Capitolo 27

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Mamma è davanti a me. È seria come al solito con una ruga di preoccupazione sulla fronte.

- Vi ho trovati! - esclamo .

Vorrei abbracciarla. Mamma scuote la testa tristemente - Conosci le regolo Susan - .

Gli Abneganti intorno a noi mi guardano con compassione.

Faccio un passo avanti, mamma indietreggia. - Non dovresti stare qui, lo sai che non sei più un Abnegante - .

Avverto un senso di vertigini e vengo sbalzata fuori da me fino a vedermi con vestiti spaiati e viso sporco. Esclusa.

- Stavo solo facendo finta, era un modo per salvarmi - farfuglio.

Le parole mi escono a spezzoni e suonano più come delle scuse che delle verità.

- Davvero, posso spiegare tutto. Io sono ... - .

Per quanto mi sforzi nessuno mi dà ascolto o mi capisce. Sono sola.





Fisso il soffitto. Agli angoli si sta facendo strada la muffa mentre l'intonaco viene via a pezzi. Ormai potrei distinguerne ogni singola crepa. Ieri sera doveva essere troppo buio per accorgermi che sul comodino erano appoggiati dei vestiti più o meno puliti. Ma c'erano molte cose che avrei potuto ignorare. Non è che fossi molto lucida. Adesso invece si.

Il brutto sogno che ho fatto stanotte è servito da doccia gelata, e ne avevo bisogno. Voglio trovare gli Abneganti che sono diventati Esclusi come me, assieme diventeremo qualcosa. Non so se una fazione o semplicemente qualcuno con cui sentirsi al sicuro.

E poi c'è Caleb. Abbiamo litigato ma questo non significa che lo devo evitare, forse possiamo riuscire a chiarirci. Voglio smetterla di piangermi addosso, di sentirmi debole. Anche se ora sono un Esclusa dentro di me resto comunque Abnegante e la mia fazione mi ha insegnato come rialzarsi e lottare per i propri ideali. Senza armi.

Accanto alla finestra trovo una bacinella d'acqua, non è molta ma basta per togliere il fango e sentirmi pulita. Piego con cura i vestiti sporchi e li appoggio sul letto che ho appena fatto. Gli abiti che mi hanno portato, giacca nera da Intrepidi, pantaloni da Pacifici e camicia bianca da Candidi, sono lisi e consunti sulle ginocchia e sanno di fumo ma va bene allo stesso. Lego i capelli in una treccia che lascio cadere sulle spalle, almeno non mi finiranno più in faccia. Quando esco cerco la porta della stanza da chiudermi alle spalle ma mi accorgo che non c'è.

Scaccio i brivido e scendo le scale con attenzione. Uscita dall'edificio mi aspettavo di vedere molte persone ma la strada è vuota e silenziosa. Un vento leggero fa ondeggiare le tendine alle finestre. Cammino incerta fino ad arrivare alla conca che ha ospitato la folla la sera prima. È vuota. Mi siedo per non perdere l'equilibrio. Forse sto impazzendo e mi sono immaginata tutto. Cerco con lo sguardo qualsiasi cosa, qualcuno. Ho un tuffo al cuore quando vedo un paio di bottiglie rotte, non ho immaginato niente. Il giorno della Promessa c'è stato davvero. Ma non c'è più nessuno ora. Esclusa. Sola. Dov'è la grande fazione di cui ha tanto parlato Rick? Dove sono gli Abneganti? Appoggio il mento alle ginocchia. Rannicchiata in mezzo al niente mi sento ancora più persa. Non molto incoraggiante se considero che quando mi sono svegliata mi ero imposta di essere forte. Fisso il vuoto attorno a me.


-Finalmente ti ho trovata! - Kim mi si siede vicino

Ha il volto segnato dalla crema di ieri notte che le disegna figure celtiche e le dà un aspetto ancora più selvaggio.

Non sono nemmeno sorpresa di vederla, ormai sono abituata alle sue apparizioni - Dove sono tutti? - .

- Mai fare domande a stomaco vuoto - Kim mi passa un panino avvolto in carta stagnola.

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