-Va tutto bene - mormora Mamma.
Sarah qualche passo dietro di lei annuisce e stringe a sè Charlie.
- Va tutto bene - esclama Marcus assottigliando gli occhi.
Mette una mano sulla spalla di mamma. Questo mi tranquillizza. Il treno sbuffa e stride. Il mio respiro inizia a farsi sempre più irregolare. Alle mie spalle lo sportellone aperto lascia intravedere il profilo della nostra città.
Gli Abneganti sono molti, ne riconosco anche alcuni che non erano nemmeno alla residenza dei Pacifici. Vorrei dire quanto sono contenta che siano tutti vivi ma la folla inizia ad ingrossarsi. Gli Abneganti sono sempre di più. Il vagono inizia a farsi pieno. Indietreggio per lasciare spazio perdendo di vista mamma. Non possiamo starci tutti. Gli Abneganti mi spingono sempre di più indietro. Sento il freddo sulla schiena. mi aggrappo allo sportellone. La folla si ingrossa sempre di più.
- Va tutto bene - sussurra una donna dal volto sbiadito.
Vengo sbalzata fuori dal treno. Lontana dalla mia fazione. Cado.
Un altro incubo. La residenza degli Esclusi mi appare improvvisamente fragile. Un luogo del genere non può scacciare gli spettri che mi perseguitano. La camicetta Pacifica è talmente incollata al corpo da essere una seconda pelle. La sensazione di sporco se è possibile si amplifica ancora di più. Mi guardo attorno : è mattino presto ma la maggior parte degli Esclusi se ne è andata lasciando i giacigli vuoti. Vicino a me Caleb sta ancora dormendo.
Decido di non svegliarlo e mi alzo per fare un giro di perlustrazione. I muscoli delle gambe mi fanno male e ho di nuovo fame ma per il resto sto bene. Le scarpe calpestano vetri rotti che scricchiolano. Mi infilo in uno dei corridoi andando quasi a scontrarmi con Therese.
Aggrotta la fronte - Tu fai parte del gruppo di Tobias Eaton, mi ricordo - .
Non aspetta la mia risposta - Abnegante, giusto? - .
Annuisco.
Therese si passa una mano tra i capelli sporchi - Sono arrivati da noi alcuni della tua fazione, un pò di giorni fa - .
Mi si blocca il respiro. - Quando? Da dove venivano? - .
Therese aspetta troppo tempo prima di rispondere - Erano scappati dopo la sparatoia nella loro residenza. Una quindicina di persone. Gli abbiamo indirizzati in un altro dei nostri edifici, a nord . Vicino ai Candidi - .
Non sono rimasta da sola. Altri Abneganti si sono salvati e questo vuole anche dire che magari qualcun'altro della mia fazione è riuscito a trovare rifugio da loro. Ho la vaga speranza che anche papà possa essersi salvato. Therese mi sta fissando.
- Grazie , davvero - esclamo sorridendole.
Continua a rivolgermi occhiate sospettose. Evidentemente non è abituata a dare buone notizie.
Decido di ritornare a un terreno più stabile - Sapresti dirmi se ci sono . . . dei bagni? da queste parti? - .
Therese sbuffa - Non siamo animali, Rigida. Sono in fondo a sinistra - .
Mi volta le spalle e se ne va. Seguo le sue indicazioni trovandomi davanti a un bagno largo quanto un corridoio. Le piastrelle sono sporche e la luce filtra solo da delle piccole finestre sulla parte alta. È molto affollato. Donne Escluse di tutte le età entrano ed escono, nessuna si preoccupa di coprirsi o si scandalizza. Non ci sono docce. Mi faccio strada verso i lavandini a disagio. Una donna si sta strizzando i capelli schizzando il pavimento.
Prendo coraggio - Mi scusi, saprebbe dirmi dove posso trovare degli asciugamani? - .
Devo ripeterlo due volte prima di farmi sentire. Con un cenno la donna indica un angolo in fondo dove uno sopra l'altro sono appoggiati degli asciugamani. Non faccio in tempo a ringraziarla che mi ha già dato le spalle. Forse non sono gentili con me perchè non sono un Esclusa. Prendo due asciugamani. Poco più in là un ragazzo dai capelli corti e biondi se li sta lavando nel lavandino. Inclina appena la testa. È Beatrice.
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Humble
FanfictionInsurrezione. Un attimo prima Susan Black è una delle tante ragazze Abneganti vestite di grigio, un attimo dopo si ritrova a dover scappare dalla sua fazione per salvarsi la vita. Suo padre è disperso, sua madre é sempre più oppressiva, suo fratello...