Capitolo 39

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La luce si infrange sulla finestra illuminando la polvere che vortica nella stanza. Appoggio una mano sulla fronte: è fresca.

Dopo giorni brucianti per via della febbre ho imparato ad apprezzare la sensazione di gelo. E la lucidità.

Apro le braccia da cui è sparita ogni traccia di abbronzatura e dove sono ben visibili le vene azzurrognole.

È tutto così nuovo. Sbatto le palpebre  un paio di volte prima di spostare lo sguardo altrove. L'infermeria in cui mi hanno portata è al secondo piano, fresca, luminosa.

Quando sono riemersa dal torpore della febbre la prima cosa che ho notato è stata la vetrata che dava sui grattacieli malmessi degli Esclusi. Ho iniziato a capire del perchè Rick abbia una vetrata così ampia nel suo covo. Osservare le vite altrui ti fa sentire di farne parte.

La porta viene spalancata .

- Non aspettavo altro che vederti alzata - Kim è come al solito scompigliata, ha una benda al braccio ed un'altra attorno ai fianchi, anche se quest'ultima è coperta da una maglietta da Intrepidi.

Mi aggrappo alla testata del letto - Prima o poi avrei dovuto farlo - .

- Più prima che poi per i miei gusti. Ti hanno abituata troppo bene - .

Abbozzo un sorriso  - Felice di rivederti - .

Kim si sdraia sul mio letto stropicciando le lenzuola - È un bel posto, tutto sommato. Il genere di luogo in cui un Esclusa delicata come te si possa rinchiudere a commiserarsi - .

- Non mi stavo commiserando, sono stata ammalata - altri pensieri cercano di infiltrarsi ma li scaccio con decisione.

Kim sbuffa - Inattività, dico io - si alza di scatto indicandomi minacciosa - Tu pensi troppo - .

Forse avrei negato in un altra occasione ma molte cose sono cambiate. Anche io.

- Hai ragione - mi avvicino alla finestra immergendomi nella luce.

Kim emette un fischio - Ci devono essere andati davvero giù pesanti con le medicine, anche se devo dire che tra Rigida e Svitata non c'è molta differenza  - .

- Dimentichi che sono un Esclusa adesso - ribatto.

Nonostante le dia le spalle riesco ad immaginare Kim alzare gli occhi al cielo - Certo, fai come se non avessi detto niente - .

Questa volta non riesco a trattenermi dal sorridere - Cosa ci fai qui, non devi stare a letto per le ferite ? - .

Kim sbuffa - Soffrire in silenzio è noioso, senza contare del sangue . Non hai idea di quante bende sto buttando in un giorno - .

Mi giro di scatto - Sangue? La ferita non si è ancora rimarginata? - .

Kim mi guarda a disagio - Niente di grave, Black. Rilassati per l'amor del cielo - si sporge in avanti corrucciata - Tu piuttosto sei orribile - .

Chiudo gli occhi per un istante, come se non lo sapessi.

- Dormo poco, tutto qui - gli incubi sono fin troppo insistente e vanno tenuti a bada ad occhi aperti.

- Come ho già detto: svitata - .

- Forse un pò lo sono - .

Mi siedo accanto a lei sul letto, gli occhi mi bruciano e ho una fitta leggera alla testa ma per il resto sto bene. Sto veramente bene.

- Ho portato quello volevi - Kim apre lo zaino sbrindellato che si è portata dietro.

Aggrotto la fronte - Non ricordo di aver chiesto qualcosa di preciso - .

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