Capitolo 14

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Beatrice Prior è una divergente. Non riesco ancora a crederci. Dopo che Peter ha parlato mi sono  girata e sono uscita dall'infermeria ignorando il rischio di finire contro qualcosa. Ho camminato fino a fermarmi davanti al dormitorio degli Abneganti. Il sole iniziava a salire nel cielo. Sono rimasta a fissarlo fino a quando gli occhi non hanno iniziato a bruciarmi. A quel punto mi sono resa conto di due cose : Beatrice  è una divergente e ha in mano l'hard disk della simulazione di cui è immune. Caleb mi ha mentito. Ha ignorato la questione descrivendo i divergenti come delle persone pericolose che vivono attorno a noi, persone estranee. Ma ecco che Beatrice, l'amica che conosco da quando sono piccola, si scopre essere una di loro. Fino ad adesso mi sono immaginata i divergenti come delle persone imponenti, anche un pò inquietanti, non come ragazzine dall'aria troppo matura.

Beatrice Prior è pericolosa? Può fare del male a tutti noi? Nonostante sia cambiata, sia un Intrepida, qualcosa mi dice che non potrebbe mai esserci nemica. Gli Abneganti sono una parte di lei. Una parte lunga sedici anni e che gli Intrepidi non possono aver sostituito in pochi mesi. Eppure è una divergente e questo la rende diversa da me e da tutti gli altri, è un'altra barriera che ci divide.

E poi c'è Caleb. Ripenso alle parole di Peter " non si fida abbastanza " e un brivido mi scende lungo la schiena. Non può essere vero. Chiudo gli occhi e lascio scorrermi addosso tutte le parole che ci siamo scambiati dal suo arrivo. Le prime parole impacciate, quelle più mature, il modo in cui mi stringe la mano, la sua espressione distante quando sta pensando, le nostre prime tensioni, il nostro primo bacio.

Mi soffermo su quest'ultimo più di quanto vorrei. Ho il cuore che batte forte proprio come in quei romanzi d'appendice di cui le Pacifiche parlano tanto. Caleb mi piace. Molto. Ma non posso passare sopra a tutto quello che è successo. Mi ha tenuto fuori da certe situazioni, mi ha mentito. Tutto quello che ora so in più ho dovuto tirarglielo fuori con le pensi o addirittura scoprirlo da qualcun'altro. Che lo voglia o no ho sempre cercato di ignorare il fatto che in fondo non conosco tutto di Caleb. Non è solo il ragazzo Abnegante con cui ho condiviso la maggior parte dei miei sedici anni, è anche un Erudito intelligente e maturo. Ora ha cambiato idea ma prima aveva scelto di andarsene in un altra fazione abbandonando la sua vecchia vita, la sua famiglia e me . Entrambi fino ad ora non abbiamo fatto altro che evitare di pensarci. I Pacifici ci hanno offerto l'opportunità di vivere in una sorta di limbo, ora è tempo di tornare alla realtà. Oggi pomeriggio partiremo per ritornare alla nostra città e al nostro quartiere e a quel punto cambierà tutto tra me e Caleb perchè non potremo più fingere. Lui è diverso e forse anche io sto cambiando. Anche se mi sforzo di soffocare il mio lato egoista.

- È da molto che sei qui - la porta della nostra stanza si apre e si richiude. Mamma guarda a lungo il mio aspetto disordinato.

Le rivolgo un sorriso imbarazzato - Non mi sono resa conto del tempo - .

- Sono circa le sette di mattina, tra poco scenderemo per la colazione - . Annuisco. Getto un'ultimo sguardo al sole che svetta nel cielo pallido e grigiastro e ritorno nel nostro dormitorio. 

Si vestono tutte in silenzio ognuna evitando di guardarsi per pudore reciproco. Alcune Abneganti tengono un telo alzato.

Sarah sta cercando inutilmente di tenere fermo Charlie - Un pò di pazienza - sbuffa appoggiando una mano sulla pancia che inizia ad essere evidente nonostante la camicia larga.

Mamma mi pettina i capelli togliendo tutti i nodi ed evitando di farmi male - Ho parlato con Marcus ieri pomeriggio e mi ha assicurato che troveremo delle case ancora integre. Potremo ritornare nel nostro quartiere - .

Anche se le do le spalle so che gli occhi le brillano : le manca casa nostra.

- Gli Eruditi non cercheranno ancora di attaccarci? - domando cautamente.

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