Il vento mi fischia nelle orecchie. Sotto di me, davanti, mi sembra di vedere un'unica macchia in movimento. Cado sulla spalla contro il cemento.
Sono dall'altra parte.
Mi lascio sfuggire un sospiro che sembra più un singhiozzo.Caleb mi aiuta ad alzarmi - Ottimo salto , biondina - .
- Ti prego non chiamarmi anche tu così - sbuffo.
Caleb ride e l'atmosfera si fa più leggera. Cerco di togliere lo sporco dalla camicia ma dopo un pò ci rinuncio : il fango è ancora fresco, devo aspettare che si secchi.
Un sibilo e Kim prende il volo. Non si muove in modo goffo o pesante ma tutto il suo corpo sembra protendersi verso l'alto, come un gabbiano. Atterra in piedi con gli occhi chiusi. Quando li riapre sorride. Io e Caleb la guardiamo allibiti.
- Andiamo - esclama Kim ignorandoci.
- Dobbiamo saltare ancora ? - chiede Caleb. Ho un momento di panico.- No, esistono altre strade - Kim ci da le spalle e inizia a ispezionare il terrazzo.
Lancio una breve occhiata verso il basso : nessun Erudito in avvicinamento, le loro grida sono sparite. Da quassù sembra che non si debba temere niente.
- Venite - esclama Kim, ha trovato la botola per scendere di sotto. Una volta aperta rivela una lunga serie di scale infinite.
Caleb strizza gli occhi per vedere meglio - Quanto sono lunghe? - .
- Meno di quanto immagini Rigido - Kim fa qualche scalino - Muoviamoci - .
L'ultima a scendere sono io ma tengo la botola bene aperta per evitare che sparisca la luce. Scendere le scale è monotono e pericoloso. Hai sempre l'impressione che sia facile ma quando perdi la concentrazione scivoli. Ho ancora in mente le volte in cui Robert cadeva da bambino. A pensare a lui sento una stretta al cuore. Starà bene? E se gli Intrepidi gli hanno fatto qualcosa? è facile spadroneggiare sui Pacifici se si rifiutano di osare la forza. Avverto un brivido lungo la schiena, mi convinco che sia solo il freddo. Qua dentro la temperatura è calata rapidamente.
- Come hai scoperto questi passaggi? - chiede Caleb affascinato, la sua voce rimbomba nello spazio stretto.
- Oh, sai : le solite cose. Gente che parla troppo, giri di perlustrazione - Kim si finge disinteressata ma si capisce che ne è orgogliosa.
- Ci vuole molto coraggio ad esplorare questi posti da soli - esclamo.
- L'importante è sempre essere preparati - risponde Kim e anche se non la vedo so che sta toccando il suo coltello affilato.
I gradini iniziano a farsi più ripidi e lo spazio più angusto.
- Questo non è decisamente il posto adatto per chi soffre di claustrofobia - commenta Caleb.
Per i suoi standard è diventato più taciturno, forse si è accorto anche lui che più parli più aumentano le possibilità di essere colto di sorpresa. Gli Esclusi ci stanno entrando nel sangue. La paura è una brava insegnante. Un'altra cosa che noto solo ora è il rumore. Prima c'era silenzio, ora ogni tanto è rotto da un gocciolio. Mi bagno le labbra secche. Chissà se c'è una fonte d'acqua da qualche parte. Il tempo che passa inizia a farsi sentire ed è da troppo che non bevo.
La luce scompare bruscamente. Vado a cozzare contro la schiena di Caleb .
- Cosa facciamo? - la voce mi esce stridula e tesa. Quasi non mi riconosco.
- Andiamo avanti, da qualche parte c'è un contatore per le emergenze - dice Kim .
Caleb cerca la mia mano, gliela stringo - Questo posto inizia a non piacermi - .
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Humble
FanfictionInsurrezione. Un attimo prima Susan Black è una delle tante ragazze Abneganti vestite di grigio, un attimo dopo si ritrova a dover scappare dalla sua fazione per salvarsi la vita. Suo padre è disperso, sua madre é sempre più oppressiva, suo fratello...