Capitolo 51

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Brianna e gli altri EX Abneganti sono in piedi, i più ancora in camicia da notte.

Impiego poco per rendermi conto dell'espressione sui loro volti - Dove sei stata? - chiede Brianna.

Dopo il discorso con Caleb non ho più forze per tenerle testa - Sono uscita - .

Il viso di Brianna si fa terreo - Ti ho accolta come una figlia, ti ho sfamata, Susan. Ma qui non c'è tempo per perdonare gli errori, voglio sapere dove sei stata e con chi. Abbiamo sentito gli spari - .

Lo so che non si fida più di me, lo percepisco nell'aria elettrica - Rick ha indetto una riunione ma nel mentre sono arrivati gli Eruditi. Siamo dovuti fuggire - .

Una donna si mette a piangere, un'altra la rassicura.

- Se ne sono andati, comunque - dico per tranquillizzarli, dubito che Caleb mi voglia più cercare, dopo quello che gli ho detto.

Brianna si agita - Bene, l'importante è che nessuno si sia fatto male - mi si avvicina abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri - Stai bene attenta a quello che fai, Susan. È una avvertimento, non metterti in cose che sono molto più grandi di te e da cui non riuscirai a uscirne fuori - .

Me ne vado. Gli Eruditi possono essere ancora fuori e uscire all'alba non è comunque una buona idea ma ad un tratto l'aria si sta facendo irrespirabile. Cammino in fretta, poi mi metto a correre. Voglio bruciare le energie che ho ancora, voglio smettere di pensare ai problemi.

La conca dove si è tenuto Il Giorno della Promessa è vuota come al solito. La percorro senza curarmi della pendenza o dei cocci di bottiglia.

Scivolo. Colpisco la superfice dura e asfaltata, mi sbuccio un ginocchio. Riesco a fermarmi poco prima del centro.

Davanti a me c'è un cielo lattiginoso percorso da qualche sprazzo plumbeo. Sento qualcosa di caldo alla fronte, devo essermi tagliata. Per un istante rimango ferma a guardare il cielo.

Poi arriva il primo singhiozzo.

Ed un altro, e un altro ancora. Avevo promesso a me stessa che non avrei più pianto, perché non sono più la Susan di una volta. Ma adesso sono solo stanca, ho rivisto Caleb, ho detto cose che non avrei nemmeno creduto di pensare. Piango fino a lasciarmi scivolare le lacrime sul mento e sul collo. Mi libero del dolore, di tutto quello che ho tenuto dentro per paura di scoppiare, di indebolirmi.

Credo ancora nella frase che ho detto a Caleb: se hai preso la strada sbagliata c'è né sempre un'altra per allontanarsene. Vorrei sapere se la strada che sto prendendo è quella giusta, se ne vale la pena.
Combatto per la mia fazione eppure, riuscirei a ritornarvici? Sono ancora un' Abnegante?

Porto le ginocchia al petto. Non so più cosa sto facendo. Ma sei Susan, mi ripeto, questo non te lo può cambiare nessuno. Le ciocche scure mi ricadono davanti agli occhi . Alzo lo sguardo per vedere il solo sorgere.


- Ti ho cercato ovunque - Kim mi si siede vicino con uno sbuffo - Sei l'unica persona a cui piace nascondersi nella Conca - .

Non rispondo. Kim inclina la testa - Stai bene? Capisco che trovarsi davanti un'orda di Eruditi per persone come te possa essere scioccante ma adesso è passato. Non hai neanche un graffio, io neppure, nel caso te lo stessi chiedendo - .

- Non sono riuscita ad andarmene in tempo - dico con voce piatta, tralascio il fatto che Jeff mi abbia rinchiuso nello sgabuzzino, Kim lo ucciderebbe.

- Cosa? - Kim strabuzza gli occhi - Ti hanno fatto qualcosa, cioè , un lavaggio del cervello, la macchina della verità , una partita a scacchi ... - .
Tengo lo sguardo fisso davanti a me - Ho rivisto Caleb - .

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