive, solo curiose. Charlie imbocca una strada stretta che si allontana dai campi, ogni tanto si volta per assicurarsi di essere seguito.

- Fermati! - esclamo ma non sono abituata ad urlare o forse lui non vuole sentirmi.

Ci inoltriamo sempre di più fino arrivare alle serre, sono nascoste da alta vegetazione che ogni tanto lascia intravedere le spesse pareti di vetro.
Non vedo più Charlie, forse si è infilato dentro una delle serre. Pessima idea, sembrano immense e fin troppo adatte a far perdere un bambino.

Varco quella più vicina venendo investita dall'aria  calda e dall'odore di terra bagnata. Di Charlie nessuna traccia.

Inizio a chiamarlo per nome, la mia voce rimbalza da una parete all'altra fino a diventare indistinguibile. Cerco di farmi strada tra i paletti che servono a sostenere i corpi pieni dei pomodori e mi ritrovo davanti degli spessi gambi di piante dal fusto verde. Questo posto è una vera foresta.

- Sono cresciute dalla scorsa volta - sobbalzo e cerco con lo sguardo chi ha parlato.

Intravedo una figura di spalle che non ha notato la mia presenza. Mentre mi avvicino cerco di non farmi vedere, ho il sospetto che non dovrei trovarmi qui.  Charlie si è cacciato in un grosso guaio.

- Ho pregato che il raccolto si salvasse, l'ultimo inverno è stato molto aspro nonostante i fertilizzanti Eruditi - la voce  è calda e intensamente femminile, Johanna.

Marcus stacca una foglia morta con un gesto rapido e sicuro - Sai bene quanto in un altra situazione sarei lieto di parlare di giardinaggio, ma purtroppo non è per questo che sono venuto a cercarti - .

Immagino che se mi facessi vedere adesso nessuno mi direbbe niente, faccio per voltarmi ma sento il nome Prior, non posso fare a meno di accucciarmi contro un vaso. La curiosità è un difetto che non sono riuscita ancora a correggere del tutto.

- I coniugi Prior hanno fatto un grande gesto sacrificandosi e mantenendo il segreto - dice Marcus.

Johanna gli si avvicina con un sospiro, la gonna rossa sfrega sul selciato - Un segreto che non vuoi rivelarmi - .

Marcus fa un sorriso triste - Ho paura che non ti schiereresti dalla mia parte - .

Un segreto. Qualcosa per cui i Prior sono morti. È quello a cui accennava papà negli ultimi tempi? Caleb ne è a conoscenza?

Johanna sospira - Ci aspettano tempi duri, ma voglio che tu sappia che non tradiremo mai il nostro credo. Ne va del nostro essere Pacifici -.

Il suo sguardo è intenso nonostante l'occhio sinistro sia offuscato dalla cicatrice ma non guarda verso Marcus bensì nella mia direzione. Rabbrividisco e mi incollo al vaso ancora di più. Per qualche secondo smetto di spiarli e mi occupo di calmare i battiti.

Se i due capi fazione si sono trovati qui è per dire qualcosa di importante e non voglio essere scoperta. Johanna e Marcus si sono spostati di qualche metro e sono andati avanti nella conversazione.

- Cercano i divergenti da anni ma solo ultimamente ce ne siamo accorti - mormora Marcus. Non so molto su di loro, solo che sono leggende, racconti per Eruditi in cerca di cospirazioni. O almeno lo credevo.

- Gli Eruditi non esiteranno a cercarli anche qui - mormora Johanna - Non siete salvi come vi piace pensare - .

Le spalle di Marcus si incurvano facendolo sembrare stanco e vecchio. Riesco quasi a percepire il peso della fazione che ricade sulle sue spalle, l'unico capofazione superstite di un attacco  sanguinario - C'è altro posto migliore di questo? - .

Johanna non risponde. Segue una lunga pausa.

- Sto cercando di far ricordare a Caleb Prior  - .

Johanna aggrotta la fronte - Non vedo come un iniziato... - .

- È intelligente - la interrompe Marcus deciso - Devo ancora verificare quanto sappia realmente - .

- Non ti fidi di lui? - . Impallidisco, possibile che nessuno riesca a ricordare che è parte della nostra fazione adesso?

Marcus china il capo - Non è questo il punto, è stato negli Eruditi, li ha scelti. In questi tempi non posso permettermi di sottovalutare nessuno - .

Johanna annuisce seria - Capisco - .
Si allontanano in fretta ma ormai ho sentito abbastanza abbastanza. La testa scoppia per le troppe informazione. Le avverto prendere spazio dentro di me pronte ad assalirmi con l'avvento della notte.

Gli Eruditi cercano i divergenti, noi non siamo al sicuro, Caleb è sospettato di tradimento. Il solo pensarci mi fa annodare lo stomaco. Attraverso i vetri della serra filtra una luce meno intensa. Da quanto tempo sono qui?

Poi mi ricordo di Charlie. È impensabile che un Abnegante si dimentichi di qualcuno, specie se si tratta di un bambino, un membro più debole. Scandaglio ancora le serre in cerca di un indizio, ma non c'è più nessuno. Forse se fino ad ora non l'ho trovato significa che è ritornato al dormitorio.

Esco silenziosamente dalla serra e faccio la strada alla rovescia con lo stomaco annodato. Sulla riva del fiume, Charlie sta tirando dei sassolini con aria assorta. Ogni lancio è seguito da uno schizzo d'acqua. Mia madre è seduta per terra e lo osserva, la postura è quella tipica di noi Abneganti: schiena dritta e corpo immobile. Quando mi siedo vicino a lei non distoglie lo sguardo.

- Lo hai lasciato solo - .

Non rispondo. C'è tanto da dire e io non sono brava a spiegarmi.

- Eri con Caleb - .

Sobbalzo - No, io - .

Mamma si volta con un espressione dura - Non mentirmi, una volta pensavo di avere una figlia ubbidiente - si alza lentamente - Hai scelto gli Abneganti Susan, forse abbiamo tutti dato per scontato che ne fossi all'altezza - .

Vorrei dire qualcosa in mia difesa ma sento gli occhi che mi bruciano e un nodo alla gola. Mamma chiama Charlie che la segue ubbidiente. Rimango a lungo a fissare l'ultimo sassolino che cade nell'acqua. Il mio riflesso si spezza tingendosi d'ocra e d'argento sotto la luce estiva.

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